Un nuovo corso di laurea per imparare a raccontare le cose belle che l’Italia sa fare bene. Parte dal prossimo anno accademico il diploma di laurea triennale in mediazione linguistica per il made in Italy alla Scuola Superiore per Mediatori Linguistici San Domenico, il direttore Carlo Nofri parla di un nuovo progetto che arricchisce la grande attività di ricerca e innovazione nata dall’istituto e arricchita dall’ente di ricerca Ossmed, sempre nell’ambito di Fermo città della apprendimento: “In autunno si compirà questa progettualità che è una sfida ma anche un’offerta formativa che si pone in continuità con la recente istituzione ministeriale del Liceo del Made in Italy e in una prospettiva di attiva collaborazione con l’ITS Smart di Fermo e con Confindustria Fermo che hanno già esplicitamente appoggiato l’iniziativa. Ma naturalmente la vocazione di questo corso è quella di stabilire proficui rapporti di collaborazione con tutte le realtà associative delle imprese e con gli enti pubblici del nostro territorio, a partire dall’Ente Universitario del Fermano”, spiega Nofri. Il consigliere regionale Marco Marinangeli rappresenta la Regione Marche e sottolinea la qualità di un lavoro che ha portato ad una crescita importante: “Era ed è necessario che le istituzioni ci siano, siano vicine e riconoscano la qualità di quello che si fa. Questo è ancora un nuovo inizio, si arricchisce l’offerta didattica universitaria della città. Il Governo ha fatto nascere il liceo del made in italy proprio sottolineando questo valore nel mondo, la speranza è di tenere qui con noi i ragazzi che formiamo, preziose risorse per il nostro territorio e per le imprese”.
L’obiettivo principale è formare e trattenere sul territorio figure professionali di alto profilo, che possano contribuire allo sviluppo della filiera delle Marche e all’internazionalizzazione delle imprese: “E’ già aperto il dialogo con imprese e brand del territorio, qui insegneranno gli esperti, capitani di industria, proporremo storie di successo con approccio accademico. L’idea è integrare il sapere accademico con il saper fare, con tirocini effettuati presso le aziende, oltre a collaborare con altri atenei marchigiani invitando esperti e docenti secondo una logica inter accademica in voga all’estero ma che comincia a farsi strada in Italia. È una proposta in grado di attrarre non solo studenti italiani da fuori regione ma anche studenti stranieri”. Per questo il Piano degli Studi prevede un originale mix di discipline: Inglese; una lingua a scelta tra Francese, Tedesco, Spagnolo e Russo; Italiano per stranieri (per studenti internazionali); LIS; Informatica applicata e IA; Sottotitolazione; Video-making; Comunicazione giornalistica; Laboratorio di teatro in lingua inglese; Storia, Cultura e Marketing del Made in Italy; Storia del costume e della moda; Eccellenze dell’enogastronomia italiana; Storia dell’Arte e dei Beni Culturali delle Marche; Geografia e marketing del Turismo.”Speriamo sia finalmente dopo 8 anni occasione per un dialogo e comunicazione con Euf, pensiamo di aver raggiunto un livello di maturazione per cui siamo un pezzo del patrimonio della città”.
Presente l’assessore alla cultura Micol Lanzidei che ha sottolineato la crescita della realtà fermana in relazioni e progetti, anche con il legame con l’Unipop: “I risultati arrivano ed è il tempo di investirci di più. Apriamo finestre sul mondo, da qui parte una nuova visione. Il made in italy per me è il bello ben fatto, abbiamo ancora tanti progetti in cantiere e li porteremo tutti a casa”. Tra i più grandi sostenitori di Fermo learning city Unesco è Francesco Trasatti che spiega: “Serve uno scatto di qualità e di partecipazione, di crederci davvero. Sono convinto che da questo punto di vista ci debba essere una presa di consapevolezza da parte di tutti”.
Angelica Malvatani
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