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» Bonus edilizi, truffa da 24 milioni: tre indagati tra Teramo e Pescara, scoperta società cartiera


Operazione “doppio gioco” della guardia di finanza: società simulava lavori fittizi per avere crediti

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Una truffa milionaria ai danni dello Stato, messa in atto attraverso l’utilizzo illecito dei bonus edilizi, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Roseto degli Abruzzi, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Teramo. Al centro dell’indagine una società con sede a Pineto, ritenuta una “cartiera” (quindi senza una effettiva sede, una scatola vuota) utilizzata per simulare lavori mai eseguiti e generare crediti d’imposta fittizi per oltre 24,5 milioni di euro. Tre le persone indagate — un prestanome e due professionisti contabili, tra il teramano e il pescarese — accusate di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La società è stata inoltre segnalata per responsabilità amministrativa degli enti. Parte dei crediti, già ceduta a soggetti in buona fede per circa 11,3 milioni, è stata sequestrata insieme alla quota restante, grazie al tempestivo intervento delle Fiamme Gialle.

Nel dettaglio, la Procura della Repubblica di Teramo, con il supporto della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza, ha coordinato una complessa indagine di polizia giudiziaria condotta dai militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Roseto degli Abruzzi. L’inchiesta ha portato alla luce una truffa di ingenti dimensioni ai danni dello Stato, nel settore dei bonus edilizi, per un totale di oltre 24,5 milioni di euro in crediti d’imposta fittizi.

Al termine delle attività investigative, tre persone — tra cui due professionisti esperti contabili — sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Inoltre, una società è stata segnalata per responsabilità amministrativa degli enti, ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001, in relazione a reati commessi dai propri amministratori, di diritto e di fatto, nell’interesse o a vantaggio della stessa.

Le indagini hanno permesso di ricostruire un meccanismo di frode particolarmente efficace. Gli indagati, attraverso una società “cartiera” amministrata da un semplice “prestanome” — priva di personale, sede operativa, mezzi e macchinari — hanno simulato lavori inesistenti di efficientamento energetico e adeguamento antisismico (cd. Superbonus 110% e Sismabonus), con l’obiettivo di ottenere crediti d’imposta nel cassetto fiscale della medesima società.

Nel dettaglio, la frode è stata perpetrata falsificando la documentazione tecnica e fiscale relativa a lavori realmente eseguiti su vari complessi immobiliari da altre imprese, completamente estranee ai fatti. I documenti sono stati alterati sostituendo il nome dell’impresa esecutrice con quello della società “cartiera”, che risultava apparentemente in regola grazie a visti di conformità rilasciati senza l’effettuazione delle necessarie verifiche da parte del professionista abilitato.

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La documentazione così contraffatta è stata poi utilizzata per generare, tramite semplice duplicazione, ulteriori crediti d’imposta oltre quelli legittimamente rendicontati dalla ditta che aveva effettivamente eseguito i lavori, inducendo così in errore l’Agenzia delle Entrate che ha riconosciuto due benefici: uno reale e uno indebito.

I crediti d’imposta fittizi, per un ammontare complessivo di 24.631.212 euro, sono stati in parte ceduti a terzi in buona fede per un totale di 11.294.350,50 euro, permettendo agli autori della frode di ottenere un illecito profitto, arrecando un grave danno alle casse dello Stato. Solo il tempestivo intervento della Guardia di Finanza ha impedito che venisse ceduta anche la restante parte dei crediti, pari a 13.336.861,50 euro.

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Teramo, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, per un importo pari a quello dei crediti fittizi: 24.631.212 euro.

L’operazione conferma l’impegno costante della Guardia di Finanza nella lotta alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali, a tutela della legalità e della corretta destinazione delle risorse pubbliche.

Il procedimento penale si trova ancora nella fase delle indagini preliminari. Pertanto, nei confronti degli indagati vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.



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