Con il recente via libera in Commissione Finanze della Camera al decreto Fisco, fa il suo ritorno il ravvedimento speciale: una sanatoria, di fatto.
Si tratta uno strumento di regolarizzazione dei debiti fiscali già utilizzato nel 2023. La misura è collegata al Concordato preventivo biennale e permette a lavoratori autonomi e professionisti che aderiranno alla nuova edizione del Concordato di sanare in via agevolata le imposte non versate nel periodo 2019-2023.
Dal ravvedimento speciale nuova vita al Concordato
L’emendamento, presentato dal presidente della Commissione Marco Osnato (FdI), riattiva il meccanismo di ravvedimento in forma agevolata per i contribuenti che accetteranno la proposta dell’Agenzia delle Entrate nel quadro del Concordato biennale 2025-2026.
Il testo è atteso alla Camera da lunedì 21 luglio, poi passerà al Senato per la seconda lettura. Il calendario prevede che le adesioni al Concordato si chiudano il 30 settembre 2025. Solo successivamente si potrà procedere al ravvedimento speciale.
Chi può aderire e cosa si può regolarizzare
Destinatari della misura sono i titolari di partita Iva (autonomi, freelance, professionisti e imprese individuali) che aderiranno al Concordato preventivo biennale. La sanatoria consente di chiudere le posizioni fiscali relative agli anni d’imposta dal 2019 al 2023 con una imposta sostitutiva ridotta calcolata sulla base del proprio punteggio Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale).
Isa base per aliquota e imponibile
I punteggi Isa vanno da 1 a 10 e determinano sia la base imponibile da regolarizzare sia l’aliquota applicabile. Più alto è il punteggio, minore sarà il carico fiscale.
La base imponibile Irpef viene calcolata partendo dalla differenza tra il reddito effettivo e quello già dichiarato, incrementata in base al punteggio Isa:
- +5% se Isa pari a 10;
- +10% tra 8 e 10;
- +20% tra 6 e 8;
- +30% tra 4 e 6;
- +40% tra 3 e 4;
- +50% sotto il 3.
Imposta sostitutiva:
- 10% per punteggi pari o maggiori di 8;
- 12% per punteggi tra 6 e 8.
- 15% per punteggi inferiori a 6.
L’importo minimo da versare è comunque 1.000 euro.
L’aliquota Irap resta fissa per tutti al 3,9%, mentre per gli anni 2020 e 2021 (colpiti dalla pandemia) è previsto un abbattimento del 30% sull’imposta dovuta.
Tempi e modalità di versamento
Il versamento potrà avvenire:
- in un’unica soluzione tra 1 gennaio e 15 marzo 2026;
- oppure in 10 rate mensili, maggiorate degli interessi.
Le somme versate andranno a finanziare il Fondo per l’attuazione della delega fiscale, da cui il governo attingerà per finanziare la riforma Irpef con la riduzione degli scaglioni e altre misure di razionalizzazione del sistema tributario.
Le coperture
L’onere per il ravvedimento speciale è stimato in 395 milioni di euro tra il 2026 e il 2030. Di questi, 58 milioni dovrebbero essere coperti dalle maggiori entrate prodotte dallo stesso strumento, mentre il resto verrà attinto dal Fondo per la delega fiscale. La precedente edizione del ravvedimento, legata al primo Concordato, ha generato 1,26 miliardi di euro di entrate:
- 781 milioni già incassati;
- 483 milioni ancora in pagamento;
- 188.000 contribuenti aderenti.
Le critiche dell’opposizione
L’opposizione, come già in occasione di precedenti sanatorie, ha alzato le barricate. Per il Partito Democratico si tratta dell’ennesimo condono mascherato a vantaggio di chi ha evaso. Sulla stessa linea il Movimento 5 Stelle. I pentastellati ne approfittano per attaccare tutto l’impianto fiscale del governo Meloni, accusato di avere promesso un “Fisco amico” e di avere in realtà alzato le tasse.
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