Nuovo incontro a Palazzo Lombardia con i produttori di mele valtellinesi per affrontare la crisi della cooperativa Melavì. L’assessore Sertori: «Collaborazione e responsabilità per tutelare il comparto». Coinvolti il 60% dei produttori
Terzo incontro del tavolo tecnico sulla crisi della mela di Valtellina, oggi, a Palazzo Lombardia a Milano, coordinato da Massimo Sertori, assessore regionale alla Montagna, alla presenza delle aziende valtellinesi produttrici di mele più rappresentative del comparto e cui ha partecipato Andrea Massari, direttore generale dell’assessorato all’Agricoltura in rappresentanza dell’assessore Alessandro Beduschi.
Ne è emersa la volontà ferrea delle aziende produttrici di collaborare per garantire un futuro alla mela di Valtellina ancor più oggi, in seguito alla crisi della Melavì, silente da tempo, ma scoppiata in modo virulento sul finire dell’inverno scorso, quando sono venute allo scoperto difficoltà di gestione aziendale insanabili.
Tant’è che è pendente in Tribunale a Sondrio un procedimento di concordato preventivo semplice tale da garantire una liquidazione soft della realtà cooperativistica. La prossima udienza è fissata per il 16 ottobre, ma, intanto, si tratta di dare garanzie immediate ai soci produttori, medio piccoli, che fino a poco tempo fa non sapevano nemmeno dove allocare il raccolto di settembre e trovare soluzioni per il futuro.
Proprio dal tavolo regionale, nel penultimo incontro, è emersa la volontà dei grossi produttori locali di assorbire la produzione prossima e il lavoro di rafforzamento della filiera prosegue grazie al sostegno convinto della Regione.
«Abbiamo l’obiettivo di traguardare il futuro per non disperdere la storia della mela valtellinese – dice l’assessore Sertori -, tema molto sentito in provincia di Sondrio e in Lombardia. E, a tal fine, oggi, insieme ad un gruppo di storici produttori valtellinesi, abbiamo condiviso osservazioni, dati e proposte per far fronte alle criticità che sta affrontando il tessuto imprenditoriale locale e gestire il forte impatto sul territorio. Tutte le realtà presenti hanno dato segnali importanti che vanno nella direzione di voler collaborare al futuro della mela valtellinese. Si sono resi disponibili a commercializzare quintali di mele in produzione e che non possono essere conferite a Melavì per le note vicende».
Si è confermata, quindi, la disponibilità a collaborare già annunciata nello scorso incontro, ma non solo, perché si è entrati anche nel merito di una produzione specifica, introdotta di recente, quale quella della mela rockit, piccola e croccante che non ha avuto quegli sbocchi di mercato attesi.
«Si è parlato anche di questa varietà di mela – dice Sertori – e della possibilità per gli attuali produttori di poterla commercializzare ed è stato affrontato anche il tema dei terreni agricoli che fino allo scorso anno agrario sono stati gestiti direttamente dalla cooperativa ortofrutticola. Si tratta di garantire, da un lato, la continuità di produzione e dall’altro di non penalizzare i proprietari. Ancora, abbiamo parlato del futuro frutticolo sia in ordine al prodotto di qualità, con l’utilizzo del marchio Igp, del marchio Melavì, oltre alla prospettiva della mela Bernina».
Ancora un incontro fruttuoso, quindi, è proprio il caso di dirlo, in cui si è entrati nel merito delle questioni senza nulla tralasciare. «Riscontro con grande favore la volontà dei produttori storici valtellinesi, che rappresentano il 60% della produzione attuale – dice l’assessore – di voler dare un contributo fattivo in un momento di grande criticità, lavorando tutti insieme».
C’è bisogno di coesione cementificata dalla Regione. «Affiancheremo con i nostri assessorati questo processo – dicono Sertori e Beduschi – che mira a valorizzare e far crescere tutto il comparto».
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