Il settore della nautica da diporto entra ufficialmente nell’era della transizione ecologica grazie al Fondo per gli aiuti alla nautica sostenibile, un’iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che punta a ridurre le emissioni e promuovere l’uso di motori elettrici o ibridi. Con il decreto direttoriale 16 maggio 2025, n. 79, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, è stato dato il via a una misura concreta: contributi a fondo perduto per la sostituzione dei vecchi motori endotermici installati sulle imbarcazioni da diporto. Una vera svolta per armatori privati, cantieri, circoli nautici e operatori del settore.
La scadenza inizialmente prevista per la presentazione delle domande era fissata al 3 luglio 2025, ma è stata prorogata ufficialmente al 1° ottobre 2025. Questo slittamento permette a molti più operatori del settore di valutare con attenzione le possibilità offerte dall’incentivo, preparare la documentazione necessaria e cogliere un’opportunità concreta per ammodernare il proprio parco natanti in ottica green. È già disponibile anche un primo elenco dei beneficiari pubblicato sul sito del MIT, a dimostrazione della concreta operatività della misura.
In questo articolo analizziamo nel dettaglio come funziona il fondo, chi può accedere, quali sono i requisiti, i vantaggi fiscali, economici e ambientali, oltre a offrire consigli pratici su come risparmiare legalmente sfruttando l’agevolazione.
Proroga al 1° ottobre 2025
Il calendario delle scadenze per l’accesso al Fondo per la nautica da diporto sostenibile è stato ufficialmente aggiornato. Con il Decreto direttoriale del 14 luglio 2025, il termine per presentare le domande è stato ulteriormente prorogato alle ore 12:00 del 1° ottobre 2025. Si tratta della seconda proroga, dopo quella già stabilita dal Decreto MIMIT del 9 giugno, che aveva fissato la nuova scadenza al 15 luglio. La decisione risponde all’esigenza di dare più tempo a privati e imprese per preparare i progetti e ottenere i benefici.
In parallelo, il Decreto del 20 giugno 2025 ha segnato un altro passaggio chiave: il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha pubblicato l’elenco delle domande ammesse, allegato al provvedimento come “Allegato A”, confermando così la concessione ufficiale delle agevolazioni ai primi beneficiari. Le regole operative della misura, fondamentali per comprendere i requisiti e le modalità di accesso, sono state definite in modo chiaro con il Decreto direttoriale dell’11 marzo 2025.
L’incentivo consiste in un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili, con importi variabili in base al tipo di beneficiario: fino a 8.000 euro per le persone fisiche e 50.000 euro per le imprese. Il contributo per la sostituzione dei motori varia in base alla tecnologia adottata: 2.000 euro per ogni motore elettrico fuoribordo con batteria integrata (da almeno 0,5 Kw fino a 12 Kw) e 10.000 euro per motori con batteria esterna, entrobordo, entro fuoribordo o POD di propulsione. Una misura pensata per incentivare l’efficienza energetica e la sostenibilità, con impatti economici rilevanti per chi decide di rinnovare il proprio parco mezzi.
Requisiti e soggetti esclusi
Il Fondo per gli incentivi alla nautica da diporto sostenibile è destinato sia a persone fisiche che a imprese che operano nel settore della navigazione da diporto, ma nel rispetto di requisiti precisi. L’agevolazione è infatti rivolta esclusivamente a proprietari di unità da diporto utilizzate per tre specifiche finalità: navigazione sportiva o ricreativa senza fine di lucro, come stabilito dall’art. 1, comma 2, del Codice della nautica da diporto; finalità commerciali, secondo l’art. 2, comma 1; oppure nautica sociale, disciplinata dall’art. 2-bis, comma 1.
Per quanto riguarda le persone fisiche, i requisiti per l’accesso al fondo sono chiari: residenza in Italia, pieno godimento dei diritti civili e assenza di cause di incapacità a ottenere agevolazioni pubbliche. Le imprese, invece, devono essere attive, regolarmente costituite, iscritte al Registro delle Imprese e in regola con la restituzione di eventuali aiuti pubblici oggetto di recupero. Anche per le imprese, valgono i principi di trasparenza, legalità e operatività economica.
Sono però espressamente escluse le imprese che operano nei settori non rientranti nel regolamento de minimis, in particolare pesca e acquacoltura, come indicato dal codice ATECO. Esclusi anche i soggetti colpiti da sanzioni interdittive, coinvolti in procedimenti antimafia, in liquidazione o soggetti a procedure concorsuali, e i cui rappresentanti siano stati condannati penalmente per reati rilevanti ai fini delle normative sugli appalti pubblici. Queste clausole garantiscono che l’accesso ai fondi pubblici sia riservato a soggetti affidabili e in regola sotto ogni profilo normativo.
Spese ammissibili
Il cuore dell’agevolazione prevista dal Fondo per la nautica da diporto sostenibile è rappresentato dalla sostituzione dei vecchi motori endotermici, alimentati da carburanti fossili, con motori elettrici di nuova generazione. Le spese ammesse al contributo devono riguardare interventi precisi, in particolare: l’acquisto di motori elettrici, la rottamazione obbligatoria del motore esistente e, se necessario, l’acquisto e l’installazione di un pacco batterie idoneo al funzionamento del nuovo sistema propulsivo.
Sono considerate agevolabili solo le spese sostenute per motori con potenza compresa tra 0,5 kW e 12 kW, utilizzabili su unità da diporto delle seguenti tipologie:
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Fuoribordo (FB), predisposti per il montaggio sulla poppa;
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Entrobordo (EB) e entrofuoribordo (EFB), integrati nella carena;
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Sistemi di propulsione POD, cioè con elica posizionata sotto lo scafo e motore incorporato.
Per rientrare tra le spese ammissibili, i motori e le batterie devono rispettare una serie di standard tecnici e normativi ben precisi. I motori devono essere conformi al Decreto legislativo 11 gennaio 2016, n. 5 e rispondere allo standard UNI EN 16315. Le batterie al litio, invece, devono essere conformi allo standard ISO/TS 23625:2021, mentre per le batterie di altra tipologia valgono le disposizioni del Regolamento UE 2023/1542 relativo alla sostenibilità e al riciclo dei rifiuti da batterie.
Questi requisiti tecnici garantiscono che l’incentivo pubblico favorisca davvero una transizione sostenibile, premiando chi sceglie soluzioni moderne, sicure ed ecocompatibili. Inoltre, la presenza di norme europee e italiane come riferimento rende il quadro più solido e coerente anche dal punto di vista fiscale e ambientale.
Importo dell’aiuto
Uno degli elementi più attrattivi del Fondo per la nautica da diporto sostenibile è senza dubbio l’entità del contributo a fondo perduto, pensato per alleggerire concretamente il costo della transizione ecologica. Il contributo massimo riconosciuto copre fino al 50% delle spese ammissibili, con importi variabili in base al tipo di motore acquistato e alla natura del richiedente (persona fisica o impresa).
Nel dettaglio, i contributi sono così articolati:
Ogni beneficiario può presentare una sola domanda, ma con differenze nei tetti massimi:
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Le persone fisiche possono richiedere l’agevolazione per massimo due motori, fino a un contributo complessivo non superiore a 8.000 euro.
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Le imprese, invece, possono ottenere agevolazioni fino a 50.000 euro, anche per l’acquisto di più motori, sempre nel rispetto dei limiti di spesa e delle tipologie ammissibili.
Le agevolazioni concesse alle imprese rientrano nel regime “de minimis”, secondo quanto previsto dalla normativa europea sugli aiuti di Stato. Questo significa che i contributi possono essere cumulati con altri incentivi pubblici, anche se sempre entro i tetti fissati dal regolamento UE, per evitare il superamento dei massimali consentiti.
Questa struttura di agevolazione è pensata per favorire sia il singolo diportista che decide di investire in soluzioni più sostenibili, sia le imprese del settore nautico che vogliono rinnovare o ampliare il proprio parco imbarcazioni in chiave green, ottenendo un vantaggio economico e competitivo.
Come presentare la domanda
Accedere agli incentivi per la nautica da diporto sostenibile richiede una procedura precisa e interamente digitalizzata. I soggetti in possesso dei requisiti devono presentare un’istanza telematica al Ministero delle Imprese e del Made in Italy esclusivamente attraverso la piattaforma informatica disponibile sul sito istituzionale di Invitalia, come stabilito dal Decreto direttoriale dell’11 marzo 2025. Le domande devono essere compilate in lingua italiana e pervenire entro il termine perentorio del 1° ottobre 2025, pena la loro inammissibilità.
Per accedere alla piattaforma è necessario essere in possesso di SPID, CIE (Carta di identità elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). È inoltre obbligatorio disporre di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva. In alternativa, è possibile delegare la compilazione a un terzo, purché dotato di regolare delega autenticata secondo le formalità previste dagli articoli 21 e 38 del D.P.R. 445/2000.
All’interno della domanda devono essere indicati:
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I dati anagrafici del richiedente;
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Gli estremi della licenza di navigazione o della DCI (Dichiarazione di Conformità all’Imbarcazione) per il natante oggetto dell’intervento, con matricola del motore endotermico da rottamare;
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L’importo del contributo richiesto, corredato da un preventivo dettagliato che documenti sia il costo del nuovo motore elettrico conforme ai requisiti tecnici previsti, sia l’eventuale spesa per il pacco batterie;
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L’indirizzo PEC per le comunicazioni ufficiali.
Al termine della compilazione, il sistema rilascia un Codice Unico di Progetto (CUP), obbligatorio per tutti i giustificativi di spesa legati all’investimento agevolato, in conformità con l’art. 11 della Legge 16 gennaio 2003, n. 3, e con quanto disposto dal DL 13/2023, convertito dalla Legge 41/2023.
Questa procedura informatizzata garantisce trasparenza e tracciabilità e rende più semplice per imprese e cittadini usufruire delle agevolazioni, senza oneri burocratici inutili.
Vantaggi economici, fiscali e ambientali
Oltre al beneficio diretto del contributo a fondo perduto fino al 50% della spesa sostenuta, il fondo per la nautica sostenibile offre una serie di vantaggi collaterali che lo rendono un’occasione da cogliere non solo per motivi ecologici, ma anche economici e fiscali. Primo tra tutti, la possibilità di ammortizzare rapidamente il costo di sostituzione grazie all’incentivo, riducendo drasticamente il tempo di ritorno dell’investimento per l’utente finale.
Per le imprese del settore nautico, questo si traduce anche in un vantaggio competitivo, perché disporre di un parco imbarcazioni elettriche consente di promuovere servizi di noleggio e turismo nautico “green”, sempre più richiesti da una clientela attenta all’impatto ambientale. In più, le spese non coperte dal contributo possono comunque rientrare tra i costi deducibili fiscalmente, a condizione che siano correttamente documentate e imputabili all’attività d’impresa.
Dal punto di vista ambientale, la sostituzione dei vecchi motori a benzina o diesel con motori elettrici riduce significativamente emissioni di CO₂, rumore e inquinamento marino, migliorando la vivibilità delle acque interne e delle aree costiere. Questo impatta positivamente anche sulla reputazione ambientale di porti, circoli nautici e aziende operanti nel settore, che possono così allinearsi agli obiettivi di sostenibilità europei e regionali.
In un periodo in cui le normative fiscali premiano sempre di più gli investimenti ecocompatibili, aderire a questa misura rappresenta anche una scelta lungimirante dal punto di vista della pianificazione fiscale, in quanto si inserisce perfettamente in una strategia di risparmio legale e ottimizzazione dei costi aziendali.
Conclusioni
Il Fondo per gli incentivi alla nautica da diporto sostenibile rappresenta una delle misure più concrete e operative a sostegno della transizione ecologica nel settore marittimo. Con contributi a fondo perduto fino a 50.000 euro per le imprese e 8.000 euro per i privati, e con una scadenza prorogata al 1° ottobre 2025, l’iniziativa offre una reale possibilità di aggiornare il proprio parco natanti, ridurre l’impatto ambientale e allo stesso tempo beneficiare di un risparmio economico e fiscale.
L’accesso alla misura è vincolato a precisi requisiti, ma anche fortemente semplificato grazie alla procedura digitale tramite Invitalia, con accesso via SPID, CIE o CNS. Inoltre, i vantaggi non si fermano al solo contributo: chi investe nella nautica elettrica oggi aumenta il valore dell’imbarcazione, migliora l’immagine aziendale e si prepara alle normative ambientali del futuro.
Per professionisti, imprese, circoli nautici o semplici appassionati diportisti, questo è il momento giusto per agire. Valuta l’idoneità della tua imbarcazione, richiedi un preventivo e presenta la domanda prima della scadenza. In un contesto normativo sempre più orientato alla sostenibilità, chi investe oggi risparmia domani, e lo fa in modo completamente legale, trasparente e strategico.
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