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UN Global Compact Network Italia-Rappresentanza Permanente d’Italia presso le UN: transizione digitale come leva


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La transizione digitale può e deve diventare uno strumento per accelerare la sostenibilità nelle filiere agroalimentari, contribuendo a rendere i sistemi produttivi più equi, inclusivi e resilienti. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che le imprese adottino un approccio strategico alla digitalizzazione, coerente con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e sostenuto da partnership pubblico-private efficaci. È questo il messaggio condiviso da UN Global Compact Network Italia e dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite in occasione dell’evento collaterale dell’High-Level Political Forum (HLPF), svoltosi il 21 luglio a New York.

Il settore agricolo si trova oggi ad affrontare sfide decisive per la prosperità e il benessere globali. Secondo la FAO, entro il 2050 sarà necessario produrre il 50% in più di cibo per nutrire una popolazione mondiale che supererà i 9 miliardi di persone. Questo obiettivo si colloca in un contesto segnato dalla crescente scarsità di risorse naturali, dai cambiamenti climatici e dall’instabilità geopolitica, che minano l’accesso a un’alimentazione sana e accessibile. In tale scenario, trasformare i sistemi agroalimentari in chiave sostenibile, resiliente e inclusiva rappresenta una priorità, che richiede la collaborazione sinergica di imprese, istituzioni pubbliche e attori finanziari.

La transizione digitale costituisce una leva strategica per ripensare in profondità le catene del valore agroalimentari. Secondo la 2023 SDG Digital Acceleration Agenda, le soluzioni digitali possono contribuire al raggiungimento di oltre il 70% dei target dell’Agenda 2030, in particolare negli ambiti del contrasto al cambiamento climatico, della lotta alla fame, dell’istruzione e della riduzione della povertà. Tuttavia, il potenziale trasformativo della digitalizzazione deve essere accompagnato da una costante attenzione al tema delle disuguaglianze, per evitare l’esclusione delle comunità agricole meno digitalizzate, delle persone con competenze digitali limitate e delle piccole e medie imprese prive di adeguate infrastrutture.

“Per sconfiggere la fame nel mondo e raggiungere la sicurezza alimentare, in un contesto in cui la popolazione globale è in espansione – entro il 2050 arriveremo a 9,8 miliardi di persone – dobbiamo garantire, sin da subito e per il futuro, l’accesso ad un’alimentazione sicura, nutriente e a prezzi accessibili per tutti. Per un progresso duraturo, è necessario assicurare la priorità ai lavoratori, ridurre gli sprechi e l’inquinamento e proteggere gli ecosistemi naturali che garantiscono la nostra sopravvivenza. Le nuove tecnologie digitali, compresa l’intelligenza artificiale (AI), hanno un enorme potenziale per trasformare le modalità con cui produciamo cibo e possono aumentare la sostenibilità lungo l’intera catena del valore. L’IA può aiutare i produttori del settore alimentare a ottimizzare le risorse limitate; ad esempio, raccogliendo informazioni in tempo reale sulle condizioni del suolo e sui fenomeni meteorologici, o prevedendo le rese agricole. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie digitali, queste ultime devono essere sviluppate e applicate in modo responsabile”, queste le parole di Sanda Ojiambo, Assistant Secretary-General and CEO di United Nations Global Compact in occasione del side-event all’HLPF 2025.

“È fondamentale adottare un approccio sistemico alla transizione digitale, in cui innovazione e sostenibilità si rafforzino a vicenda”, ha dichiarato Filippo Bettini, Presidente di UNGCN Italia. “Le imprese sono chiamate a integrare la trasformazione tecnologica nei propri modelli di business in modo strategico, orientandosi verso soluzioni capaci di generare valore condiviso e misurabili secondo criteri ESG. L’adozione responsabile delle tecnologie digitali deve diventare un tratto distintivo del settore privato, chiamato a guidare il cambiamento all’insegna della trasparenza, dell’etica e dell’inclusione. In particolare, la digitalizzazione può essere fondamentale per le filiere agroalimentari, per affrontare i rischi al livello sociale e ambientale, consentendo alle aziende di adottare adeguati sistemi di verifica e controllo lungo le catene di fornitura.”

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“Pur riconoscendo l’enorme potenziale dell’innovazione digitale per migliorare la produttività e l’efficienza, l’Italia è consapevole delle sfide multidimensionali che essa comporta” ha dichiarato Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “Attraverso i nostri programmi di cooperazione allo sviluppo e le partnership con l’Unione Africana e i Paesi del Mediterraneo, stiamo investendo in alfabetizzazione digitale, connettività nelle aree rurali e nei sistemi di innovazione, al fine di garantire che i piccoli agricoltori, i popoli indigeni e le comunità marginalizzate non vengano lasciati indietro, ma siano invece messi in condizione di co-progettare e co-detenere soluzioni digitali. L’Italia è fermamente determinata a promuovere una trasformazione digitale equa, inclusiva e sostenibile dei sistemi agroalimentari, nella convinzione che la tecnologia debba servire i bisogni delle persone, dell’ambiente e delle generazioni future.”

Nel corso dell’evento, Filippo Bettini ha inoltre annunciato la prossima pubblicazione, prevista per ottobre, di un position paper elaborato con il contributo di 47 aziende italiane aderenti al Global Compact. Il documento analizzerà i rischi e le opportunità legati alla digitalizzazione e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, attraverso casi studio ed esperienze concrete maturate dal settore privato.

“La promozione di partnership multi-stakeholder tra settore pubblico e privato è essenziale per accompagnare una trasformazione digitale equa e sostenibile dei sistemi agroalimentari”, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UN Global Compact Network Italia. “Allo stesso tempo, è necessario un solido supporto istituzionale – al livello nazionale, europeo e globale – che garantisca l’accesso a infrastrutture digitali, percorsi di formazione tecnica e condizioni abilitanti (anche in termini di investimenti) per la crescita digitale delle imprese, mettendo a fattor comune le competenze strategiche e tecniche dei grandi attori in una visione olistica di iniziative di Sistema- Paese. Solo così potremo fare della transizione digitale un vero motore verde di inclusione e competitività, in linea con il concetto di twin transition proposto dall’Unione Europea”, ha concluso Bernacchi.

Nel suo intervento, Angélica Jácome, Direttrice del FAO Liaison Office with the United Nations a New York, ha affermato: “Il futuro dei nostri sistemi agroalimentari dipende dalla nostra capacità di lavorare insieme – tra settori, oltre i confini e superando il divario digitale – per garantire che la trasformazione digitale non lasci indietro nessuno”.

Infine, Virpi Stucki, Chief of the Division for Fair Production, Sustainability Standards and Trade di UNIDO, ha aggiunto: “Il programma ACT riflette un nuovo modello di cooperazione allo sviluppo, basato su solide partnership pubblico-private. Unendo insieme Governi, industria e attori internazionali, il programma mira a creare un settore del caffè resiliente e sostenibile, che abbia un impatto concreto sui produttori e sulle comunità africane.”

L’evento è stato moderato dal Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York, Ambasciatore Maurizio Massari, che in chiusura dei lavori ha rimarcato l’importanza della discussione alla luce del secondo “United Nations Food Systems Summit Stocktacking”, che verrà co-organizzato da Etiopia ed Italia ad Addis Abeba dal 27 al 29 luglio per affrontare i temi della collaborazione internazionale, della finanza e degli investimenti per accelerare la trasformazione dei sistemi alimentari al livello globale.

Informazioni sull’UN Global Compact

Il Global Compact delle Nazioni Unite è un’iniziativa speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite che ha il mandato di guidare e sostenere la comunità imprenditoriale globale nel promuovere gli obiettivi e i valori delle Nazioni Unite attraverso pratiche aziendali responsabili. Con più di 22.000 aziende e oltre 2.500 firmatari non profit con sede in 167 paesi e 63 Country Network, l’UN Global Compact è la più grande iniziativa di sostenibilità aziendale nel mondo.

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Il Global Compact delle Nazioni Unite opera in Italia attraverso l’UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia), organizzazione costituitasi in Fondazione nel 2013 dopo dieci anni di attività come gruppo informale. Il Network italiano opera anzitutto per promuovere l’UN Global Compact ed i suoi Dieci Principi attraverso il dialogo istituzionale, la produzione di conoscenza e la diffusione di buone pratiche di sostenibilità. È, altresì, impegnato nell’avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dalle Nazioni Unite per il 2030. Oltre 700 imprese ed organizzazioni non profit italiane partecipano all’UN Global Compact.

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