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«I troppi cantieri nella Bergamasca penalizzano i negozi»


La città è un cantiere a cielo aperto e Confcommercio chiede ai Comuni agevolazioni fiscali su Tari e Imu per i negozi che ne subiscono i disagi. Su tutti quelli nell’area sud-ovest di Bergamo, fortemente sovraccaricati dai lavori per le nuove infrastrutture della mobilità sostenibile – dall’e-Brt al raddoppio ferroviario sulla Bergamo-Ponte San Pietro -, dove tra strade chiuse, modifiche alla viabilità e lunghe code la difficoltà dei clienti nel raggiungere le attività commerciali si sta facendo sentire. Con riduzioni importanti del fatturato per gli imprenditori.

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L’appello di Confcommercio

«Confcommercio Bergamo chiede ai Comuni di mostrare un segnale d’attenzione per tutte quelle imprese e attività che hanno dovuto o devono affrontare disagi e cali di lavoro consistenti a seguito del perdurare dei lavori per le opere pubbliche», spiega Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo. L’appello dell’ente – supportato dal parere tecnico della Confederazione nazionale delle imprese – è ad applicare quanto previsto dalla legge 549/1995, che consente alle amministrazioni di deliberare la riduzione o la sospensione dei tributi di propria competenza per quegli esercizi commerciali situati in zone precluse al traffico a causa di lavori di realizzazione di opere pubbliche che si protraggono oltre i 6 mesi. Comuni che nella fattispecie, per il periodo interessato dai cantieri, possono adottare provvedimenti come sconti o eliminazione della Tari, dell’Imu, riduzione della Cosap (il canone di occupazione degli spazi pubblici) o del canone unico patrimoniale, e ancora indennizzi o contributi una tantum.

«Gesto d’attenzione»

Azioni, sottolinea Confcommercio, già avviate in questi anni in alcuni Comuni italiani come Giussano (Monza e Brianza), Verona e Palermo, e che dimostrano come i Comuni abbiano leve, sebbene limitate, per intervenire. La proposta degli sgravi inoltre per Fusini è calata su dati reali: «Se parliamo della Tari, nel momento in cui un’attività lavora al 50-60% per via dell’impatto dei cantieri produce anche rifiuti per il 50-60%. Non parliamo di somme elevate – precisa -, ma è un gesto d’attenzione in un momento in cui le imprese sono già sotto pressione».

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Per gli enti locali la soluzione tuttavia non sembra praticabile. «Il problema dell’impatto dei cantieri sulle attività commerciali è attenzionato e come Comune lo riconosciamo ed esprimiamo la massima solidarietà alle imprese e al lavoro di Confcommercio, ma l’applicazione di agevolazioni ha delle evidenti criticità», replica il vicesindaco e assessore al Commercio del Comune di Bergamo, Sergio Gandi. Oltre alla «risibilità dello sconto», che per l’assessore non cambierebbe le sorti di bilanci già in crisi, il rischio per le amministrazioni è di creare «un precedente economicamente insostenibile e di difficile gestione da un punto di vista amministrativo». In più, sottolinea Gandi, «gli sgravi riguarderebbero eventualmente il 2026. I termini di applicazione per l’anno in corso sono ormai decorsi». Le porte non sono chiuse: «Non escludo nulla per l’anno a venire», dice Gandi, che ritiene invece più ragionevole pensare ad altre vie. Da un lato servono «informative puntuali sullo stato di avanzamento dei lavori da parte dei committenti nei confronti dei commercianti, in modo che siano aggiornati in tempo reale sui disagi», dall’altro si possono ipotizzare «progetti one shot», come per esempio il sostegno ai negozi pagando campagne di comunicazione.

«Condividiamo l’esigenza di interventi, non possiamo rischiare chiusure nel tessuto commerciale. Ma queste scelte vanno valutate bene»

È d’accordo sulle difficoltà Andrea Saccogna, sindaco di Curno, dove i negozi vivono gli effetti dei lavori di Rfi per il raddoppio: «Siamo consapevoli dei disagi per i commercianti anche rispetto alla diminuzione del fatturato e condividiamo l’esigenza di interventi, non possiamo rischiare chiusure nel tessuto commerciale. Ma queste scelte vanno valutate bene. Quest’anno abbiamo già ricevuto diversi tagli dallo Stato e non abbiamo molto margine in parte corrente». Perdite nel fatturato ci sono state anche per alcuni negozi a Dalmine, in particolare con la chiusura della 525 per i lavori dell’e-Brt. «Ma con la Polizia locale abbiamo individuato una soluzione ottimale per garantire la circolazione nell’area – conclude il sindaco Francesco Bramani -. La nostra azione di pressing, anche tramite i dialoghi con Atb, ha portato a un’apertura anticipata della ss525».

«Calo del 50-60%»

Chi più, chi meno, ma tutti hanno toccato con mano l’impatto dei tanti e grandi cantieri in corso in città. Sono molti i negozi, soprattutto a San Tomaso e Grumello al Piano, a denunciare perdite di fatturato a causa dei lavori per le nuove opere per la mobilità sostenibile, come ad esempio l’e-Brt. «Con questi lavori ci stanno penalizzando tantissimo – commenta Ovidio Belotti del distributore Leoni di via Per Grumello -. I nostri clienti vanno altrove per rifornirsi, non possono impiegare mezz’ora per raggiungerci. In questi mesi abbiamo avuto cali anche del 60%». La situazione è dura anche per il negozio di abbigliamento Lazzari in via Moroni. «Da novembre abbiamo avuto perdite del 50% – spiega Thais Lazzari -. In più proprio oggi (ieri, ndr) ci siamo trovati la sorpresa della chiusura del parcheggio del nostro negozio: un ulteriore disagio e non da poco. Siamo davvero in difficoltà – prosegue Thais -. Ci auguriamo che una volta terminati i lavori tutto torni nella norma». Grossi disagi non li ha avuto Enzo Gilardi dell’omonima panificio in via San Tomaso de’ Calvi, ma a preoccuparlo è il futuro. «Un po’ di problemi li abbiamo avuti, via Moroni ormai è chiusa da tanto anche se ora la situazione si è un po’ sbloccata. Un calo importante del fatturato non l’abbiamo registrato, ma per noi non è facile effettuare le consegne come per i clienti arrivare da noi, ci mettono molto più tempo. In prospettiva però – sottolinea Gilardi – mi preoccupano di più la chiusura del passaggio a livello di via Moroni e la realizzazione della corsia preferenziale per l’e-Brt. È vero che i lavori bisogna farli – conclude -, ma non so come si metterà la situazione in futuro».



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