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800 Mln per rilancio libere professioni


Confprofessioni analizza i punti chiave del provvedimento che rende operativi i contributi per l’autoimpiego e l’avvio di nuove attività professionali, con una particolare attenzione ai giovani e ai divari territoriali.

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di Carlo Girella, Confprofessioni

Via libera agli incentivi all’autoimpiego e al lavoro autonomo e professionale. Il Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero per gli Affari Europei e il Ministero dell’Economia, ha infatti firmato il decreto attuativo che rende operativi 800 milioni di euro di contributi a fondo perduto per l’avvio di nuove attività, come previsto dal cosiddetto “Decreto Coesione”.

«Abbiamo sostenuto questo provvedimento con forza sia nei tavoli ministeriali sia in sede di audizione parlamentare. Il decreto rappresenta un importante strumento di supporto all’avvio di attività autonome, imprenditoriali e libero professionali, con una particolare attenzione ai giovani e ai divari territoriali», ha commentato il presidente di Confprofessioni, Marco Natali.

Calo dei liberi professionisti: giovani in difficoltà

Secondo i dati dell’Osservatorio delle libere professioni, dopo un costante incremento fino al 2019, il numero di professionisti è calato del 5% tra il 2019 e il 2023, con una perdita di circa 67.000 unità. La diminuzione ha riguardatoin particolare i professionisti più giovani: nella fascia 15-34 anni si è registrato un calo del 12,4%; nella fascia 35-54 anni dell’8,2%, mentre i professionisti over 55 sono aumentati del 6,1%.

L’obiettivo del decreto attuativo

Il pacchetto di misure si configura come una vera e propria “azione di sistema” per l’inclusione attiva, la coesione sociale e l’inserimento lavorativo, con un focus mirato su specifiche categorie. L’obiettivo è dare una opportunità concreta a chi si trova in condizioni di fragilità e cerca di entrare o rientrare nel mondo del lavoro, promuovendo l’autoimprenditorialità.

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Le risorse finanziarie

Le risorse finanziarie stanziate ammontano a 800 milioni di euro, di cui 700 milioni di euro provengono dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), mentre 100 milioni di euro sono risorse del PNRR, nell’ambito del programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori – parte della Missione 5 del Piano).

I beneficiari

Gli incentivi sono rivolti ai giovani tra i 18 e i 35 anni in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti: essere in una condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale o di discriminazione; essere inoccupati, inattivi o disoccupati; essere disoccupati destinatari delle misure del programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori).

Le forme di attività incentivate

Le iniziative economiche devono essere finalizzate all’avvio delle seguenti attività:

  • lavoro autonomo mediante apertura di partita Iva;
  • impresa individuale regolarmente iscritta al Registro delle imprese;
  • impresa in forma societaria, regolarmente iscritta al Registro delle imprese, nelle seguenti forme giuridiche: società in nome collettivo; società in accomandita semplice; società a responsabilità limitata; società cooperativa; libero-professionali anche nella forma di società tra professionisti.

Per il comparto professionale gli incentivi possono quindi essere goduti anche per le attività che si avviano sotto forma societaria, sia in presenza di soci non aventi diritto sia sotto forma di STP.

Un supporto integrato

Non solo un sostegno economico diretto, il decreto prevede l’offerta di percorsi formativi e di accompagnamento, realizzati in collaborazione con l’Ente Nazionale per il Microcredito. Questo aspetto è cruciale per garantire che l’avvio delle nuove attività autonome, imprenditoriali e professionali avvenga su basi solide e sostenibili su tutto il territorio nazionale.

Due tipologie di agevolazioni

Sono state introdotte due forme di incentivo territoriale con lo scopo di favorire una maggiore coesione sociale ed economica. Le due agevolazioni sono accomunate dalla tipologia di attività finanziate e dai soggetti destinatari, mentre si differenziano per gli importi massimi erogabili, che risultano maggiori per le aree del Sud d’Italia, al fine di contribuire a ridurre i divari territoriali.

  • Il primo incentivo denominato “misura Anc” (Autoimpiego Centro Nord Italia) è riservato alle iniziative con sede operativa nelle seguenti regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Marche. Consiste in un contributo a fondo perduto, sotto forma di voucher, pari al 100% dell’investimento da realizzare, entro il limite di 30.000,00 euro per singola attività economica, che può essere elevato a 40.000,00 euro nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
  • Il secondo incentivo denominato “misura RSUD” (Resto al Sud 2.0.) è riservato alle iniziative con sede operativa nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Consiste in un contributo a fondo perduto, sotto forma di voucher, pari al 100% dell’investimento da realizzare, entro il limite di 40.000,00 euro per singola attività economica che può essere elevato a 50.000,00 euro nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.

Sostegno alla nascita di nuove attività professionali e valorizzazione dell’autoimprenditorialità

Per Confprofessioni, questo pacchetto di interventi non solo incentiverà l’avvio di nuove attività, ma aprirà la strada ad opportunità di occupazione, favorendo la crescita delle libere professioni. In particolare, agevolerà i giovani che desiderano mettersi in proprio, permettendo loro di investire concretamente nelle competenze acquisite durante il percorso universitario e nel mondo del lavoro, premiando intraprendenza e know-how, elementi imprescindibili nel settore professionale.

«Siamo convinti che la migliore formazione per le libere professioni sia l’autoimprenditorialità», ha aggiunto Natali. «I professionisti, pur disponendo di competenze e idee per entrare nel mercato del lavoro, spesso non possiedono le risorse economiche necessarie per avviare un’attività o per ripartire dopo periodi di crisi».

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Conclusioni

Resta, invece, in attesa di pubblicazione il secondo decreto direttoriale del Ministero del Lavoro, necessario per avviare concretamente il nuovo pacchetto di incentivi all’autoimpiego. Si tratta di un passaggio tecnico fondamentale per definire il calendario ufficiale delle domande (con le relative date di apertura e scadenza) e attivare le agevolazioni previste.

L’auspicio di Confprofessioni è che il decreto venga emanato entro i 90 giorni previsti dalla normativa, così da non rallentare l’intero iter attuativo. L’urgenza è dettata dalla necessità di offrire una risposta tempestiva a un comparto che risente ancora degli effetti di una crisi strutturale, con ricadute soprattutto sui giovani professionisti. Rendere subito disponibili queste misure di sostegno significa dare nuova spinta alle competenze emergenti, favorire percorsi di investimento professionale e contribuire al rilancio di un settore chiave per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

 

Leggi anche: Dl Economia 2025, Confprofessioni: più spazio ai professionisti per rilanciare la crescita



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