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Il caos dazi non frena l’export di ortofrutta


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Nonostante le tensioni internazionali, e dei mercati alimentari in particolare, le vendite nel mondo di frutta e verdura italiane vanno alla grande. Lo dice l’Istat sulla base delle rilevazioni del commercio estero nei primi quattro mesi del 2025. Certo, gli analisti di mercato non si sbilanciano e parlano di segnali “incoraggianti”, ma i numeri parlano piuttosto chiaramente. Anche se tutto, come sempre, è sottoposto all’incertezza della domanda e quindi dei consumatori. A ragionare sui numeri Istat è stata in particolare Fruitimprese, una delle più rappresentative associazioni di settore, che
qualche giorno fa ha organizzato un evento al ministero dell’agricoltura dedicato alla promozione della frutta estiva. Numeri, quindi, che dicono come nei primi 4 mesi del 2025 le esportazioni di ortofrutta fresca siano cresciute del 7,3% in volume e del 13,3% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E le importazioni? Complessivamente sono diminuite in quantità (-1,3%) e cresciute in valore (+11,3%) ma, nel dettaglio, sono aumentate quelle di agrumi e frutta in guscio. Le maggiori vendite all’estero hanno avuto comunque l’effetto di migliorare il saldo della bilancia commerciale del comparto che arriva a oltre 264 milioni di euro (+30,8% rispetto al 2024). Una prestazione che migliora anche il disavanzo in quantità tra export e import che è di 98.978 tonnellate, più che dimezzato a confronto con quello dei primi 4 mesi del 2024. Certo, per capire meglio è necessario andare a guardare “dentro” ai numeri generali. Per la frutta fresca, per esempio, le vendite all’estero sono arrivate ad un +21,8% in quantità e +24,3% in valore. A correre, in questo caso, sono state le mele, i kiwi e le pere (tutti prodotti le cui vendite sono cresciute a tassi percentuali a due cifre). Numeri, come si è detto, incoraggianti ma, come gli esperti fanno notare, lontani da quelli di un anno commerciale normale. Accanto alla frutta, invece, hanno quasi segnato il passo le vendite all’estero di ortaggi e legumi con quantità pressoché stabili e una crescita del 6,9% in termini di valore. Dietro i sorrisi a denti stretti ci sono le cause che ormai tutti sanno: il cambiamento climatico, gli attacchi da parte di alcune malattie, la limitatezza dei mezzi di controllo a disposizione. Quindi che fare? I produttori non hanno molti dubbi: di fronte alla grande incertezza occorre “fare sistema”. Frase fatta che nasconde molte cose: produrre sempre più qualità e a costi competitivi, dotarsi di una logistica sempre più efficiente, promuovere con decisione ancora più forte le nostre bontà in tutto il mondo. Una strategia che si basa anche sugli investimenti, non solo nelle imprese ma anche nella ricerca agricola e nelle infrastrutture. C’è molto da fare, insomma, per difendere e far crescere il buon nome dell’ortofrutticoltura italiana nel mondo.
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