È un punto di svolta, quantomeno annunciato, rispetto alle scelte della precedente amministrazione, quello che la giunta Mezzetti vuole imprimere al progetto dello studentato privato da 360 posti letto in zona Sacca, oggetto di forti contestazioni da parte dei cittadini che temono il rischio di un nuovo R-Nord o Costellazioni.
Un progetto, quello dello studentato, nato sotto la guida della precedente giunta Muzzarelli, attraverso una serie di accordi urbanistici che hanno lasciato praticamente carta bianca ai privati costruttori e gestori. Sia sotto gli aspetti urbanistici che sociali.
Ma oggi il quadro è cambiato. A ribadirlo è stata Francesca Maletti, vicesindaco e assessore ai servizi sociali, nel corso dell’incontro pubblico sabato nella sala consiliare del quartiere, presso la palazzina Pucci, dove decine di cittadini hanno chiesto garanzie su sicurezza, qualità dell’abitare e integrazione nel tessuto urbano e sociale. Insieme a lei l’Assessore all’urbanistica Carla Ferrari e il presidente del quartiere Giovanni Gobbi.“Finché l’intervento era completamente privato, il Comune non poteva entrare nella gestione’ – ha spiegato Maletti –. ‘Ma ora che la proprietà hanno ottenuto circa 5 milioni di euro di finanziamenti pubblici, attraverso il bando nazionale che riconosce 20.000 euro per ogni posto letto a uso studentesco, le condizioni sono cambiate. Ora il Comune ha la possibilità di entrare direttamente, di mettere un piede dentro da quell’immobile, come titolare del 10% degli alloggi, e di entrare materialmente nella gestione, anche per ragioni di controllo e sicurezza. Noi abbiamo scelto di farlo per provare a garantire, dall’interno, che quell’intervento non si trasformi in un problema anziché in una opportunità per il quartiere e la città, come vorremmo’Il vicesindaco Maletti ha illustrato in modo dettagliato i nuovi strumenti a disposizione dell’Amministrazione, in particolare l’utilizzo dell’Agenzia Casa per la gestione diretta delle 36 stanze (circa il 10%) riservate al Comune, alle quali si applicheranno affitti calmierati (500 euro circa) e un controllo rigoroso su chi vi abiterà al posto dei 1000 previsti con una gestione privata.
“Potranno accedervi solo studenti, giovani lavoratori fino a 29 anni o ricercatori entro i 36, con requisiti verificati dal Comune’ – ha ribadito –. ‘E, soprattutto, se non pagano o violano le regole, vengono allontanati in tempi rapidi. Questo non è un condominio tradizionale: le regole sono più stringenti e il margine d’intervento è immediato”.Un aspetto, quello della sicurezza, ritenuto cruciale dalla cittadinanza. Molti hanno sollevato timori sul fatto che, nonostante il controllo e la gestione diretta, comunale, gli esempi negativi non mancano, a partire da via delle Costellazioni, dove parte dell’immobile è già in gestione comunale ma permangono situazioni critiche, legate anche alla presenza del centro di accoglienza per richiedenti asilo.
Anche l’R-Nord, con oltre 200 appartamenti di cui metà di proprietà del Comune, è stata più volte richiamata dai cittadini come esempio di come la presenza pubblica non sia garanzia automatica di ordine e vivibilità.“Comprendiamo benissimo le vostre preoccupazioni – ha risposto Maletti –. Proprio per questo vogliamo evitare che si ripeta quanto successo in quelle zone, creando da subito un presidio interno: un gestore fisso e stabile, che viva a Modena e che sia presente ogni giorno, non una figura che gira da un residence all’altro. E poi servizi, spazi comuni, socialità. Serve un progetto integrato, non solo camere in affitto. Ci saranno centinaia di persone a trovare alloggio in quell’edificio che noi dobbiamo portare ad essere opportunità positiva di crescita e sviluppo anche per le attività del quartiere’
Realista e critico rispetto alle scelte urbanistiche della precedente amministrazione riflesse anche in questo caso, l’intervento dell’assessora all’urbanistica Carla Ferrari“Se fosse stato per me, quell’edificio non esisterebbe almeno così come è. Ma oggi non possiamo stravolgere quegli accordi. È una magra consolazione, lo so, ma è la realtà con cui dobbiamo fare i conti. Stiamo facendo tutto il possibile per intervenire su ciò che può ancora essere modificato”.
Ferrari ha spiegato che le modifiche su cui si sta lavorando riguardano i comparti futuri (8-9 e 8-10): qui si punterà a superare la logica delle funzioni isolate, sostituendo uffici vuoti e attività chiuse in se stesse con spazi utili alla vita del quartiere, evitando un nuovo effetto “enclave”.
“Non vogliamo un centro commerciale o un drive-in, come inizialmente previsto – ha detto – ma servizi di prossimità, spazi per i giovani, attività che generino integrazione con il tessuto circostante, e non barriere”. E rassicura: ‘Un nuovo centro commerciale lì non ci sarà’.Lunedì il voto in Consiglio Comunale
Le modifiche proposte dall’Amministrazione saranno portate domani in Consiglio comunale, lunedì 21 luglio. Non si tratta di semplici aggiustamenti: la giunta intende riscrivere le regole del gioco, sfruttando i nuovi margini aperti dai fondi pubblici ottenuti dai gestori.
La direzione è chiara: entrare nella gestione, controllare chi abita, garantire sicurezza e coesione urbana. Ma i cittadini, che ieri non hanno risparmiato domande e critiche, vogliono vedere i fatti. L’incognita resta: un’opportunità urbanistica potrà davvero non trasformarsi nell’ennesima emergenza sociale, in quartiere che da troppi anni vive in emergenze sociali, ambientali, e problemi di degrado e sicurezza?’
Gi.Ga.
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