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La Toscana è vecchia, forma poco (per le imprese) ed è meno a lavoro T24


La Toscana è una regione anziana, con più di due anziani per ogni under 15, dove non solo la forza lavoro è scesa di 3 punti percentuali negli ultimi 20 anni, ma si studia poco e si prediligono professioni che interessano scarsamente alle aziende. E’ il responso, preoccupante, della ricerca promossa dalla commissione consultiva Cultura e Formazione di Confindustria Toscana, ed effettuata dal Centro studi dell’associazione, per il “Progetto Orientamento 20.25”, iniziativa che mira a supportare giovani, famiglie e scuole nel complesso percorso di orientamento scolastico e professionale. Cercando di ridurre il mismatch che rende difficoltosa un’ampia quota delle assunzioni previste dalle aziende a livello regionale.

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Un progetto di Confindustria per orientare ragazzi e famiglie

“La Toscana oggi si trova a confrontarsi con un problema di bassa natalità – afferma Patrizia Pacini, coordinatrice della commissione consultiva Cultura e Formazione di Confindustria Toscana – e di livello di scolarizzazione non adeguato al mondo delle imprese. Le aziende faticano a trovare risorse umane in linea con i loro bisogni”. Ed è dunque per facilitare l’incontro fra domanda e offerta, spiega Pacini, “che nasce il nostro progetto Orientamento 20.25: lo scopo è quello di informare famiglie e giovani sulle reali necessità formative delle nostre imprese. Una azione di supporto a quella già ben messa in campo dal sistema scolastico, che mira ad un dialogo sempre più stretto pubblico-privato, scuola-impresa e istituzioni”.

Il problema non è legato solo alla demografia in senso stretto, dove il calo delle nascite è tamponato in parte dalla popolazione straniera, che oggi in Toscana incide sul totale della forza lavoro per il 15%, uno tra i dati più alti del panorama nazionale. A livello regionale, la percentuale di giovani tra i 18 e 24 anni che abbandona la formazione sfiora il 9%, sorpassando Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le regioni italiane più avanzate ed economicamente forti; la Toscana è inoltre agli ultimi posti tra le regioni italiane “benchmark” per numero di laureati rispetto alla popolazione.

Le imprese cercano figure tecniche e Stem, ma i giovani…

Chi studia in Toscana ha una preferenza per i licei (57% delle iscrizioni), a discapito degli istituti tecnici (29%). Tuttavia, il mercato del lavoro richiede figure tecniche e laureati Stem, difficili da reperire: la metà delle imprese toscane ha lamentato nel 2024 difficoltà nel reclutamento di nuova forza lavoro operai specializzati (67%), professioni tecniche (60%) e professioni high skilled (57%). I laureati sono i più difficili da reperire, soprattutto quelli con indirizzo scientifico, sanitario, ingegneristico.

Nel mercato del lavoro, la Toscana ha un tasso di occupazione in crescita (70,9% nel 2024), ma continua ad avere uno tra i più alti tassi di disoccupazione sia tra i diplomati che tra i laureati, anche se con l’aumentare del titolo di studio aumentano le possibilità di trovare lavoro. L’84% dei diplomati Its trova lavoro entro 12 mesi, con un’alta coerenza tra studi e occupazione (88,7%). “Diventa fondamentale cooperare tutti insieme – sottolinea Pacini – per incentivare i nostri giovani a scelte coerenti con i propri sogni professionali, ma anche in linea con i bisogni occupazionali. In questo senso, i risultati ottenuti dagli Its dimostrano l’efficacia del lavoro di squadra”.

“Dobbiamo far conoscere gli Its a giovani e famiglie”

Per Alessandra Nardini, assessora regionale a istruzione, formazione e lavoro, “questo segmento formativo in Italia sconta ancora una scarsa conoscenza, per questo reputo fondamentale continuare ad investire molto sull’orientamento nelle scuole, per far comprendere a studentesse, studenti e famiglie che non si tratta assolutamente di percorsi di serie B, ma di percorsi che consentono di acquisire competenze molto richieste e immediatamente spendibili nel mondo del lavoro”.

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Per il prossimo anno formativo, ha sottolineato Nardini, ci sono “67 possibili percorsi in avvio grazie ad un impegno economico di Regione Toscana che ammonta ad oltre 18 milioni di euro che dunque definirei poderoso, senza precedenti. Inoltre, oltre ad aumentare il numero di percorsi abbiamo anche reso ancora più variegata e capillare sui territori l’offerta formativa passando da 7 Fondazioni Its a 10, per coprire tutte le aree tecnologiche previste a livello nazionale dalla nuova riforma, toccando tutte le province toscane”.





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