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Banda ultralarga, in arrivo nuovi voucher. Intermonte: “Spinta all’adozione dell’Ftth”


Il governo italiano a lavoro su voucher da 300 euro per spingere la cablatura in banda ultralarga verticale degli edifici. Secondo Il Sole 24 Ore ci sarebbe una prima tranche giò disponibile da 50 milioni e una 100 che sarà erogata successivamente.

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Per gli analisti di Intermonte gli incentivi dovrebbero sostenere i piani di cablatura di FiberCop e Open Fiber, ancora penalizzati non solo dai ritardi nel rollout della rete in fibra, ma soprattutto dalla scarsa capacità degli operatori clienti di aumentare il tasso di adozione commerciale del Ftth, fermo a circa il 20% per entrambe le società a fine dicembre.

“Questo elemento, cruciale per garantire un ritorno adeguato sul capitale investito – spiegano – si somma all’elevato livello di indebitamento e alle difficoltà operative di FiberCop e Open Fiber, fattori che dovrebbero spingere gli azionisti ad accelerare le trattative per la rete unica. Un accordo tra FiberCop e Open Fiber, anche solo di natura commerciale, entro la fine del 2026 — ovvero entro 30 mesi dalla cessione di FiberCop — permetterebbe a Tim di incassare un earnout fino a un massimo di Eu2.5bn (pari al 75% delle sinergie industriali stimate)”.

Nella valutazione Sop (Standard Operating Procedures) di Intermonte su Tim, questo scenario è considerato con una probabilità del 40% e rappresenta circa €0.05 per azione all’interno del target price di €0.45 per azione ordinaria.

A cosa servono i voucher da 300 euro

I voucher da 300 euro a cui sta lavorando il governo puntano a sostenere la diffusione della banda ultra-larga, rientrando in un più ampio pacchetto da 630 milioni di incentivi per il settore telecomunicazioni, di cui circa 400 recuperati da avanzi del Fondo sviluppo e coesione e 200 provenienti dalla dote dei contratti di sviluppo.

Ci sono infatti criticità sul fronte del Piano Italia 1 Giga, parte del Pnrr, con ritardi imputabili a Open Fiber e crescenti pressioni dalla Commissione Ue. Il governo cerca di accelerare anche sul 5G stand-alone e sull’adozione di tecnologie edge cloud e Cloud-Ran per modernizzare le reti. Parallelamente, il sottosegretario Butti conferma il piano strategico per il potenziamento dei cavi sottomarini tramite Sparkle e Retelit, sottolineando la necessità di garantire la sovranità digitale italiana. L’operazione di vendita di Sparkle da Tim dovrebbe concludersi in autunno.

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I ritardi del Piano Italia a 1 Giga

Secondo gli ultimi dati forniti dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e da fonti del mercato, solo il 50% degli edifici previsti è stato effettivamente cablato. Sullo sfondo la questione delle aree grigie che vede confrontarsi Open Fiber e FiberCop.

In occasione del cda dello scorso 3 giugno 2025 Open Fiber ha rifiutato l’offerta presentata da FiberCop per l’acquisizione di cinque lotti delle cosiddette “aree grigie”. Il no di Open Fiber si fonda su tre elementi:

  1. Tempistiche troppo strette: il passaggio entro il 30 giugno è ritenuto irrealistico. Richiederebbe la ristrutturazione del piano industriale, nuove negoziazioni con le banche, consultazione dei sindacati e autorizzazione da parte dei soci (Macquarie al 40% e Cdp al 60%).
  2. Modalità di valutazione economica non conformi alla prassi ordinaria per operazioni di questo tipo. FiberCop ha proposto un indennizzo iniziale con saldo successivo alla due diligence, una proposta che Open Fiber ritiene squilibrata.
  3. Modalità di cessione poco chiare e difficilmente praticabili entro il 30 giugno, specie se si optasse per la cessione di un ramo d’azienda: questa ipotesi comporterebbe il trasferimento di dipendenti, una ristrutturazione societaria complessa e il vaglio dell’Antitrust, allungando i tempi in modo significativo.

Tuttavia, Open Fiber ha espresso disponibilità totale a trovare una soluzione a patto che si dimostri la necessaria flessibilità al tavolo del Dipartimento per la Trasformazione Digitale.

Il nodo dei cinque lotti da cedere a FiberCop

La partita riguarda la possibile cessione fino a cinque degli otto lotti delle aree grigie, quelle cioè a “fallimento di mercato” parziale, inizialmente assegnati a Open Fiber. Il piano di subentro è stato promosso dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale (Dtd), che punta a rimettere in carreggiata l’implementazione della rete ultraveloce nazionale, evitando sanzioni e ritardi sul fronte Pnrr.

A lanciare il primo segnale era stata la stessa FiberCop con una lettera del 2 aprile firmata dal presidente e Ad Massimo Sarmi, proponendo il subentro in tutti gli otto lotti di Open Fiber, per un totale di 2,2 milioni di civici. I ritardi accumulati – stimati inizialmente in 600mila civici, poi ridotti a 250mila – mettono a rischio gli obiettivi da raggiungere entro la verifica Infratel del 30 giugno, data che coincide con la scadenza proposta per il passaggio.

Ipotesi alternative: scorporo per comuni o valutazione successiva

Sul tavolo restano alcune ipotesi alternative per superare l’impasse:

  • Cessione selettiva lotto per lotto, valutando criteri oggettivi di scorporo dei comuni e assegnazione dei più critici.
  • Proseguire con la cessione degli asset e differire la valutazione economica a un momento successivo.
  • Evitare la cessione di ramo d’azienda, procedendo invece con una cessione contrattuale di parte dei diritti di concessione, meno impattante sotto il profilo regolatorio.

Tutte opzioni che, tuttavia, richiedono tempi tecnici superiori a quelli fissati inizialmente.



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