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Nuova sanatoria fiscale, la soddisfazione della Cgia e i dubbi degli artigiani


di
Martina Zambon

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Le reazioni, la Cgil: «Schiaffo agli onesti». Roberto Boschetto di Confartigianato: «Bisognerebbe premiare chi le tasse le paga sempre»

Una buona occasione, una misura di buon senso, potenzialmente un buon intervento fiscale in soccorso delle imprese ma anche «una vergogna nei confronti di chi le tasse le paga tutte, fino all’ultimo centesimo come i lavoratori dipendenti e i pensionati» per dirla con la segretaria della Cgil Veneto, Tiziana Basso. Il nuovo concordato fiscale con annessa sanatoria quinquennale che stanno per essere approvati con il decreto fiscale spacca categorie e sindacati.

I sostenitori

Fra i sostenitori, numeri alla mano, c’è Renato Mason della Cgia di Mestre. Anche perché riguarda potenzialmente soprattutto le imprese artigiane e in misura minore il commercio. «Cerco di fare un’analisi asciutta – premette Mason – limitandomi agli effetti logici. Queste due manovre fanno emergere un maggior reddito delle imprese e di conseguenza aumentano il gettito fiscale. Di fatto costituiscono uno strumento per attaccare l’elusione fiscale. Quindi bene che ci siano manovre di questo tipo. Prevengo le critiche: è che chiaro che non servirebbero se tutti pagassero le tasse ma non è così». Fra i vantaggi della pace fiscale, aggiunge Mason, c’è la destinazione delle somme recuperate: «Con il precedente provvedimento abbiamo avuto entrate per 3 miliardi ma non sono fondi con destinazione ignota: sono stati destinati a ridurre l’Irpef. Non è una finalizzazione random bensì molto mirata».




















































Lo svuotamento del magazzino fiscale

Ma l’altro tema che sta a cuore agli artigiani di Mestre è lo svuotamento del magazzino fiscale dell’Agenzia delle Entrate e delle Riscossioni: «Al 31 gennaio 2025 il residuo di cartelle esattoriali non pagate presso il magazzino fiscale ammontava a 1.273 miliardi di euro di tasse non riscosse. – dice Mason – E si questi, almeno 400 sono riferibili a persone deceduti, ditte fallite o soggetti che all’anagrafe tributaria sono già stati dichiarati nullatenenti. Insomma, parliamo di crediti che non saranno mai riscossi. Perché, allora, continuiamo a tenere le pratiche aperte con un costo enorme?».

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Le associazioni di categoria

Le linee delle diverse associazioni di categoria divergono, anche sensibilmente. Matteo Ribon, della Cna, resta prudente e si riserva una valutazione più approfondita quando i dettagli della nuova proposta fiscale verranno chiariti: «In generale riteniamo positivo che ci sia l’aggancio agli indicatori Isa (indici di affidabilità per le imprese che possono accedere al concordato preventivo, le famose «pagelle fiscali», ndr) per rappresentare situazioni più veritiere sulle condizioni delle imprese, sul loro rapporto con il Fisco per accedere al concordato. Qualche perplessità in più, invece, permane sulla dinamica della sanatoria. A oggi sembra continui ad avere quelle caratteristiche di “lotteria fiscale” rispetto alle condizioni secondo cui le imprese possono accedere. Su questo punto ci aspettiamo una maggiore chiarezza. Per noi, come associazione di categoria, diventa fondamentale. Per accompagnare le imprese in questo tipo di percorso si deve agire secondo criteri molto precisi».

Confartigianato

Procede con i piedi di piombo anche Roberto Boschetto, Confartigianato: «I costi sono sicuramente convenienti e appetibili. Ritocchi alle rottamazioni o nuove campagne di definizione agevolata delle cartelle esattoriali consentiranno, invece, di cancellare con un colpo di spugna interessi e sanzioni dovuti su tasse sinora non pagate. Novità che puntano, evidentemente, a ridurre il magazzino fiscale, lo capiamo, serve a far cassa e a svuotarlo. Però vogliamo ribadirlo con forza: ben venga aiutare chi è rimasto indietro, soffocato dai debiti, ma non si dimentichino quegli imprenditori che, nonostante le difficoltà, hanno sempre rispettato i loro doveri con il Fisco, pagando tutto e subito. Questi comportamenti virtuosi vanno riconosciuti e premiati, ad esempio, con meccanismi che riducano le aliquote o che riconoscano un vantaggio fiscale a chi ha sempre pagato tutto, senza aspettare sanatorie o condoni». Condoni indigeti a Basso, Cgil: «Siamo già a 20 fra condoni e sanatorie, questo governo brilla sotto questo profilo…». 

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19 luglio 2025 ( modifica il 19 luglio 2025 | 14:43)

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