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» Torna a vivere dopo 74 anni il Mulino “De Giorgis” di Poggio Umbricchio


Un simbolo ritrovato dell’identità montana: progetto di recupero Gal, Pro Loco e l’artigiano Gino Di Benedetto

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Torna a nuova vita, dopo 74 anni, il Mulino “De Giorgis”, risalente al XVIII secolo e parte dell’antica rete di antichi mulini ad acqua dell’Appennino Teramano. Un prezioso e certosino intervento di restauro, voluto e promosso dal GAL Gran Sasso Laga in sinergia con la Pro Loco di Poggio Umbricchio e alla ditta Gino Di Benedetto nell’ambito di un progetto dedicato alla valorizzazione del patrimonio rurale e delle aree interne, ha restituito al territorio uno degli ultimi testimoni di una storia molto importante per la vita delle comunità montane.

L’inaugurazione dell’opera, restaurata grazie alla sapiente maestria artigiana di Gino Di Benedetto, ha visto la partecipazione di istituzioni regionali e locali, cittadini, turisti e numerosi rappresentanti della comunità. Il recupero del Mulino rappresenta non solo la rinascita di un bene architettonico, ma l’attivazione di un progetto culturale e sociale ben più ampio, orientato allo sviluppo sostenibile delle aree interne.

“Dopo anni di abbandono – ha dichiarato il presidente del GAL Gran Sasso Laga, Carlo Matone – il Mulino De Giorgis è di nuovo visibile e accessibile, pronto ad accogliere percorsi di turismo lento ed esperienziale, oltre a laboratori didattici per le scuole. Questo intervento non recupera solo l’aspetto architettonico, ma restituisce identità e centralità a un luogo un tempo essenziale per la vita delle comunità montane”.

Il progetto è parte di una visione sostenibile dello sviluppo territoriale, che si propone di contrastare lo spopolamento delle aree interne e valorizzare le risorse locali attraverso esperienze autentiche legate alla storia, alla cultura e ai paesaggi dell’Appennino abruzzese.

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La riapertura del Mulino De Giorgis è il simbolo concreto della ricostruzione di una storia che si era bruscamente interrotta 74 anni fa, quando, negli anni ’50, lo spopolamento delle aree montane costrinse molte famiglie ad abbandonare i propri borghi e mestieri. 

La ristrutturazione ha voluto restituire al mulino la sua piena funzionalità originaria, seguendo i principi del recupero filologico e dell’autenticità, con l’impiego di materiali compatibili e tecniche tradizionali. L’artigiano Gino Di Benedetto, esperto in lavorazioni tradizionali, ha operato manualmente, pezzo dopo pezzo, analizzando i resti originali e ricostruendo i meccanismi secondo la logica e il sapere tramandato.

Sono state restaurate e riposizionate le antiche macine, ricostruite le pale della ruota orizzontale, l’albero collegato alle macine superiori e la canaletta che convoglia l’acqua, cuore del meccanismo del mulino. La pala, ricavata da un unico blocco di rovere, è stata lavorata interamente a mano, così come la tramoggia, l’antico contenitore per il grano.

Un lavoro che ha richiesto competenza tecnica, ma anche sensibilità storica e profonda conoscenza del territorio, reso possibile anche grazie alla partecipazione attiva della comunità locale.

Il Mulino De Giorgis non è solo un bene restaurato: è un organismo vivo, pronto ad accogliere visitatori, scolaresche e camminatori. Inserito nella rete del “Sentiero dei Mulini”, potrà diventare punto nevralgico di itinerari di trekking, cicloturismo e cammini lenti tra crinali e borghi montani, offrendo un’esperienza integrata di natura, cultura e tradizioni e portando alla scoperta dei borghi montani limitrofi, dell’enogastronomia del territorio e delle varie forme di ospitalità diffusa che il GAL sta anche mettendo a sistema. 

Il GAL ha, inoltre, installato pannelli informativi che dettagliano la storia del mulino e l’intervento di recupero, oltre a realizzare la brochure divulgativa “Breve storia del mulino: tra ingegno umano e radici mediterranee”, distribuita gratuitamente e pensata proprio per sensibilizzare i visitatori e offrire strumenti di lettura storica del territorio.

Il mulino sarà anche destinato a visite guidate e laboratori didattici per le scuole, dove gli studenti potranno osservare da vicino la macinazione del grano e riscoprire gli antichi mestieri della montagna.

All’inaugurazione, svoltasi ieri pomeriggio, erano presenti, oltre al presidente del GAL Carlo Matone, il presidente della Pro Loco di Poggio Umbricchio Enzo Evangelista, il presidente della Provincia Camillo D’Angelo, la consigliera regionale Marilena Rossi, l’assessore di Crognaleto Anna Forti, il sindaco di Fano Adriano Luigi Servi, oltre a numerosi cittadini e visitatori. Una partecipazione sentita, che testimonia quanto questo luogo sia parte integrante della memoria collettiva e della nuova progettualità per l’Appennino abruzzese.

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