Nel cuore della Sardegna, tra Meana Sardo e Oliena, si è svolto il 28 e 29 giugno scorsi il primo Congresso nazionale dei paesaggi rurali storici: due giornate per promuovere un modello di sviluppo locale sostenibile fondato sul paesaggio agricolo di qualità
La Sardegna, a fine giugno, ha celebrato i suoi paesaggi rurali storici e quelli del “continente” italiano ospitando il primo Congresso nazionale dei paesaggi rurali storici dell’isola: un fine settimana significativo dedicato all’approfondimento del paesaggio viticolo e olivicolo, così come alla celebrazione dei paesaggi agricoli riconosciuti e in corsa per il riconoscimento come paesaggi rurali storici dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) in quanto iscritti al Registro dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico, delle Pratiche Agricole e Conoscenze Tradizionali.
Meana Sardo e Oliena, laboratori a cielo aperto del paesaggio storico
L’evento ha coinvolto le comunità di Meana Sardo e Oliena in provincia di Nuoro, diventando un punto di riferimento per esperti, mondo della produzione, istituzioni locali e regionali così come cittadini interessati alla valorizzazione del paesaggio agrario tradizionale italiano. L’iniziativa ha, inoltre, rappresentato un importante momento di confronto per condividere esperienze, conoscenze e strategie legate alla tutela e alla gestione del paesaggio agricolo che vanta una storicità in relazione
- all’integrità dell’uso del suolo,
- alle dinamiche di trasformazione
- e ad elementi quali
- i sesti di impianto,
- le tecniche di allevamento
- e le sistemazioni idraulico-agrarie,
a confermare il carattere culturale e identitario di questi territori, ma anche il loro valore determinato dal potenziale nonché dalla capacità di fungere da attrattore turistico e motore di sviluppo locale sostenibile.
Paesaggi agricoli tra identità culturale e sviluppo sostenibile
Nel corso delle due giornate si sono alternate sessioni convegnistiche che hanno visto il coinvolgimento di esperti, così come di rappresentanti istituzionali locali e regionali e del mondo della produzione viticola e olivicola, e momenti di confronto pubblico, così come visite guidate ai luoghi di produzione all’interno delle due aree iscritte al Registro ricadenti nei confini amministrativi di Meana Sardo e Oliena, ovvero, “I vigneti eroici di Meana Sardo” e “Gli oliveti pascolati nel Comune di Oliena”.
I partecipanti hanno avuto modo di esplorare i caratteri distintivi del paesaggio rurale sardo e di quello storico in particolare, modellato nei secoli dal lavoro agro-pastorale, e di discutere le opportunità offerte dall’iscrizione di questi paesaggi al Registro Masaf.
Temi come la conservazione attiva e dinamica, l’innovazione in agricoltura e il turismo lento sono stati al centro dei dibattiti.
Un congresso tra scienza, territorio e comunità
Meana Sardo e Oliena, due paesi situati nel cuore della Sardegna che incarnano la ricchezza e la complessità del paesaggio storico isolano, sono stati scelti non a caso come sedi del Congresso. Qui, la stretta relazione tra ambiente naturale, insediamenti umani e saperi tradizionali è ancora viva e ben visibile, offrendo un laboratorio a cielo aperto per chiunque voglia studiare e valorizzare il legame tra paesaggio e comunità.
Verso una politica integrata per la tutela attiva del paesaggio
L’incontro tra conoscenza tecnico-scientifica e pratica quotidiana ha reso l’evento un esempio concreto di dialogo intergenerazionale nonché interdisciplinare e il successo dell’iniziativa conferma l’urgenza di mettere in campo politiche integrate che riconoscano il ruolo così come l’importanza del paesaggio rurale non considerandolo semplicemente come un elemento estetico, bensì come sistema vivente e dinamico che continua a esistere grazie all’opera dei suoi custodi, gli agricoltori.
In questo senso, la Sardegna si propone come vero e proprio modello e territorio d’elezione per sperimentare ed avviare azioni di tutela e valorizzazione guardando alla funzione eco-sistemica e alla multifunzionalità dell’agricoltura tradizionale di collina e di montagna. Nella stragrande maggioranza del nostro Paese, da secoli la nostra agricoltura continua, infatti, a svolgere un importantissimo ruolo in termini di presidio del territorio, oltre che di produzione di cibo, prevenzione del rischio-idrogeologico e degli incendi per citare solo alcuni esempi ed è ora di riconoscere al paesaggio prodotto dall’agricoltura un ruolo non meno rilevante: quello di forte attrattore turistico nonché asset socio-economico e ambientale dal grande potenziale, fino a porsi quale “antidoto” contro l’abbandono e lo spopolamento.
Federica Romano, Coordinatrice di Programma della Cattedra Unesco “Paesaggi del Patrimonio Agricolo” dell’Università di Firenze, Coordinatrice dell’Associazione dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico (PRIS) e Responsabile Settore Paesaggio dell’Associazione nazionale Città dell’Olio
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