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Campus ‘Respiriamo la montagna insieme’: un nuovo modello di sviluppo per le aree interne montane


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21/07/2025



Pazienti pediatrici ospiti del Campus, con Francesco Meneguzzo del Cnr-Ibe e Giovanni Gagliardi dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer IRCCS (Credits: Francesco Meneguzzo)


Si è svolto sabato 19 luglio, presso la località della Doganaccia, centro sciistico ed escursionistico a oltre 1500 metri di quota nel Comune di Abetone Cutigliano (Pt) sull’alto Appennino Toscano, l’evento pubblico di presentazione del Campus ‘Respiriamo la montagna insieme’: tra gli oltre 60 siti montani studiati nel corso del grande progetto di terapia forestale condotto dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe) insieme al Club alpino italiano (Cai), tale luogo è stato ritenuto il più idoneo per ospitare un centro sanitario, e non solo, per il trattamento dell’asma pediatrica.

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La decisione è stata ribadita, durante l’evento, anche dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, intervenuto di persona, che ha affermato che, al fine di stabilizzare questa esperienza, sarà costituito un centro che, attraverso una fondazione, possa integrarsi nel sistema sanitario regionale, insieme all’Azienda ospedaliera universitaria Meyer Ircss: un centro di ricerca, assistenza sanitaria e comunità per bambini e adolescenti affetti da asma o allergie.

Proprio presso la località della Doganaccia è attivo, fino al 27 luglio, il Campus ‘Respiriamo la montagna insieme’, gestito dall’Associazione Respiriamo insieme Aps. “L’apertura di questo Campus, improntato su criteri di equità sociale, ha restituito un’opportunità a numerose famiglie lasciate prive di riferimenti per la riabilitazione respiratoria pediatrica in alta quota, in seguito alla chiusura definitiva, alla fine del 2022, dell’unico centro montano per l’assistenza socio-sanitaria dell’asma pediatrica in Italia, situato al Lago di Misurina nelle Dolomiti bellunesi”, riferisce Simona Barbaglia, presidente dell’Associazione, che aggiunge: “Il primo turno ospita 15 tra bambini e adolescenti, alcuni con comorbidità, che non solo continuano le loro terapie supervisionati, ma sono felicemente impegnati ogni giorno in esperienze esclusive di gioco, formazione, creatività e costruzione della comunità”.

Medici volontari, pediatri allergologi e pneumologi, dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer, eccellenza nazionale nelle cure pediatriche, hanno assicurato la presenza continua di un medico per tutto il periodo del Campus. “Il progetto si propone di migliorare il controllo dei sintomi dei pazienti pediatrici affetti da asma in un ambiente controllato, sfruttando le proprietà dell’aria di montagna”, afferma Mattia Giovannini, pediatra dell’allergologia e ricercatore del Dipartimento di scienze della salute dell’Università degli studi di Firenze, che approfondisce la natura e obiettivi del Campus: “L’iniziativa integra un approccio di assistenza clinica tradizionale con attività finalizzate a favorire la socializzazione e lo sviluppo di autonomia nella gestione della malattia, configurandosi come un modello unico nel suo genere. L’obiettivo principale è quello di fornire un supporto completo ai pazienti, coinvolgendo allo stesso tempo l’intero nucleo familiare. L’esperienza proposta mira a ridurre il senso di isolamento spesso vissuto dai pazienti con patologia cronica, facilitando l’accettazione della propria condizione clinica attraverso il confronto tra pari, la condivisione di dubbi ed esperienze vissute, oltre a fornire gli strumenti per una gestione consapevole ed autonoma della malattia. Siamo convinti che questo percorso contribuisca significativamente a migliorare il benessere psico-fisico globale del bambino e ragazzo asmatico. Il progetto si fonda su principi di inclusione, con l’intento di prevenire disuguaglianze e di promuovere un modello assistenziale integrato, che tenga conto delle diverse esigenze dei destinatari, valorizzando un ambiente accogliente e privo di barriere”.

All’inizio di quest’anno, per la prima volta, la terapia forestale è stata inserita nella sperimentazione triennale delle medicine complementari. “L’esperienza di terapia forestale per il trattamento dei disturbi respiratori, che si sta portando avanti alla Doganaccia, conferma il valore e la positività della scelta della Regione Toscana di aprirsi alle terapie complementari integrate, valutandone costantemente l’efficacia e la sicurezza con la ricerca scientifica, come anche l’Organizzazione mondiale della sanità nella sua ultima assemblea generale ha recentemente deliberato”, sostiene Elio Rossi, responsabile del Centro regionale per la medicina integrata della Regione Toscana.

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L’asma, tra le altre patologie respiratorie, influenza negativamente la qualità della vita del 10% dei bambini e adolescenti italiani, con maggiore prevalenza negli strati economici e sociali più svantaggiati e con un’incidenza crescente del 50% ogni decennio, a causa dell’urbanizzazione e dei cambiamenti climatici, richiedendo cure prolungate e onerose. Di questo tipo d’intervento, volto a migliorare la qualità della vita e a ridurre l’uso dei farmaci, possono beneficiare sia i pazienti pediatrici che tutta la collettività.

“La purezza dell’aria e la disponibilità nell’atmosfera forestale di preziosi oli essenziali emessi dalle piante, ambedue migliori rispetto a Misurina, sono stati i primi criteri oggettivi alla base della scelta della Doganaccia. Non meno importanti, la dimostrazione sperimentale della straordinaria efficacia di questi boschi rispetto al benessere psicologico, il versante montano sempre soleggiato, il clima mite rispetto all’altitudine, l’ottima qualità del cielo notturno, l’agevole raggiungibilità con funivia dal fondovalle, la sicurezza legata all’assenza di traffico e le straordinarie infrastrutture per l’educazione, il gioco e l’intrattenimento dei bambini e degli adolescenti ospiti del Campus”, sostiene Francesco Meneguzzo, primo ricercatore del Cnr-Ibe e uno dei coordinatori delle ricerche.

La portata di questa iniziativa supera il livello locale. “Si tratta di un’importante applicazione di un ulteriore servizio ecosistemico per la salute umana offerto da particolari ambienti forestali”, puntualizza Beniamino Gioli, direttore del Cnr-Ibe, che spiega: “Insieme alle decine di percorsi idonei alla terapia forestale che abbiamo qualificato sull’Appennino Tosco-Emiliano e Tosco-Romagnolo, il Campus alla Doganaccia rappresenta il simbolo di un nuovo modello di sviluppo territoriale che parte dalla salute ma guarda ben oltre, riaffermando il diritto delle aree montane non solo a essere abitate, ma a prosperare. La salute, da semplice necessità, diventa leva strategica per riattivare economie locali, creare occupazione qualificata e contrastare lo spopolamento. Il Cnr, la Regione Toscana e le istituzioni locali, oggi lo dimostrano con i fatti”.

Il progetto di questa esperienza unica è stato promosso dalle amministrazioni locali, a partire dall’Unione di comuni montani appennino pistoiese che commissionò a Cnr-Ibe il primo studio nel 2023, quindi dal Comune di Abetone Cutigliano e dalla provincia di Pistoia. Oggi, la straordinaria prospettiva avanzata dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani rappresenta il coronamento di un percorso impegnativo fondato sulla ricerca pubblica e il rapporto con le associazioni e le comunità locali.

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