A FORUM PA 2025 è stato presentato un primo documento redatto dalla Task Force per l’intelligenza artificiale nella PA, voluta dal ministro Zangrillo e coordinata dal presidente Formez Giovanni Anastasi. Con Sergio Talamo, Direttore Comunicazione Relazioni istituzionali e Innovazione digitale di Formez, riprendiamo i principali spunti emersi ma soprattutto ci soffermiamo sui prossimi passi, che vedono il gruppo di lavoro concentrato su quattro obiettivi principali: i KPI: capire esattamente quali indicatori utilizzare per misurare il successo di una sperimentazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale; l’AI literacy, perché è molto importante fornire istruzioni complete e comprensibili per tutti i dipendenti pubblici; l’open source, perché molte amministrazioni chiedono soluzioni che non siano necessariamente proprietarie; le consultazioni per capire, ascoltando i dipendenti pubblici, quali sono i punti di forza e di debolezza dell’attuale situazione.
Ma nell’intervista parliamo anche dei timori che spesso ancora investono il tema dell’intelligenza artificiale, timori che secondo Talamo nascono soprattutto da due fattori: la paura di ciò che non si conosce e la volontà di mantenere le proprie posizioni rispetto a chi potrebbe insidiarle con nuove conoscenze. Ma il cambiamento non si ferma, va gestito.
Bisogna imparare a dialogare con le macchine, perché le nuove tecnologie riducono le barriere di ingresso e introducono un sistema di “empatia efficiente”: i nuovi linguaggi vanno oltre il machine learning tradizionale e imparano dal dialogo. Si tratta di sistemi che migliorano con l’uso.
E che spingono anche a riflessioni sul rapporto tra IA ed etica. In passato, gli algoritmi ci suggerivano scelte basandosi sui nostri comportamenti; oggi invece c’è creatività: un algoritmo impara a parlare e simulare emozioni come noi. Questo è un cambiamento epocale, che va gestito.
“Sono fiducioso che l’IA possa migliorare le nostre prestazioni e la nostra vita lavorativa – sottolinea Talamo – ma l’IA tocca anche la nostra identità creativa, culturale, emotiva e elaborativa. Per questo penso che persino il nome sia sbagliato: non intelligenza artificiale, ma intelligenza creativa. Se la vediamo così, diventa un partner, non un competitor”.
Il vero strumento etico è la formazione. “Dobbiamo evitare di ripetere lo stesso psicodramma dei social media: non vietarli, ma imparare a usarli e gestirne i rischi. Così come nessuno guiderebbe un’auto senza patente, dobbiamo imparare a usare queste nuove “autostrade telematiche””, conclude Talamo. Un tema centrale anche per le professioni della comunicazione. Di recente è stata introdotta la nuova figura del social media e digital manager nella PA, una grande novità raggiunta con il decreto PA del maggio 2025. Ne abbiamo parlato in un convegno a FORUM PA 2025. Una nuova figura che ha bisogno ora di un profilo e di un inserimento nelle strutture organizzative, ma rappresenta già un passo importante: stabilisce che servono figure specializzate per questa nuova fase.
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