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Banche russe sotto pressione: cresce il rischio di una crisi da crediti deteriorati


Aumentano i timori nel sistema delle banche russe per l’esplosione dei crediti deteriorati. Le principali banche valutano il sostegno dello Stato

banche russeLa crescente incidenza dei crediti deteriorati nei bilanci degli istituti finanziari russi sta sollevando forti preoccupazioni tra i dirigenti bancari. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, almeno tre tra le principali banche del Paese – classificate come sistemiche dalla Banca Centrale – starebbero valutando l’ipotesi di una ricapitalizzazione pubblica nel corso dei prossimi dodici mesi.

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Le discussioni interne ai vertici finanziari si stanno intensificando, complice una qualità creditizia che, secondo fonti anonime, potrebbe essere ancora peggiore di quanto ufficialmente riportato. Il deterioramento dei portafogli rischia di diventare ingestibile se la situazione economica dovesse peggiorare ulteriormente nel 2026.

Dati in peggioramento: il caso di VTB e il monito di Sberbank

La banca VTB, secondo maggior istituto russo, ha recentemente annunciato che la quota di crediti problematici nel segmento retail ha raggiunto il 5%, pari a circa 377 miliardi di rubli. Un livello già elevato, che potrebbe salire fino al 7% entro il prossimo anno, come anticipato dal vicepresidente Dmitriy Pianov.

Anche Herman Gref, amministratore delegato di Sberbank – il principale istituto del Paese, controllato dallo Stato – ha lanciato un allarme agli azionisti: i tempi si annunciano tutt’altro che semplici. Dietro i toni formali si cela un’evidente inquietudine per la tenuta del sistema nel medio termine.

Banche russe formalmente solide, ma sotto stress

Paradossalmente, gli indicatori di bilancio delle banche russe non mostrano ancora segnali di cedimento. I profitti restano elevati, grazie soprattutto ai tassi d’interesse eccezionalmente alti, ormai vicini al 20%. Tuttavia, questa apparente solidità nasconde debolezze strutturali che potrebbero emergere se la qualità del credito dovesse continuare a deteriorarsi.

La Banca Centrale, sotto la guida di Elvira Nabiullina, ha sollecitato gli istituti a concentrarsi sulla ristrutturazione dei prestiti problematici, piuttosto che contabilizzarne l’intero ammontare. Una strategia che ha l’obiettivo di evitare il panico nei mercati, ma che potrebbe anche rimandare l’inevitabile.

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L’arsenale della Banca Centrale: capitali di riserva e precedenti storici

Per ora, Nabiullina ha rassicurato gli operatori, affermando che il settore bancario è adeguatamente capitalizzato, con riserve di capitale per circa 8 trilioni di rubli (circa 102 miliardi di dollari). In caso di necessità, la Banca Centrale potrebbe ricorrere alla “riserva macroprudenziale”, uno strumento che consente alle banche di operare con indici patrimoniali inferiori ai minimi normativi, assorbendo temporaneamente le perdite.

Non sarebbe la prima volta che Mosca interviene per salvare il sistema bancario. Già nel 2017, il governo aveva speso oltre un trilione di rubli per ricapitalizzare tre importanti istituti in difficoltà: Otkritie, Promsvyazbank e B&N Bank.

Rischio contenuto o crisi in arrivo?

Nonostante le rassicurazioni ufficiali, cresce il timore che la tenuta del sistema bancario possa essere messa a dura prova nei prossimi mesi. Se le perdite dovessero superare le capacità di assorbimento delle riserve, il governo potrebbe essere chiamato ancora una volta a intervenire con fondi pubblici. Uno scenario che, in un contesto economico già appesantito dalla guerra e dalle sanzioni, rappresenterebbe una sfida politica oltre che finanziaria.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati



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