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due strumenti per valorizzare i beni sottratti alle mafie”


Due istituzioni, un’unica missione

L’attività di contrasto alle organizzazioni criminali si è specializzata negli ultimi decenni sulla ricerca ed individuazione dei patrimoni (formati da una molteplicità e diversità di beni) a disposizione direttamente delle stesse organizzazioni con intestazione agli stessi appartenenti o a loro prestanome. Tali attività svolta in modo congiunto dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura ha portato a considerevoli risultati in termini di sequestri e successive confische. Ma sottrarre i patrimoni alla criminalità organizzata è solo il primo passo. Per restituirli alla collettività servono visione strategica, strumenti operativi e capacità di coordinamento tra enti. È in questo contesto che si collocano due attori chiave: l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) e il più recente Commissario Straordinario per la destinazione e valorizzazione dei beni confiscati, istituito nel 2024.

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Seppur con compiti diversi, entrambe le figure contribuiscono al medesimo fine: trasformare l’economia mafiosa in motore di riscatto civile e sviluppo locale.

ANBSC: dal sequestro alla destinazione

Istituita nel 2010 (decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4, poi legge 31 marzo 2010, n. 50; ora parte del Codice Antimafia – d.lgs. 159/2011), l’ANBSC (attuale Direttore il Prefetto Maria Rosaria Laganà) è un Ente Pubblico con personalità giuridica, autonomia organizzativa e contabile, vigilato dal Ministero dell’Interno e controllato dalla Corte dei Conti. Il suo compito principale è quello di gestire, amministrare e destinare i beni sottratti alle mafie in tutte le fasi: dall’amministrazione giudiziaria (durante il sequestro) fino alla confisca definitiva e alla successiva riassegnazione.

La sede centrale a Roma è articolata in quattro Direzioni che si occupano di beni mobili e immobili, aziende e i loro beni, gestione economica – finanziaria – patrimoniale, affari generali – gestione del personale. Inoltre è presente sul territorio nazionale con sedi secondarie a: Reggio Calabria, Palermo, Napoli e Milano. L’Agenzia agisce come snodo tra autorità giudiziarie, enti locali e realtà del Terzo Settore, promuovendo forme di riutilizzo pubblico o sociale. Negli ultimi anni, in Italia risultano 36.600 beni (immobili, aziende, conti correnti, veicoli e titoli) confiscati dal 1982, di cui circa metà assegnati; molte sono le aziende ancora in gestione curata dall’ANBSC.

Il vero smacco alle mafie si ottiene nell’accelerare il riutilizzo sociale dei beni cioè la restituzione alla collettività per finalità istituzionali o sociali di tali beni e/o patrimoni, snellendo le fasi burocratiche per evitare il depauperamento economico degli stessi beni. Tale obiettivo si raggiunge anche fornendo un supporto tecnico‑operativo attraverso l’organizzazione di conferenze di servizi con prefetture e enti locali per raccogliere manifestazioni di interesse. Tra queste istanze o manifestazioni, il Consiglio direttivo poi decide le assegnazioni. L’attività dell’Agenzia continua con il monitoraggio e la vigilanza sul corretto riutilizzo dei beni destinati e nei casi di “beni non destinati” l’ANBSC li può vendere, anche tramite aste notarili telematiche, grazie a convenzioni con il Consiglio Nazionale del Notariato. Per i “beni mobili non registrati” sono stati stipulati accordi con la Banca d’Italia.

L’ANBSC è così strutturata: al vertice vi è un Direttore che viene coadiuvato da un Consiglio direttivo (l’organo operativo). Vi è anche il Collegio dei revisori per il controllo contabile. Tutti gli organi durano in carica 4 anni (rinnovabili una sola volta).

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L’ANBSC dunque rappresenta un tassello chiave nella lotta alla mafia: non solo sottrae patrimoni a organizzazioni criminali, ma li reinserisce nel tessuto economico e sociale, valorizzando il territorio e consolidando la cultura della legalità, pur affrontando sfide complesse sul piano operativo e finanziario (certo non mancano criticità per contenziosi per pagamenti di professionisti gestori come riportato nella relazione alla Corte dei Conti e si è proposto di formare delle unità dedicate per pagare tali arretrati).

Il Commissario Straordinario per la destinazione e valorizzazione dei beni confiscati: accelerazione e semplificazione

Nel 2024, con la legge 56 (di conversione del decreto-legge 19/2024), nasce una nuova figura: il Commissario Straordinario per il recupero, la ri-funzionalizzazione e la valorizzazione dei beni confiscati, oggi ricoperto dal Prefetto Paola Spena. Questa struttura temporanea (ad oggi fino al 31.12.2029) è stata concepita per sbloccare risorse, ridurre le lentezze burocratiche e accelerare il recupero, la ri-funzionalizzazione e la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Dotato di poteri derogatori, il Commissario Straordinario agisce in stretto raccordo con Regioni, Comuni e Prefetture, con una competenza operativa che si concentra su progetti concreti, come ristrutturazioni, ri-funzionalizzazioni e rilanci economici e può adottare gli atti necessari al conseguimento degli obiettivi (lavoro, inclusione, legalità, ospitalità, integrazione culturale) e il coordinamento delle politiche di coesione legate all’art. 50 del decreto-legge n. 13/2023. Di fatto coordina e realizza interventi finanziati inizialmente dal PNRR, ora riallocati e gestiti dal Commissario Straordinario per dare supporto ai comuni, Regioni e Province del Sud Italia e può decidere proroghe dei termini amministrativi e anticipazioni di fondi alle amministrazioni locali, facilitando l’affidamento e l’esecuzione dei lavori.

Assicura il monitoraggio e la semplificazione delle procedure – anche attraverso la consultazione della piattaforma ReGiS– favorendo la realizzazione rapida di progetti di inclusione, sicurezza, sviluppo, mediazione e integrazione culturale in particolare per gli enti pubblici e le associazioni.

Il Commissario Straordinario per la destinazione e valorizzazione dei beni confiscati: i primi risultati raggiunti.

Fino al marzo 2025 il Commissario Straordinario ha disposto anticipazioni di oltre 43,4 milioni di euro a 199 progetti al Sud, selezionati precedentemente dall’ex Agenzia per la Coesione ed hanno avuto in oggetto progetti che si propongono di favorire l’inclusione sociale, supportare la creazione di nuove opportunità di lavoro per i giovani e le persone esposte al rischio di emarginazione, aumentare i presidi di legalità e sicurezza del territorio e creare nuove strutture per l’ospitalità, la mediazione e l’integrazione culturale.

Dunque capiamo che il Commissario Straordinario agisce per tradurre in azioni concrete e coordinate le politiche di valorizzazione dei beni confiscati: monitoraggio, finanziamento, semplificazione, coordinamento tra istituzioni e attuazione di interventi sul territorio. Solo agendo in parallelo con l’ANBSC, facendo leva sulla sua autorità e mission può dare accelerazione e concretezza ai progetti di rigenerazione sociale e infrastrutturale.

Novità introdotte dal Decreto Sicurezza 2025 riguardo l’ANBSC:

Nel 2024, anche grazie al contributo esperienziale fornito dall’ANSBC, è stato avviato l’iter legislativo per l’introduzione di significative modifiche normative del codice antimafia destinate ad incidere in maniera significativa sulle modalità di amministrazione dei beni e delle aziende confiscate. In particolare, le principali novità contenute nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 16 novembre 2023 sul tema, sono state adottate definitivamente con Legge 9 giugno 2025, n. 80 di conversione del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48 recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”.

Di seguito, i provvedimenti di maggiore impatto:

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– la revisione annuale obbligatoria della prosecuzione d’impresa autorizzata dal giudice delegato;

– l’introduzione di meccanismi di cancellazione automatica per le imprese prive di patrimonio utilmente liquidabile (“scatole vuote”);

– il divieto di impiego in aziende confiscate, dopo la confisca definitiva, per soggetti vicini al prevenuto o condannati per reati associativi mafiosi;

– la previsione dell’iscrizione gratuita di modifiche societarie derivanti dall’amministrazione giudiziaria;

– la limitazione della responsabilità dell’ANBSC nei confronti dei creditori post-sequestro ai soli beni del patrimonio confiscato.

Tali modifiche normative, ispirate all’esperienza gestionale maturata sul campo, sono destinate a produrre effetti di semplificazione e trasparenza nell’azione amministrativa e a migliorare l’intero iter di amministrazione e destinazione dei compendi aziendali gestiti dall’ANBSC.

Due binari che devono correre insieme

Mentre l’ANBSC conserva la regia istituzionale e la gestione tecnica del patrimonio confiscato, il Commissario Straordinario per la destinazione e valorizzazione dei beni confiscati interviene a valle, laddove è necessario intercettare fondi, promuovere interventi rapidi o coordinare attività e procedure. Si tratta quindi di funzioni complementari e non sovrapposte. L’Agenzia e il Commissario sono due facce della stessa strategia: trasformare la lotta alle mafie in una concreta occasione di rinascita civile ed economica.

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È giusto notare i parallelismi evidenti tra le due strutture:

  • Entrambi operano nell’ambito del Ministero dell’Interno
  • Entrambi si occupano della destinazione e valorizzazione dei beni confiscati, seppure su piani e tempi differenti
  • Entrambi interagiscono con enti locali, terzo settore e comunità
  • Entrambi sono chiamati a rendere visibile il contrasto alla criminalità attraverso risultati tangibili sul territorio

La vera sfida: evitare sovrapposizioni e dispersione

La coesistenza di due soggetti richiede chiarezza di ruoli, cooperazione e un’efficace cabina di regia nazionale. Il rischio, altrimenti, come successo per altri ambiti istituzionali è quello di duplicazioni, ritardi o scarso coordinamento, specie quando i progetti toccano territori fragili o amministrazioni con risorse limitate.

Il tema non è tecnico, ma politico e culturale: il riutilizzo sociale dei beni mafiosi è uno strumento di giustizia redistributiva, e deve diventare anche un laboratorio di partecipazione e sviluppo.

Un’eredità da gestire, un’opportunità da cogliere

Oggi i beni confiscati non sono più solo un simbolo della capacità dello Stato di togliere beni alle mafie: sono spazi di comunità, centri culturali, aziende agricole, alloggi, scuole, caserme. Sono l’eredità del crimine trasformata in bene comune. Ma per funzionare, questa trasformazione ha bisogno di regole chiare, risorse certe e governance coordinata.

Strutture a confronto

Struttura Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) Commissario Straordinario per la destinazione e valorizzazione dei beni confiscati
Vertice  Direttore (Prefetto Maria Rosaria Laganà) Commissario Straordinario (Prefetto Paola Spena)
Istituzione 2010 (Legge 50/2010) 2024 (DL 19/2024, conv. L. 56/2024)
Durata Permanente Fino al 31 dicembre 2029
Ruolo Gestione e destinazione di beni confiscati Accelerazione, finanziamento e valorizzazione post-assegnazione
Ambito Nazionale, con sedi regionali Focus su interventi finanziati con risorse dello Stato

Si riportano alcuni protocolli e intese firmate dall’ANBSC negli ultimi anni:

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

ANBSC e Direzione Nazionale Antimafia (8 luglio 2021): protocollo per la prevenzione del rischio di infiltrazioni mafiose nelle vendite di beni aziendali 

ANBSC e CNDCEC – Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, (2 maggio 2023): per formazione e ricerca comune su gestione e destinazione dei beni

ANBSC e Regione Lombardia + ANCI Lombardia (19 febbraio 2024): accordo triennale per accelerare assegnazione e valorizzazione dei beni confiscati 

ANBSC e Università Mediterranea di Reggio Calabria (30 luglio 2024): protocollo per ricerca e formazione su riutilizzo dei patrimoni confiscati 

ANBSC e Agenzia del Demanio (26 febbraio 2025): convenzione per semplificare la destinazione e impiego di immobili confiscati

ANBSC e Confcooperative (5 giugno 2025): collaborano per dare nuova vita ai beni confiscati, in chiave sviluppo socio‑economico

Per approfondire:

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

www.anbsc.it

www.interno.gov.it

www.confiscatibene.it

https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/Interventi/regis—il-sistema-gestionale-unico-del-pnrr.html