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Storico patto per Fabriano, finito il vecchio modello: sperano le comunità umbre di confine

Le industrie dell’elettrodomestico, della meccanica e della carta, che hanno fatto dell’area di Fabriano e del confine umbro a questa collegato, un distretto di lavoro, progresso e benessere, nella sua formula storica non regge più. Questo lo sanno tutti e lo confermano i dati che indicano un calo degli addetti a questi settori del 43% dal 2016 al 2023. Quanto basta per mettere per la prima volta insieme sindacati, industie, istituzioni, università e tutti i protagonisti economici del territorio per disegnare un nuovo futuro dell’intera area.

Il recente Patto per Fabriano, firmato da Confindustria Ancona, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil, rappresenta un accordo storico volto a rilanciare Fabriano come punto di riferimento economico, industriale e culturale dell’area appenninica e subappenninica. Nato da un confronto aperto tra associazioni di categoria, sindacati e imprese, il Patto stabilisce una strategia concreta per lo sviluppo sostenibile della città e del territorio circostante, mettendo l’accento su innovazione, competenze e manifattura.

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Tra i punti chiave dell’accordo vi è l’istituzione, nel primo anno, di un osservatorio territoriale permanente che analizzerà dati demografici, sviluppo delle competenze e monitorerà le crisi d’impresa. Con il coinvolgimento di istituti scolastici, università e centri di formazione, si punta a creare una rete stabile tra formazione e imprese, con l’obiettivo di ridurre il divario tra domanda e offerta di lavoro attraverso percorsi certificati e incentivi alla formazione continua.

Il Patto prevede inoltre il rilancio di nuovi distretti e cluster d’eccellenza per valorizzare le filiere industriali strategiche del territorio, insieme a un piano integrato di marketing territoriale dedicato all’artigianato di qualità e alle start-up, con particolare attenzione alle iniziative giovanili e femminili. Il tutto per consolidare l’identità di Fabriano e renderla più attrattiva per investitori, imprese e talenti.

La visione si articola in quattro direttrici principali: la promozione di una manifattura e di un’economia sostenibile, lo sviluppo di un sistema delle competenze arricchito da una “scuola internazionale”, un approccio lungimirante alle transizioni economiche e alle crisi d’impresa attraverso analisi costanti di investimenti e risorse umane, e infine un programma di connessioni volto a migliorare infrastrutture fisiche e digitali, coesione sociale e qualità della vita.

Storicamente, le aree umbre collegate all’economia della zona di Fabriano, sia per motivi produttivi che occupazionali, sono principalmente quelle situate nella parte orientale della regione, in particolare Costacciaro, Scheggia, Pascelupo, Sigillo, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Nocera Umbra e aree limitrove. Sebbene Fabriano si trovi nelle Marche, la sua economia è sempre stata legata a scambi di prodotti e forza lavoro con zone limitrofe umbre.

Questi territori umbri hanno storicamente visto molti residenti lavorare direttamente nelle industrie di Fabriano o nell’indotto collegato, soprattutto nei settori della carta, della meccanica e dell’elettrodomestico. Mentre una rete di micro aziende ha rappresentato la filiera di territorio con l’area centrale. La crisi del bianco, cioè dell’elettrodomestico in questa zona ha rappresentato un periodo storico stagnazione per l’intera area che si è tradotto in spopolamento e mancanza di entusiasmo sul fronte economico come su quello sociale. Intere comunità al confine che hanno realizzato una cultura di territorio identitaria, spostandosi da un luogo all’altro senza percepirne il confine, stabilendo di quà e di là amicizie, rapporti familiari, oltre che economici e produttivi, rappresentano oggi quel valore che si intende preservare. La rete economica e sociale costruita nei secoli ha fatto di Fabriano un hub produttivo di riferimento per l’area.

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L’intesa di rilancio di Fabriano, quindi, ha un impatto significativo sull’Umbria, perché punta a rafforzare un sistema produttivo interregionale che fa di questo storico patrimonio industriale, artigianale e tecnologico il suo punto di forza. Migliorare competenze, infrastrutture e attrattività nel comprensorio fabrianese può tradursi in maggiori opportunità di lavoro, sviluppo economico e innovazione anche per i territori umbri confinanti.

Inoltre, la creazione di nuovi cluster e distretti di eccellenza, insieme al rafforzamento di filiere tradizionali e innovative, favoriranno la collaborazione tra imprese e istituzioni educative di entrambe le regioni. L’Umbria potrà beneficiare di queste dinamiche, al fine di rilanciare le filiere integrate.

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