Negli ultimi anni, le criptovalute sono passate da fenomeno marginale a elemento centrale della finanza globale. Il loro potenziale innovativo ha attratto l’interesse delle imprese, ma i reati legati alle criptovalute hanno sollevato importanti interrogativi in materia di legalità, sicurezza e antiriciclaggio.
Secondo un’indagine dell’Osservatorio di Alavie, alla domanda su chi debba garantire nuove forme di controllo nel mondo crypto, l’82% dei commercialisti ha indicato le banche e gli intermediari finanziari, mentre solo l’1,76% ritiene che i commercialisti debbano ricoprire questo ruolo.
Fonte: Alavie
Eppure, proprio questi professionisti sono oggi chiamati ad assumere un compito strategico nell’accompagnare le imprese nel nuovo scenario normativo.
Il fascino iniziale delle criptovalute risiedeva nella loro natura decentralizzata e nell’anonimato delle transazioni. Tuttavia, queste caratteristiche sono diventate un punto critico per le autorità, preoccupate dal rischio di riciclaggio, frode ed evasione fiscale. L’anonimato parziale può infatti agevolare attività illecite, soprattutto in assenza di regolamentazione adeguata.
Regolamentazione europea delle criptovalute: AMLD6 e MiCA
L’Unione Europea ha risposto con strumenti normativi sempre più stringenti. La Sesta Direttiva Antiriciclaggio ha incluso tra i soggetti obbligati anche i fornitori di servizi crypto, imponendo obblighi analoghi a quelli delle banche: identificazione del cliente (KYC), monitoraggio e segnalazione di operazioni sospette.
A questa si affianca il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) che mira a definire un quadro giuridico armonizzato per gli asset digitali. L’obiettivo è duplice: favorire l’innovazione e proteggere il sistema finanziario da utilizzi distorti delle criptovalute.
Criptovalute, opportunità e rischi per le imprese
Per le imprese, le criptovalute rappresentano un’occasione di crescita e innovazione: possono migliorare l’efficienza dei pagamenti, ridurre i costi delle transazioni internazionali e diversificare il portafoglio aziendale.
Alcune PMI italiane, in particolare nel settore moda e design, hanno iniziato a utilizzare le criptovalute per transazioni con fornitori esteri. Questo consente loro una maggiore rapidità nei pagamenti e una minore esposizione al rischio di cambio, in particolare verso mercati come quello statunitense.
Ma a fronte di queste opportunità, i rischi non mancano. Le imprese che scelgono di operare con criptovalute senza adeguati presìdi rischiano di incorrere in violazioni delle normative antiriciclaggio, con conseguenze rilevanti in termini sanzionatori e reputazionali.
Criptovalute, il ruolo del commercialista
In questo scenario complesso, il commercialista assume un ruolo centrale: da tecnico contabile a consulente strategico per l’innovazione sicura. La sua funzione si estende su più fronti:
- Due diligence e valutazione dei rischi – Il commercialista può supportare l’azienda nella selezione di exchange e fornitori crypto, verificando che siano regolamentati e adottino procedure KYC e AML.
- Procedure AML interne – È fondamentale implementare protocolli interni per la gestione delle criptovalute, inclusi monitoraggio delle operazioni, identificazione dei clienti e analisi del rischio.
- Formazione del personale – I dipendenti devono essere sensibilizzati sui rischi legati alle criptovalute e formati per riconoscere comportamenti sospetti.
- Aspetti fiscali e contabili – Le criptovalute pongono nuove sfide nella contabilità aziendale. Il commercialista ha il compito di garantire la corretta registrazione delle operazioni e la gestione delle plusvalenze secondo normativa. Si ricorda inoltre che le criptovalute vanno inserite nella dichiarazione dei redditi con nuove regole per 2025 e 2026.
- Presidio normativo continuo: Il quadro regolamentare è in evoluzione. Solo un aggiornamento costante permette all’impresa di muoversi in modo conforme e tempestivo.
Case Study 1 – PMI del fashion e pagamenti in crypto
Una PMI lombarda del settore fashion export, con mercati principali in USA e Asia, ha introdotto pagamenti in crypto con fornitori esteri per velocizzare le transazioni e ridurre i costi bancari. Il commercialista dell’azienda ha svolto una due diligence sugli exchange utilizzati, verificando la conformità agli standard europei. Inoltre, ha implementato un protocollo interno AML, includendo soglie di allerta per operazioni in criptovaluta, e ha curato la formazione del reparto amministrativo, contribuendo a garantire la conformità e la serenità operativa.
Case Study 2 – Startup tecnologica e crypto come asset di bilancio
Una startup piemontese del settore gaming ha deciso di inserire una quota in Bitcoin nel proprio bilancio come asset strategico. In questo caso, il commercialista ha affiancato l’azienda nella valutazione del rischio finanziario e fiscale, definendo il corretto trattamento contabile secondo i principi contabili OIC e redigendo una policy per la valutazione periodica degli asset digitali. Inoltre, ha predisposto un sistema di segnalazione automatica per operazioni anomale, assicurando il rispetto delle normative antiriciclaggio.
Conformità come fattore competitivo
L’integrazione delle criptovalute nel tessuto aziendale non è più un’ipotesi futuristica, ma una realtà concreta. Tuttavia, la loro gestione richiede competenze specifiche e un approccio consapevole. Le direttive europee, come AMLD6 e MiCA, non ostacolano l’adozione degli asset digitali: al contrario, offrono un contesto di riferimento che permette di sfruttarne il potenziale in modo sicuro e conforme.
Il potenziale delle normative europee è confermato anche dai risultati ottenuti da un’indagine dell’Osservatorio di Alavie condotta con oltre 600 commercialisti, la maggioranza dei quali esprime fiducia nell’AML Package: sul totale dei rispondenti, il 65,9% è convinto che il pacchetto normativo europeo sia capace di portare beneficio al contrasto di nuovi fenomeni antiriciclaggio.
Fonte: Alavie
Le aziende che sapranno cogliere questa sfida, affiancate da professionisti aggiornati e proattivi, potranno trasformare le criptovalute in un asset strategico. Il commercialista, in questo processo, si conferma non solo garante della legalità, ma anche abilitatore dell’innovazione.
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