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Le persone oltre i numeri: “l’economia morale”delle Banche Popolari


Sulla copertina del bilancio sociale di Assopopolari la foto del clown Miloud Oukili, l’Angelo dal naso rosso Le banche popolari e quel clown hanno in comune più di quanto si possa pensare

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Un clown domina la copertina del Bilancio Sociale del Credito Popolare di quest’anno. Sì, proprio un clown su un documento di banche e finanza fatto di numeri e grafici per spiegare il rapporto tra “valori d’impresa e responsabilità sociale”. Può sembrare una stravaganza ma non lo è. Nel 2007 l’Associazione presentava per la prima volta nella sua storia, il Bilancio Sociale delle Banche Popolari. Nella copertina di quel volume una fotografia del clown Miloud Oukili, l’Angelo dal naso rosso, all’inaugurazione della sede della Banca Popolare Etica.

Miloud Oukili con la sua “Fondazione Parada” è riuscito a trasformare in artisti oltre 600 ragazzi, ridando loro gioia di vivere e fiducia nelle proprie capacità. Utilizzare una fotografia di questa persona straordinaria come copertina per il Bilancio Sociale, oggi come allora, ha un significato ben preciso: le Banche Popolari e l’”Angelo dal naso rosso” hanno più cose in comune di quanto si possa pensare. Come questo e molti altri clown agiscono per strappare un sorriso, così, ogni giorno, gli istituti della Categoria silenziosamente, con sensibilità e capacità, operano per andare incontro alle esigenze delle proprie comunità e, guidati dai principi di solidarietà e sussidiarietà che ne hanno determinato la nascita e la diffusione nel nostro Paese come in tutto il mondo, per alleviare le fasce più fragili e disagiate della popolazione che rischiano l’esclusione finanziaria. Lo scopo del Bilancio Sociale non è, dunque, solo quello di pubblicizzare quanto le Banche Popolari fanno ogni anno. Attraverso esso è, infatti, possibile cogliere quanto esse siano preziose per le comunità locali e come la somma di questi singoli contributi determini l’apporto al sistema Paese nel suo complesso caratterizzato da una presenza molto numerosa di Piccole e Medie Imprese che necessitano di punti di riferimento costanti, soprattutto in una fase di tempesta quale quella attuale che vede le aziende italiane maggiormente esposte e penalizzate da una possibile eventuale introduzione di misure protezionistiche.

Il Presidente dell’ABI Antonio Patuelli nella sua relazione all’assemblea annuale, la scorsa settimana, ha rivendicato con orgoglio che «ogni giorno le banche sostengono le innovazioni, la ricerca scientifica, la crescita dei giovani, il lavoro femminile e i grandi progetti sulle infrastrutture di ogni tipo, accompagnano le imprese che vogliono crescere e le famiglie a costruire il futuro». Sulla stessa lunghezza d’onda il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta: «In un ambiente sempre più tecnologico il capitale umano rimane centrale: per affrontare efficacemente il cambiamento, le banche dovranno investire sulle persone, accrescendone le competenze e puntando su di esse per guidare l’innovazione». Le Banche Popolari italiane rispecchiano fedelmente la descrizione di Patuelli e rispondono positivamente agli auspici di Panetta. I dati dell’ultimo anno parlano chiaro e sono lì a dimostrarlo: quasi 7 milioni di clienti, oltre 500 mila soci, 190 milioni di utili reinvestiti nei territori, oltre il 70 per cento dei prestiti destinati alle PMI – vera ossatura del sistema produttivo italiano – 30 miliardi di nuovi finanziamenti per le aziende minori e 15 miliardi a sostegno delle famiglie che acquistano casa. Dunque, non solo capacità di erogare credito, ma relazione di fiducia che le Popolari riescono a instaurare con soci, clienti e comunità. Una relazione che nasce dal radicamento territoriale, dall’ascolto delle esigenze locali e da un approccio mutualistico che mette al centro la persona. Esattamente come quel clown che sa entrare in sintonia con il proprio pubblico e, strappandogli una risata, riesce ad alleviarne le sofferenze, a coglierne le necessità e le potenzialità.

C’è bisogno di una finanza capace di guardare oltre i numeri, che sappia ascoltare, generare opportunità, favorire la partecipazione e la crescita. Le Banche Popolari, come la pubblicazione del Bilancio sociale conferma, sono protagoniste di una nuova “economia morale”, in cui la ricerca del profitto non può essere disgiunta dalla responsabilità sociale. Le imprese, le famiglie, i giovani imprenditori hanno bisogno di risorse, ma anche di fiducia e di un accompagnamento concreto. La società frammentata e globalizzata ha poi un bisogno crescente di comunità, di reti solidali e di istituzioni capaci di dare voce a chi rischia di restare escluso. Le Banche popolari e del territorio sono un punto di riferimento, non soltanto per la capacità di erogare credito, ma anche per il ruolo educativo e culturale che possono esercitare, promuovendo un uso consapevole delle risorse e stimolando la partecipazione attiva dei cittadini. È una sfida che richiede visione, impegno e coerenza con i principi mutualistici su cui queste banche sono nate. Una sfida al futuro per guardare lontano che è possibile grazie alla capacità di essere saldamente radicati nei territori dove, ogni giorno, si costruisce quella fiducia che, come nel caso dell’Angelo dal naso rosso, offre la speranza per un domani migliore.

(*) Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

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