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Batterie e industria cartaria: le nuove frontiere


Tre applicazioni innovative, concepite all’insegna della sostenibilità, per ridefinire il futuro delle batterie e dell’industria cartaria.

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Heiwit è una startup che sviluppa tecnologie avanzate basate su batterie agli ioni di sodio.

«Le batterie sono il cuore della transizione energetica. Oggi il litio è fondamentale perché presente nella maggior parte delle batterie, ma c’è un problema: il litio è una risorsa limitata, estratta solo in pochi Paesi. Questo genera tensioni geopolitiche, rendendo il mercato instabile e insicuro – osserva Alessandro Gallani – Fortunatamente, la Terra ci offre una soluzione più abbondante e sostenibile, per ogni kg di litio presente sul pianeta, ci sono 1.650 kg di sodio». Heiwit ha realizzato una batteria con prestazioni paragonabili, se non superiori, a quelle al litio, composta esclusivamente da materiali ampiamente disponibili. Il software di gestione proprietario, basato su Intelligenza Artificiale, ottimizza i consumi e lo stoccaggio dell’energia, aiutando inoltre i clienti a massimizzare i profitti derivanti dalla vendita.

Volta Structural Energy affronta il tema delle batterie ripensando completamente il sistema di accumulo energetico, offrendo soluzioni integrate e modulari che rendono le batterie quasi invisibili, permettendo un risparmio in termini di volume e peso, e al tempo stesso incrementando energia e potenza. «Lo facciamo con le nostre batterie strutturali – evidenzia Tommaso Randolfi – Si tratta di pannelli in materiale composito che adottano le comuni architetture già utilizzate nel settore spaziale e automotive. Grazie alla nostra tecnologia, i pannelli si trasformano in sistemi multifunzionali, sono contemporaneamente struttura e batteria. Questo consente di immagazzinare energia elettrica senza occupare spazio aggiuntivo, risparmiando notevolmente volume che può essere dedicato a carichi più profittevoli». La startup ha iniziato sviluppando applicazioni per il mercato aerospaziale, ma si tratta di una tecnologia adattabile a tutta l’industria della mobilità elettrificata, dai trasporti pesanti alla nautica.

Bi-Rex ha lanciato il brand ReVita, che sviluppa e produce fibre per il settore cartario, destinate alla realizzazione di carta e cartoncino per packaging, carta usa e getta e carte speciali. Il processo proprietario di estrazione della fibra punta a rivoluzionare il settore, proponendo approcci innovativi per rispondere alla crescente richiesta di prodotti più responsabili. «Otteniamo fibre da scarti agroalimentari, abbattendo di oltre il 95% il consumo di acqua ed energia, e fino al 70% le emissioni di Co2» spiegano Greta Colombo Dugoni e Monica Ferro. Utilizzano per esempio crusca, scarti di riso, agrumi e residui della produzione della birra. Le fibre ottenute si presentano sotto forma di pellet.

La fase industriale è già stata completata, con una capacità produttiva di 15 tonnellate al mese, sufficienti per generare fino a 150 tonnellate di carta. «Il nostro mercato è quello della carta e del packaging sostenibile, in forte espansione a livello globale. In particolare, ci rivolgiamo a settori come food packaging, tissue e luxury, che cercano materiali innovativi per rispondere alla crescente domanda di sostenibilità».

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