L’Unione europea si sta muovendo verso una strategia di risposta qualora dovesse saltare l’accordo con gli Stati Uniti nel quadro dei negoziati commerciali in corso. Il tema resta centrale nella politica economica comunitaria, soprattutto dopo i recenti aumenti dei dazi imposti da Washington su alcuni prodotti europei. Questo articolo ricostruisce le prossime mosse e le tensioni tra Bruxelles e Washington che hanno acceso il dibattito tra gli stati membri dell’UE.
La riunione settimanale per definire un piano di contingenza
Nel corso di questa settimana, le principali istituzioni europee terranno un incontro per stabilire un pacchetto di misure da adottare nel caso non si trovi un’intesa commerciale con gli Stati Uniti prima della scadenza del primo agosto. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Bloomberg, la quale precisa come l’obiettivo prioritario resti ancora mantenere viva la trattativa nel tentativo di raggiungere una soluzione condivisa.
Tuttavia, l’attenzione si sta spostando anche su un piano alternativo per tutelare l’export e la produzione europea. Tra i settori più coinvolti ci sono quello siderurgico e automobilistico, target degli ultimi dazi americani. In questa fase, Bruxelles vuole evitare una guerra commerciale aperta ma l’approccio cambia nella misura in cui le negoziazioni potrebbero concludersi senza accordo.
I dazi europei già predisposti e quelli in arrivo
L’Unione europea ha già varato contromisure sui dazi imposti dagli Stati Uniti, approvando tariffe sui prodotti americani per un valore complessivo di 21 miliardi di euro principalmente su metalli e prodotti connessi. Il Consiglio europeo ha inoltre predisposto una seconda lista di provvedimenti da sottoporre a Bruxelles per circa 72 miliardi di euro che include diversi prodotti, tra cui veicoli, per rispondere alle contromisure commerciali degli USA.
Questi interventi hanno come obiettivo quello di mettere pressione a Washington per tornare al tavolo delle trattative. Si tratta di un’escalation commerciale che riflette la crescente tensione nei rapporti tra USA e UE. Sui dazi, molti stati membri spingono per risposte più decise. Il confronto interno si concentra anche su quali misure adottare nel rispetto delle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.
Le richieste degli stati membri per attivare lo strumento anti-coercizione
L’ipotesi di ricorrere allo strumento anti-coercizione è diventata sempre più forte all’interno dell’Unione europea. Questo meccanismo consentirebbe di proteggere i Paesi membri da pressioni esterne o da pratiche commerciali ritenute aggressive. Alcuni stati, vedendo il peggioramento delle relazioni con Washington, avanzano la richiesta di attivazione di questo strumento come forma di tutela aggiuntiva.
L’uso dello strumento anti-coercizione rappresenta una novità nelle relazioni commerciali europee, e potrebbe segnare un cambio di passo nella gestione delle dispute internazionali. In pratica, Bruxelles potrebbe ricorrere a misure restrittive direttamente contro atti considerati punitivi o intimidatori da parte di Paesi terzi. La discussione fra gli stati membri è ancora aperta e richiede un bilanciamento tra la necessità di difendere le imprese europee e il mantenimento di rapporti diplomatici.
A differenza di precedenti episodi, stavolta la questione assume una portata più ampia perché riguarda settori chiave dell’economia UE ed è legata al ciclo negoziale che scadrà a fine luglio. La settimana in corso potrebbe essere decisiva per definire la linea che Bruxelles seguirà nei prossimi mesi. “La situazione attuale richiede una strategia flessibile e pronta a ogni scenario” commentano fonti comunitarie.
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