21 Luglio 2025 |
Incentivi
Il nuovo incentivo sostiene le PMI nella transizione energetica, promuovendo l’autoproduzione da fonti rinnovabili favorendo l’efficienza nel settore produttivo
Per sostenere la transizione energetica e l’autonomia delle imprese italiane, è stata riattivata la misura “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI – FER”, un incentivo promosso da Invitalia e rivolto alle piccole e medie imprese.
La misura prevede contributi a fondo perduto per investimenti in impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e altri interventi volti all’efficienza e all’autoproduzione energetica.
In questo articolo troverai una panoramica completa sull’incentivo: chi può accedere, quali sono i requisiti, le spese ammissibili, l’importo finanziabile e le modalità di presentazione della domanda.
Analizzeremo inoltre i criteri di valutazione, i documenti richiesti e i passaggi fondamentali per preparare correttamente la candidatura.
Un’opportunità concreta per le imprese che vogliono ridurre i costi energetici e contribuire alla sostenibilità ambientale.
Buona lettura!
Di cosa tratta la misura “Sostegno per l’autoproduzione di energia da Fonti Rinnovabili per PMI-FER”?
La misura “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI – FER” è un’iniziativa strategica promossa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’obiettivo di incentivare la transizione energetica del tessuto imprenditoriale italiano.
Si rivolge specificamente alle piccole e medie imprese (PMI) che intendono ridurre il proprio impatto ambientale e aumentare la propria indipendenza energetica attraverso l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile destinata all’autoconsumo.
Questa misura rientra nel quadro della Missione 7 – “REPowerEU”, un’iniziativa europea finalizzata a ridurre la dipendenza dell’Unione Europea dai combustibili fossili, soprattutto in risposta alla crisi energetica internazionale e agli obiettivi climatici fissati dall’Accordo di Parigi e dal Green Deal europeo. La misura è parte dell’Investimento 16, Componente 7 del PNRR, dedicato al rafforzamento della produzione energetica da fonti rinnovabili.
L’incentivo consiste in un contributo a fondo perduto concesso alle imprese che realizzano interventi di autoproduzione e autoconsumo di energia elettrica, principalmente tramite l’installazione di impianti fotovoltaici o mini-eolici, eventualmente corredati da sistemi di accumulo e componenti digitali intelligenti per la gestione energetica.
Oltre a promuovere l’efficienza energetica, la misura contribuisce anche al miglioramento della competitività delle imprese, grazie alla riduzione dei costi energetici e al rafforzamento dell’autonomia produttiva, in un contesto di crescente instabilità geopolitica e volatilità dei mercati dell’energia.
La dotazione finanziaria complessiva iniziale della misura ammontava a 320 milioni di euro, con un’importante quota destinata alle regioni del Sud Italia, in coerenza con l’obiettivo del PNRR di ridurre i divari territoriali. Il budget previsto per questa seconda finestra è di 178.000.000 €.
Chi può richiedere l’incentivo e a chi è rivolto?
L’incentivo è pensato per accompagnare le imprese italiane – soprattutto le più piccole – nel percorso verso la transizione ecologica e digitale, agevolando l’adozione di tecnologie energetiche più sostenibili.
In questo contesto, la misura si rivolge in maniera mirata a uno specifico target imprenditoriale, con criteri chiari di accesso e requisiti ben definiti.
Possono beneficiare della misura tutte le PMI – Piccole e Medie Imprese regolarmente costituite e attive sul territorio nazionale, che operano in uno dei settori economici ammessi e rispettano le condizioni previste dal bando. In particolare:
- Microimprese, piccole imprese e medie imprese così come definite dalla normativa UE (raccomandazione 2003/361/CE);
- Imprese con sede legale o operativa in Italia, che intendano realizzare gli interventi di autoproduzione presso una sede esistente;
- Imprese non soggette a procedura concorsuale, in regola con gli obblighi contributivi e fiscali;
- Imprese che rispettano il principio DNSH – Do No Significant Harm: ciò significa che non devono esercitare attività che danneggiano in modo significativo l’ambiente (es. attività legate al carbone, petrolio, rifiuti pericolosi, ecc.);
Anche se l’iniziativa è nazionale, una parte significativa delle risorse (il 40%) è destinata a sostenere le imprese ubicate nel Mezzogiorno, in linea con l’obiettivo del PNRR di ridurre i divari territoriali. Le regioni prioritarie includono:
- Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Inoltre, la misura assegna punteggi aggiuntivi in fase di valutazione alle micro e piccole imprese, alle imprese che presentano progetti con impianti ad alta efficienza o che possiedono certificazioni ambientali (es. EMAS, ISO 14001).
Quali interventi comprende?
Il cuore della misura è rappresentato dagli interventi tecnici finanziabili, tutti finalizzati alla produzione e alla gestione efficiente dell’energia da fonti rinnovabili, con particolare attenzione all’autoconsumo.
L’obiettivo non è solo installare impianti “verdi”, ma fare in modo che l’impresa possa utilizzare direttamente l’energia prodotta, abbattendo i costi e aumentando l’efficienza energetica complessiva.
Gli interventi ammessi al finanziamento sono:
1. Installazione di impianti da fonti rinnovabili
- Impianti fotovoltaici (FV): sono i più diffusi e accessibili, adatti a gran parte delle imprese. Vengono incentivati solo se installati su coperture di edifici esistenti destinati ad attività produttive;
- Impianti mini-eolici: adatti soprattutto a contesti con sufficiente ventosità. Anche in questo caso, gli impianti devono essere ad uso esclusivo dell’impresa richiedente e non possono essere realizzati su nuovi edifici o su terreni aperti.
Non è ammessa la realizzazione combinata di impianti fotovoltaici e mini-eolici all’interno dello stesso programma di investimento. L’impresa deve scegliere una sola tecnologia.
2. Sistemi di accumulo (storage)
La misura finanzia anche i sistemi di accumulo energetico (batterie), essenziali per immagazzinare l’energia prodotta in eccesso e riutilizzarla nei momenti di maggiore richiesta o durante l’assenza di produzione (es. di notte per il fotovoltaico).
- Il sistema di accumulo deve essere installato dietro al contatore, quindi destinato esclusivamente all’autoconsumo.
- È ammesso un contributo aggiuntivo per l’accumulo pari al 30% delle spese.
3. Apparati e tecnologie digitali intelligenti
Sono ammesse le spese per:
- Inverter;
- Sistemi di monitoraggio, controllo e gestione dell’energia;
- Contatori intelligenti;
- Cavi e componentistica elettrica funzionale al sistema.
Queste tecnologie permettono di ottimizzare i flussi energetici, verificare in tempo reale l’efficienza dell’impianto e garantire la compatibilità con i requisiti tecnici del GSE e della normativa di rete.
4. Diagnosi energetica preliminare (facoltativa)
È possibile includere anche i costi per la diagnosi energetica ex ante, cioè un’analisi tecnica ed economica che serve a valutare la convenienza e la dimensione ottimale dell’impianto.
- La diagnosi è obbligatoria solo per le imprese soggette all’obbligo di legge (D.Lgs. 102/2014), ma è finanziabile anche su base volontaria;
- Il contributo è pari al 50% delle spese sostenute, se incluse nel progetto.
Come accedere
Il bando è stato ufficialmente riaperto l’8 luglio 2025 e resterà attivo fino alle ore 12:00 del 30 settembre 2025, salvo esaurimento anticipato delle risorse disponibili.
La selezione non avviene in base all’ordine cronologico di presentazione, ma tramite una graduatoria a punteggio: tutte le domande ammissibili saranno valutate secondo i criteri previsti dal bando.
Per partecipare è necessario registrarsi sulla piattaforma Invitalia, caricare la documentazione obbligatoria e seguire la procedura guidata. Le graduatorie nazionali verranno aggiornate periodicamente da Invitalia.
Il contributo, erogato in conto impianti, copre parte delle spese sostenute per la realizzazione dell’intervento. Si tratta di un’opportunità concreta, che però richiede una progettazione accurata e una documentazione tecnica ben strutturata.
Per aumentare le probabilità di successo, è consigliabile affidarsi a consulenti energetici o tecnici specializzati, preparando con anticipo tutti i documenti richiesti. Investire tempo nella fase di preparazione significa massimizzare le possibilità di ottenere il contributo e accelerare la transizione energetica della propria impresa.
Se desideri approfondire l’argomento, sappi che RiESCo è una Energy Service Company (ESCo) certificata UNI CEI 11352:2014 e ISO 9001. Le ESCo sono società specializzate in interventi di efficientamento energetico, che si assumono il rischio dell’iniziativa, sollevando il cliente da ogni onere organizzativo e di investimento.
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