La Commissione europea ha adottato il 16 luglio la proposta di quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2028-2034, con il titolo “un bilancio dell’Ue dinamico per le priorità del futuro”, aprendo alla fase approfondita di discussione inter-istituzionale europea sul bilancio post-2027. Il Qfp viene adottato con un pacchetto di proposte di regolamento dei fondi che ne faranno parte, quali il regolamento sul fondo per la competitività (incluso lo specifico programma per la ricerca sulla difesa e l’innovazione), il regolamento per il supporto alla politica agricola comune, il regolamento per l’educazione Erasmus +, il regolamento sul programma di ricerca orizzonte Europa, il regolamento per il supporto all’asilo, migranti e integrazione, il regolamento sui fondi di per la coesione economica, sociale e territoriale, regolamento del fondo sociale europeo, il regolamento del fondo per la sicurezza interna, il regolamento del fondo AgoraEu dedicato alla partecipazione e alla democrazia, alla creatività, alla libertà dei media, il regolamento del fondo Europa Globale sulla cooperazione internazionale. A questi si aggiunge anche un proposta di regolamento generale del Consiglio sul Qfp 2028-2034 e una proposta di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea.
Come indicato nella premessa della citata comunicazione d’inquadramento, il Qfp 2028-2034 sarà molto più che un semplice piano finanziario. Sarà la dichiarazione strategica dell’ambizione politica collettiva dell’Unione di realizzare le sue priorità e di agire con forza e unità sulla scena mondiale nel prossimo decennio […] per costruire un’Europa indipendente e padrona del proprio destino.
Dunque l’adozione del Qfp è un atto di decisivo posizionamento politico per l’Ue con cui l’Unione si dota delle risorse e degli strumenti necessari a far leva sui quadri finanziari degli Stati membri e sulla finanza privata per far fronte a una serie di sfide generazionali, in un contesto d’incertezza geopolitica e di conflittualità mondiale, di sviluppo della crisi climatico-ambientale, di rapide trasformazioni tecnologiche, di cambiamenti demografici.
Rispetto al passato, il nuovo Qfp mira ad essere più semplice, più flessibile e più strategico e più ampio portando le risorse a oltre 1.980 miliardi di euro (pari all’1,26% del Reddito nazionale lordo dell’Ue). Allo scopo l’Unione si doterà di nuove risorse proprie per non pesare sui bilanci nazionali, con l’intenzione espressa di proseguire sulla strada aperta da NextGenerationEU e di adempiere ai compiti e alle responsabilità che le sono stati affidati.
Gli elementi chiave del nuovo Qfp sono descritti negli atti assunti dalla Commissione come segue:
- maggiore flessibilità per essere in grado di fronteggiare gli eventi anche imprevisti che si presenteranno nel corso degli anni, con il coinvolgimento nelle revisioni periodiche annuali del Parlamento europeo e del Consiglio, che dovrebbero garantire un elevato livello di controllo politico, trasparenza e responsabilità democratica;
- programmi più snelli, semplici e armonizzati, facilitando il reperimento delle informazioni da parte di cittadini e imprese e l’accessibilità dei finanziamenti
- adattamento alle esigenze locali con piani di partenariato nazionali e regionali basati su investimenti e riforme per favorire la coesione economica, sociale e territoriale dell’Ue, rafforzare la coerenza nel perseguimento degli obiettivi dell’Ue con i quadri finanziari nazionali e attraendo finanziamenti privati;
- istituzione di uno specifico fondo per la competitività di 450 miliardi di euro che include transizione pulita e decarbonizzazione, transizione digitale – salute – biotecnologie – agricoltura – bioeconomia, difesa e spazio. Collegato al fondo, il quadro di ricerca dell’Ue orizzonte Europa viene espanso a 175 miliardi di euro e articolato su quattro pilastri: scienza di eccellenza, competitività e società, innovazione e Spazio europeo della ricerca. Seguendo la raccomandazione formulata nella relazione Draghi, la Commissione dichiara che il fondo europeo per la competitività sarà imperniato sui beni pubblici dell’Ue come già indicato nella bussola per la competitività;
- un pacchetto di nuove risorse proprie che garantisca entrate adeguate per le priorità dell’Ue del valore stimato di 58,5 miliardi di euro/anno, riducendo al minimo la pressione sulle finanze pubbliche nazionali, attingendo a una quota del sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue (Ets) alla tassa sul carbonio alle frontiere (Cbam) e istituendo misure di fiscalità ecologica su rifiuti elettronici e d’imballaggi di plastica non riciclati, accise sul tabacco, un contributo dalle imprese che hanno un fatturato annuo netto di almeno 100 milioni di euro;
Come precisa la Commissione, la creazione dell’Unione europea della difesa avverrà sviluppando le previsioni del libro bianco per la difesa e il relativo piano prontezza Europa (trattato al terzo punto nostra rubrica del 25.3.25) combinando finanziamenti provenienti dal fondo europeo per la competitività, dai piani di partenariato nazionali e regionali, dal meccanismo per collegare l’Europa e da finanziamenti esterni, avviando una nuova era di investimenti strategici nelle capacità e nella prontezza di difesa europee, compreso lo sviluppo congiunto di capacità critiche di difesa.
Lo sviluppo della strategia per il mercato unico, la strategia protectEu, già adottate negli scorsi mesi dalla Commissione europea, vengono specificamente richiamate in correlazione ai diversi obiettivi e fondi del Qfp.
Il Qfp prevede inoltre misure trasversali e orizzontali a garanzia del rispetto dello Stato di diritto e della Carta dei diritti fondamentali applicando il già vigente regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto, e come ulteriormente specificato, i piani di partenariato nazionali e regionali rafforzeranno il legame tra le raccomandazioni contenute nella relazione sullo Stato di diritto (vedi punto 2 della nostra rubrica del 15.7.25) e il sostegno finanziario dell’Ue.
La Commissione precisa che il nuovo Qfp garantirà che le priorità orizzontali siano applicate in modo coerente in tutto il bilancio dell’Ue, anche per quanto riguarda gli obiettivi per il clima e la biodiversità, il rispetto del principio “non arrecare un danno significativo”, le politiche sociali e la parità di genere. Un obiettivo generale di spesa per il clima e l’ambiente pari ad almeno il 35% dell’importo totale del bilancio viene fissato per contribuire a orientare il sostegno verso gli obiettivi del Green Deal europeo, precisando ulteriormente che il quadro di riferimento dell’efficacia dell’attuazione fornirà inoltre un corpus unico e proporzionato di norme per l’attuazione del principio “non arrecare un danno significativo” in tutti i programmi dell’Ue.
Un meccanismo di adeguamento all’inflazione viene proposto dalla Commissione, basandosi su un deflatore fisso del 2 % quando l’inflazione nell’Ue è compresa tra l’1 % e il 3 %. In caso di inflazione effettiva inferiore all’1 % o superiore al 3 %, l’adeguamento sarà effettuato sulla base dell’inflazione effettiva, in modo tale che la capacità del bilancio dell’Ue di produrre risultati non sia indebitamente compromessa.
Nella conferenza stampa di presentazione del Qfp, la presidente von der Leyen ha messo in evidenza come in priorità siano messi gli investimenti per le persone quantificabili in 865 miliardi di euro mantenendo al loro centro la coesione e l’agricoltura. Inoltre, per la prima volta è fissato un target minimo del 14% in spesa sociale in riferimento ai piani di partenariato nazionali e regionali, precisando che la spesa sociale sarà regolarmente monitorata nel Qfp.
Il vicepresidente Stéphane Séjourne ha evidenziato come il Qfp intenda trasporre le raccomandazioni del rapporto Draghi, concentrandosi sullo scopo di innovare in settori strategici, produrre e creare occupazione in Europa, fare leva sulla finanza privata.
Il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto ha sottolineato le caratteristiche di flessibilità dei fondi che integreranno i piani di partenariato nazionali e regionali per adattarsi alle priorità emergenti e ai bisogni locali, riducendo la burocrazia. Fitto ha precisato che il quadro degli 865 miliardi complessivi per il partenariato destinerà almeno 296 miliardi di euro per l’agricoltura e la pesca e 450 miliardi per le politiche di coesione che includono ancora fondi per lo sviluppo rurale e le comunità costiere.
Il vicepresidente esecutivo Roxana Mînzatu ha sottolineato come i fondi per giovani e l’educazione dell’Erasmus+ aumenteranno dagli attuali 26 a 40.8 miliardi di euro, e il nuovo programma AgoraEu includerà i precedenti programmi Cerv e Creative Europe raddoppiandone le somme con 8.6 miliardi di euro.
Sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo
Il 16-17 luglio si è tenuta la sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo (Cese). Sono stati assunti diversi pareri su iniziative strategiche di prossima adozione da parte della Commissione europea quali la strategia europea anti-povertà e l’accessibilità economica degli alloggi in relazione con politiche di coesione e l’agenda urbana europea. Diversi pareri hanno riguardato fondamentali iniziative strategiche già adottate offrendo raccomandazioni utili alla messa in pratica tra cui l’iniziativa Unione dei risparmi e degli investimenti, Unione delle competenze, piano d’azione per l’industria automobilistica, il libro bianco sulla difesa europea. Altre opinioni hanno riguardato aspetti strategici per la partecipazione democratica quali la strategia per supportare, proteggere e dare potere alla società civile, buone pratiche partecipative, ruolo dei sindacati nel miglioramento della produttività.
Su aspetti particolarmente innovativi per le politiche dell’Ue sono stati ancora adottati il parere sulla quinta libertà del mercato unico per l’innovazione e le competenze raccomandata dal rapporto di Enrico Letta, su come considerare le catene del valore nella definizione delle politiche, sull’utilizzo dei sistemi digitali per la semplificazione legislativa. Un pacchetto di pareri ha riguardato gli aspetti relativi alle politiche del Green deal, tra cui quello sull’impatto economico dell’Ets, sulla biodiversità marina e accordi internazionali, sul considerare il nesso tra pace e cambiamenti climatici nella diplomazia globale e sull’avanzamento dell’ottavo piano d’azione per l’ambiente.
di Luigi Di Marco
Consulta la rassegna dal 14 al 20 luglio
Copertina: © European Union, 2025, CC BY 4.0
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