È ufficialmente aperta la consultazione pubblica per la nuova prassi di riferimento che introduce strumenti operativi per la valutazione dell’impatto di genere all’interno della Pubblica Amministrazione.
Dopo un percorso approfondito e condiviso, il documento – frutto del progetto “Valutazione di impatto di genere delle misure legislative e dei programmi di investimento ex-ante ed ex-post” – si propone come guida utile per enti pubblici e realtà organizzative impegnate a ridurre le disuguaglianze tra uomini e donne.
La prassi, in fase di definizione finale, offre una serie di indicazioni e criteri volti ad adottare indicatori di performance (KPI) in grado di misurare, prima e dopo l’attuazione, gli effetti delle politiche pubbliche e degli investimenti in chiave di genere. Al centro del documento c’è dunque l’obiettivo di integrare in modo sistematico la prospettiva di genere nei processi decisionali della PA.
Gli obiettivi strategici
Il cuore della nuova prassi si articola attorno a cinque obiettivi strategici, pensati per favorire un cambiamento concreto e misurabile nel modo in cui le politiche pubbliche impattano sulla condizione occupazionale e professionale delle donne.
Aumento dell’occupazione femminile
Il primo punto riguarda l’aumento dell’occupazione femminile, ancora lontana dai livelli europei. L’obiettivo è spingere le amministrazioni pubbliche a valutare, fin dalla fase di progettazione, se un determinato intervento normativo o piano di investimento contribuisca a creare nuove opportunità di lavoro per le donne, soprattutto nei settori in cui la presenza femminile è ancora marginale.
Contratti più stabili per le lavoratrici
Parallelamente, si punta a promuovere contratti più stabili per le lavoratrici. In un mercato del lavoro che spesso penalizza le donne con impieghi precari e a termine, l’indicatore proposto mira a incentivare forme di assunzione durature, contribuendo a rafforzare l’autonomia economica femminile e ridurre il rischio di abbandono del lavoro dopo eventi come la maternità.
Lotta al divario salariale
Terzo elemento chiave è la lotta al divario salariale tra uomini e donne a parità di mansioni e competenze. Il documento si allinea in tal senso alla Direttiva UE 2023/970, che impone maggiore trasparenza nelle retribuzioni e strumenti di monitoraggio per assicurare la parità di trattamento. La valutazione dell’impatto di genere dovrà quindi includere analisi dettagliate sulla distribuzione delle retribuzioni e sui sistemi premianti, per rilevare eventuali discriminazioni indirette.
Sostegno all’imprenditoria femminile
Un altro fronte d’intervento riguarda il sostegno all’imprenditoria femminile. La prassi propone infatti di misurare l’impatto delle politiche pubbliche sulla capacità delle imprese a conduzione femminile di ottenere incarichi, forniture o commesse. Un criterio, questo, che mira a superare le barriere di accesso che ancora limitano le donne nel mondo degli affari e degli appalti pubblici.
Meccanismi premiali nelle gare di appalto per le aziende con certificazione di parità di genere
Infine, si prevede l’introduzione di meccanismi premiali nelle gare di appalto per le aziende che possiedono la certificazione UNI/PdR 125:2022, relativa alla parità di genere. Questo sistema riconosce un valore aggiunto alle organizzazioni che adottano politiche e strumenti concreti per promuovere l’equilibrio di genere al loro interno, rendendo così la parità una leva competitiva anche in ambito economico.
Su cosa si basa il documento preliminare e chi lo ha promosso
Il documento preliminare fa riferimento ai dati contenuti nel Bilancio di Genere per l’anno 2023, diffuso nel 2024 dalla Ragioneria Generale dello Stato. Le percentuali che accompagnano gli indicatori restano provvisorie, in attesa della validazione ufficiale da parte degli organi istituzionali competenti.
Alla redazione della prassi ha contribuito UNI – Ente Italiano di Normazione – in sinergia con una serie di soggetti impegnati sul fronte dell’equità e dell’inclusione. Tra questi, l’associazione #INCLUSIONEDONNA – rappresentata in questo ambito da ASLA (Associazione degli Studi Legali Associati) –, il gruppo CONFAPID, che riunisce le imprenditrici di Confapi, MANAGERITALIA e VALORE D, quest’ultima attiva da oltre quindici anni nella promozione della parità all’interno delle imprese. Una collaborazione ampia e trasversale, che testimonia la volontà di costruire strumenti normativi condivisi e capaci di produrre effetti tangibili nella società e nel mondo del lavoro.
La consultazione sulla nuova valutazione dell’impatto di genere nella PA
Il testo è consultabile fino al 26 agosto 2025. I cittadini, le organizzazioni e gli enti interessati possono inviare commenti puntuali al documento tramite l’apposito modulo, disponibile sul sito UNI, scrivendo all’indirizzo email normazione@uni.com. I contributi dovranno riferirsi a parti specifiche del documento, evitando osservazioni di carattere generico.
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