Roma – Interrogazione a risposta in commissione 5-04270
presentato da
NEVI Raffaele
testo di
Lunedì 21 luglio 2025, seduta n. 514
NEVI, CASTIGLIONE, GATTA e ARRUZZOLO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi anni la produzione media di olio di oliva in Italia è stata inferiore alle 300 mila tonnellate, contro le oltre 500 mila registrate nel triennio 2010-2012 e le 700 mila dei primi anni 2000. Si registra anche una riduzione dei marchi nazionali di olio d’oliva;
le cause di questo declino sono soprattutto strutturali, dovuta a una forte frammentazione produttiva con circa 620 mila aziende olivicole, presenti su 1,1 milioni di ettari, il 42 per cento delle quali non arriva a 2 ettari di superficie agricola coltivata, e solo il 2,5 per cento supera i 50 ettari;
l’intero settore dell’olio di oliva italiano, che ha un fatturato di 5 miliardi di euro nel 2024, è a rischio, stretto tra le politiche commerciali della Grande distribuzione organizzata (Gdo) e la competizione internazionale sempre più stringente, dovuta anche a massicci investimenti pubblici e privati nelle nazioni concorrenti e alla concentrazione di offerta e domanda di olio di oliva nelle mani di un numero ridotto di attori;
attualmente il differenziale di prezzo all’ingrosso tra olio italiano (Cciaa Bari e Ismea Mercati) e olio spagnolo (Oleista, PoolRed) è di circa 6 euro/kg e questo si traduce in una differenza di prezzo a scaffale di circa 7 euro/litro, un differenziale che è destinato ad aumentare, vista la sostanziale stabilità della quotazione dell’olio italiano e la tendenza alla discesa di quello spagnolo;
il rischio è quello di una perdita di quota di mercato dell’olio italiano, che a ottobre 2024 registrava una quota del 34,7 per cento del totale dell’olio distribuito nella Gdo, perdita che si rifletterà sullo spazio a scaffale e, di conseguenza, sulle vendite;
il Ministro dell’agricoltura spagnolo Luis Planas, in occasione dell’inaugurazione del salone dell’olio spagnolo Expoliva (19 maggio 2025), ha annunciato un piano per raddoppiare il volume di olio commercializzato dalla Spagna, fino a 4 milioni di tonnellate entro il 2040, tramite un Piano con una capacità di spesa oltre il miliardo di euro;
il problema del sistema olivicolo-oleario nazionale è rappresentato dalla scarsa redditività, sia per l’industria, con marginalità dell’1-2 per cento secondo quanto emerge dalla lettura dei bilanci 2023 e 2024 delle principali imprese del settore, sia del sistema agricolo, con prezzi che risultano remunerativi solo negli ultimi due anni, ma che, alla luce degli ultimi dati di mercato, rischiano di ritornare sotto la soglia di sopravvivenza nel prossimo futuro;
il 12 febbraio 2025 la XIII Commissione agricoltura della Camera ha approvato la risoluzione unitaria 8/00074 Nevi ed altri, nella quale si impegna, tra l’altro, il Governo ad adottare un piano olivicolo nazionale di rilancio del settore, concentrato sulle tematiche dell’aumento della produzione e della redditività delle imprese, del sostegno all’aggregazione delle imprese e alle organizzazioni dei produttori, dell’adozione di misure per la penetrazione dei mercati, interno e internazionali –:
quali siano i tempi di attuazione del piano olivicolo nazionale e di quali risorse, presumibilmente, sarà dotato;
se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per garantire un quadro di giusta remunerazione al sistema olivicolo oleario nazionale, garantendo contestualmente un equo accesso e un’adeguata valorizzazione dell’olio nazionale nell’ambito della Gdo italiana.
(5-04270)
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