Secondo quanto riportato dal sito specializzato cleantechnica.com, è stato approvato un nuovo impianto fotovoltaico da 150 megawatt in New Mexico, il progetto Santa Teresa, che include anche un sistema di accumulo energetico da 600 MWh. L’iniziativa, nonostante l’attuale clima politico poco favorevole alle rinnovabili, mostra come l’industria solare statunitense continui a crescere, attirando investimenti anche da attori internazionali.
Autorizzazione – Il progetto Santa Teresa ha ricevuto il via libera alla costruzione la scorsa settimana. Comprende un impianto fotovoltaico da 150 megawatt e un sistema di accumulo a batteria da 600 megawattora. Secondo il cronoprogramma attuale, l’impianto dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2026, con un tempo di realizzazione significativamente più rapido rispetto a quello degli impianti a gas, che negli Stati Uniti possono richiedere fino a sette anni a causa della carenza di turbine.
Distribuzione – L’energia prodotta non servirà solo ai cittadini del New Mexico. L’impianto rientra nella rete della compagnia texana El Paso Electric, che serve circa 465.000 clienti tra Texas e New Mexico. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “Questo progetto riguarda più che l’aggiunta di energia solare: si tratta di fornire valore duraturo alle comunità e alle imprese che serviamo”.
Interconnessione – Un aspetto rilevante riguarda la natura interstatale del progetto, insolita per il Texas, che storicamente ha mantenuto la propria rete elettrica separata dal sistema interconnesso nazionale. Ciò ha favorito progetti interni di eolico e solare, ma oggi lo scenario politico statale, dominato dai repubblicani, è più ostile alle rinnovabili. Tuttavia, come dimostra Santa Teresa, progetti extra-statali riescono ancora a trovare spazio.
Investimenti – Lo sviluppo del progetto è affidato a DESRI (D. E. Shaw Renewable Investments), un operatore che testimonia il ruolo crescente della finanza globale nella transizione energetica statunitense. DESRI fa parte del gruppo DE Shaw, che gestisce oltre 60 miliardi di dollari in capitali e conta 70 progetti tra eolico e solare in varie fasi di sviluppo, per un totale di 9 gigawatt. Il finanziamento dell’impianto è stato curato da un consorzio bancario internazionale, tra cui DNB Bank, National Bank of Canada e Korea Development Bank.
Concorrenza – Il rapido sviluppo del solare, unito ai sistemi di accumulo, rappresenta una sfida crescente per i produttori di gas naturale. A complicare ulteriormente il quadro c’è la geotermia – in particolare i nuovi sistemi geotermici avanzati (ESG), ancora marginali ma in fase di espansione. In New Mexico è in corso un progetto geotermico da 150 megawatt a cura della startup XGS, in collaborazione con Meta, che dovrebbe essere operativo entro il 2030.
Prospettive – Il potenziale geotermico del New Mexico è stimato in circa 160 gigawatt. Il governatore Michelle Lujan Grisham ha espresso il proprio sostegno allo sviluppo del settore, con l’obiettivo di attrarre centri dati e nuove attività economiche alimentate da energia a zero emissioni.
Difesa – In passato, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha sostenuto lo sviluppo del solare, soprattutto attraverso l’Aeronautica. Oggi però il supporto si è ridotto. Nonostante questo rallentamento, l’interesse verso le rinnovabili non è scomparso: la neonata Space Force ha avviato un progetto di ricerca solare, e l’Air Force ha prequalificato diverse aziende geotermiche, tra cui XGS, per futuri appalti.
Contesto – Mentre il sostegno federale alle rinnovabili si è indebolito, l’iniziativa privata e gli investimenti esteri continuano a sostenere nuovi progetti. Santa Teresa è un esempio concreto di come l’industria possa procedere anche in condizioni politiche meno favorevoli, puntando su tecnologie consolidate come il solare e sull’emergere di nuove fonti come la geotermia.
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