Piombino (LI) – 7 luglio 2025: la Regione approva lo schema d’accordo Metinvest‑Danieli (delibera 937, 31 pagine) – ma a oggi quel testo attende ancora timbri ministeriali, numeri di protocollo e pubblicazione integrale (Metropolitana Firenze, Toscana Notizie).
10 luglio 2025: MIMIT e Palazzo Chigi celebrano la firma “ufficiale” con tanto di foto‑opportunity (Ministero Imprese e Made in Italy). Il PDF definitivo? Introvabile. Altro che trasparenza: l’atto che dovrebbe rilanciare Piombino resta per ora “fantasma”. Nel frattempo JSW conta 1.300 addetti (di cui 810 in cassa a zero ore) e attende la proroga di ammortizzatori fino al 2026 (Siderweb); Metinvest promette 1.100 posti fra diretti e indiretti, ma solo dal 2028 in poi (Shipping Italy).
I documenti a nostra disposizione scaricabili:
Accordo programma metinvest bozza
Delibera n.937 del 07-07-2025
Accordo di programma- Allegato A
Un SIN (da bonificare) malleabile come pongo in base alle convenienze dei privati?
Nel 1998 il Sito di Interesse Nazionale misurava 928 ha a terra, 2.000 ha a mare — numeri scolpiti nei decreti 2000 e 2006 (expometals.net).
Da allora i confini cambiano «quando serve»:
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2014 – Aferpi punta al Quagliodromo per espandersi; nasce un’ipotesi di variante che avrebbe inglobato un’area naturalistica da 40 ha.
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2021 – il Comune chiede di inserire le discariche ex Rimateria (+ 50 ha) perché la bonifica rientri nei fondi statali.
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Oggi – la discarica “36 ettari” diventa centrale: senza rimuoverla non parte l’acciaieria Metinvest; quindi bonifica lampo (con soldi pubblici) e via.
Morale: il perimetro del SIN sembra un elastico tirato ogni volta dall’imprenditore di turno.
Occupazione: i conti che proprio non tornano
Il Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Piombino si estende su circa 900 ettari. Quest’area comprende sia terreni che la falda acquifera sottostante ed è caratterizzata dalla presenza di rifiuti speciali e discariche (alcune delle quali abusive), area sulla quale negli anni ’80 del secolo scorso lavoravano fino a diecimila persone (compreso l’indotto).
Ma nel 2030, cosa offrirà il progetto siderurgico di Metinvest e JSW alla città di Piombino? Vediamolo in questa tabella.
Lucchini anni ’90 | JSW 2025 | Metinvest 2028‑29 (target) | |
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Addetti diretti | 8.000 | ~1.300 (CIG inclusa) | 1.100 |
Produzione | 2‑3 Mt/anno (altoforno) | quasi zero | 2,5‑2,7 Mt/anno (EAF‑DRI) |
CO₂ per tonn. | > 1,8 t | n.d. | ≈ 0,2 t |
La matematica è semplice: si produrrà la stessa acciaieria “di un tempo” con circa un settimo della forza lavoro. Automazione, linee robotizzate, gestione da remoto – tutte cose che riducono la fatica ma bruciano migliaia di posti. Dodici anni di CIG e altrettanti di corsi di riqualificazione per rientrare in 1.100 caselle?
Oppure è solo un’altra operazione di welfare aziendale camuffata da sviluppo? E il lavoro per i giovani?
Gli accordi Sindacato‑Metinvest dicono che “la priorità di assunzione andrà ai lavoratori in esubero JSW” (Siderweb).
Spazio per nuovi diplomati e laureati: residuale. E che fine faranno allora questi ragazzi e ragazze quando tutto il territorio sarà vincolato nuovamente a questa “nuova” monocultura siderurgica?
La scommessa (azzardata) sulla doppia siderurgia
Metinvest produrrà coils “green”, JSW spera di rilanciare la produzione di rotaie. Due padroni, un solo porto, stessa aria da respirare. Va bene diversificare i prodotti, ma l’economia cittadina resta monoculturale. E se il mercato mondiale gira male (vedi il crollo del prezzo dei coils nel 2020, o la sovrapproduzione cinese in corso (expometals.net)), Piombino torna al palo.
In più, la convivenza logistica non è scontata: il porto riceverà 157 milioni per banchine e dragaggi (Shipping Italy), ma dovrà ospitare due flussi di materie prime, parchi rottame, DRI ucraino che arriverà via mare — il tutto accanto ai traghetti turistici dell’Elba. Rischio “effetto Taranto”: un’infrastruttura portuale mono‑cliente che soffoca le altre vocazioni.
Geopolitica: il jolly (e il tallone d’Achille) ucraino
Metinvest porta know‑how e ferro a basso tenore di carbonio dalla regione di Kryvyi Rih. L’Europa spalanca la porta perché teme la concorrenza asiatica e vuole acciaio “CBAM‑ready” (ShipMag).
Ma la guerra è tutt’altro che finita: logistica sotto tiro, costi di assicurazione alle stelle, incertezza su forniture di gas per gli impianti DRI. Un investimento da 2,5 mld che dipende da fronti militari e dazi doganali è, per definizione, ad alto rischio. Cosa penseranno di tutto questo gli istituti di credito che dovranno (o dovrebbero) finanziare l’operazione?
Che fare adesso (davvero) per i residenti (tutti) a Piombino
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Trasparenza immediata: pubblicare il testo definitivo, allegati compresi, prima di cantare vittoria.
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Clausole di salvaguardia sociale: destinare un pacchetto di assunzioni obbligatorie (< 30% del totale) ai giovani under‑35 locali.
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Diversificare: usare l’ex‐Quagliodromo (finalmente salvo da Metinvest, ma non da SNAM) per incubare filiere green non siderurgiche: cantieristica, turismo nautico, ma anche nel caso, impianti per idrogeno verde e riciclo della plastica.
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Bonifiche vere: La falda e i terreni vanno messa in sicurezza prima, non dopo l’avvio degli impianti. e la legge è del 2000 (25 anni fa).
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Porto multiuso: fissare per legge quote di traffico non siderurgico, per evitare l’assorbimento totale di banchine e retro‑porti. Non si può vivere dei soli traghetti per l’Elba.
Se il piano Metinvest sarà carburante per queste politiche, ben venga. Se resterà un maxi sussidio mascherato, destinato a prolungare la cassa integrazione e a rinviare la diversificazione, Piombino avrà perso l’ennesimo treno (il quarto consecutivo) sancendo definitivamente l’era siderurgica in questa città che ha 38 chilometri di costa e tre porti di cui due turistici.
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