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“Per recuperare (e valorizzare) la lana di montagna”, dal laboratorio di nonna Gianna al negozio della nipote Viola Framba: storia di una tradizione di famiglia


TRENTO. Da quando ha deciso di fare rivivere il laboratorio di famiglia a Vermiglio, in val di Sole, cominciando a fare a maglia secondo la tradizione della nonna Gianna, artigiana magliaia, ne sono successe di cose. Viola Framba, oggi 34enne, crea da anni maglioni e berretti con gli antichi macchinari sotto il nome di “La lana lunatica” e di recente ha inaugurato un nuovo negozio.

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“Le macchine che uso io ora sono degli anni ’60 – spiegava la stessa Viola nel 2022, intervistata da Il Dolomiti -. Immea finezza 5, 8, 12, la Protti finezza 3 e la Brother finezza 7. Sono ancora utilizzate ma ora sono tutte comandate da un software. Noi continuiamo a usarle a mano. Mia nonna – rivelava – ancora oggi viene tutti i giorni a insegnarmi. Questo laboratorio è nato proprio qui nel 1966 finché mia nonna non è andata in pensione. Poi è subentrata mia mamma ma solo per hobby“.

 

La storia di Framba, ma anche della nonna Gianna e di mamma Susy s’intreccia da tempo anche con quella di Elena Ravelli e degli allevatori della val di Peio, che allevano pecore che ogni anno vanno tosate producendo quintali di lana o, meglio, di rifiuti speciali, dice la legge.

 

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Uno spreco di materia prima pregiata e costi notevoli per l’allevatore. All’arrivo del Pnrr dei Borghi, tutto questo però è cambiato grazie a una bella idea imprenditoriale al femminile.

 

Nel 1967, quasi 60 anni fa, nonna Gianna apriva il negozio a Vermiglio, poi la nipote Viola nel 2023 decideva di riprendere l’attività e portarla avanti approfittando anche dell’attrazione che le lane di montagna hanno sui turisti. Finalmente un paio di anni fa esce il Pnrr Bando Borghi a cui hanno aderito 22 imprese di cui 7 femminili.

 

Una dotazione importante di oltre 3 milioni di euro di cui 1,6 a favore delle imprese locali. Viola, sua madre Susy e l’amica Stefania hanno colto il Pnrr al volo: il 24 maggio 2025 la 34enne ha aperto ufficialmente il un nuovo laboratorio a Pellizzano dopo soli 2 anni dal rilancio del vecchio negozio. Progetto storico, ma con una idea nuova: valorizzare la lana di montagna prodotta localmente che da rifiuto speciale diventa risorsa.

 

Una storia, quella di “Luna lunatica”, che parla di economia circolare, sostenibilità a salvaguardia del reddito di montagna e della pastorizia locale. Una storia tutta al femminile, giovane e con una idea molto chiara della ricaduta economica e sociale di un investimento così moderno e vintage allo stesso tempo. 

 

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Un tempo, infatti, l’attività di allevamento di animali oltre alle mucche serviva per la vita quotidiana sui monti che in passato era davvero difficile. Un bel maglione di calda lana era un prodotto davvero fondamentale per la sopravvivenza.

 

Oggi lo si ripropone per motivi sicuramente green e di micro-economia: “Io, mia mamma Susy e la mia amica Stefania ci trovavamo di sabato e a volte la giornata passava tra chiacchiere e merende, andavamo a lana, luna e umore – dice Viola Framba, la titolare – oggi abbiamo una attività e lavoriamo tutta la settimana, ma la luna ci accompagna sempre. Come sempre ci accompagna nonna Gianna”.

 

L’utilizzo della lana di Pejo permette di avere la materia prima con un positivo ritorno ambientale e una collaborazione per il mantenimento del territorio: l’utilizzo di prati e pascoli da parte del gregge tutelano anche il paesaggio e con esso le attività turistiche locale che arrivano nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio.

 

I capi di Luna unatica sono quindi capi che credono nella sostenibilità e che la praticano anche nella lavorazione e che durano nel tempo: un investimento positivo che è diventato realtà grazie al Pnrr e a una amministrazione comunale che ci ha fortemente creduto.

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“Avevamo l’idea di allargare la nostra attività e questo bando è stato l’occasione più adatta: in due mesi di attività abbiamo visto crescere l’apprezzamento sia dei residenti che dei turisti – continua Viola -. Parte della nostra lana viene dal gregge di Elena, un gregge stanziale, che ogni anno produce quintali di lana non utilizzata, che deve essere smaltita come rifiuto speciale, generando costi inutili per l’allevatore. Per questo, tra le nostre materie prime, abbiamo voluto inserire la lana delle pecore della Val di Pejo per dare valore alle risorse locali e ridare vita ad un materiale da decenni catalogato come rifiuto. La lana viene quindi recuperata, lavata alla fontana come da tradizione, lavorata presso un filatoio nel nord dell’Italia e poi tinta tradizionalmente con l’utilizzo di risorse locali naturali”.

 

Cosa si intende con il Pnrr Bando dei Borghi? Il finanziamento ottenuto da parte del Comune ha sbloccato anche la possibilità, prevista dal Bando Borghi, di finanziare con massimo 75mila euro alcune imprese locali che hanno partecipato al bando, chiuso nella primavera scorsa. Tutti questi progetti nascono dal lavoro e dall’impegno di una amministrazione, quella di Pellizzano guidata dalla sindaca Francesca Tomaselli, che ha investito molte energie per ottenere questi fondi con una ricaduta enorme sul territorio. 

 

Le imprese vincitrici stanno già facendo crescere e potranno far crescere ulteriormente il valore del territorio, grazie alle loro progettualità, connesse ad un contesto turistico di valle attento ai valori ambientali e alla cultura.  

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