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domani a Roma il vertice intergovernativo e forum imprese, nuova spinta ai legami strategici bilaterali


Si apre domani a Roma il quinto Vertice intergovernativo Italia-Algeria, che vedrà riuniti nella sede di Villa Doria Pamphili i principali rappresentanti istituzionali dei due Paesi, guidati dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, il cui arrivo a Roma è atteso in serata. In parallelo, si svolgerà un Business Forum all’hotel Parco dei Principi, in un contesto che mira a rafforzare il partenariato strategico bilaterale con una visione ampia e multisettoriale. La visita del presidente Tebboune, accompagnato da un’ampia delegazione governativa ed economica, riveste un marcato valore politico. L’Algeria guarda all’Italia come partner privilegiato in un momento in cui i rapporti con la Francia e con l’Unione europea attraversano una fase di tensione. Bruxelles ha recentemente avviato una procedura arbitrale nei confronti di Algeri, accusandola di aver introdotto misure restrittive su commercio e investimenti in violazione dell’Accordo di associazione Ue-Algeria del 2005. Da parte sua, il governo algerino respinge le contestazioni, sostenendo che l’attuale assetto degli scambi sia penalizzante per l’economia nazionale, con una bilancia commerciale fortemente sbilanciata a favore dei Paesi europei. Da qui l’appello di Algeri a rivedere gli equilibri esistenti, nel quadro di una cooperazione più equa e sostenibile.

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Nel corso del vertice intergovernativo di domani è prevista la firma di accordi e memorandum d’intesa in una pluralità di ambiti: dalla cultura all’istruzione, dall’agricoltura alla salute pubblica, passando per la cooperazione scientifica e tecnologica, fino alla formazione tecnica. Una scelta che intende mettere in evidenza il carattere non esclusivamente energetico della cooperazione bilaterale. Un’attenzione particolare sarà riservata al Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa, al quale l’Algeria ha formalmente aderito, condividendone l’approccio “non predatorio” su cinque pilastri fondamentali: energia, istruzione e formazione, agricoltura, salute e acqua. Enrico Mattei, figura chiave nella politica energetica italiana del dopoguerra, fu anche un convinto sostenitore della causa algerina per l’indipendenza. Non a caso, il presidente Tebboune lo ha insignito postumo dell’Ordine degli amici della rivoluzione Algerina, massimo riconoscimento per le personalità straniere che si sono distinte nel sostegno alla lotta per la libertà del popolo algerino. Il gasdotto che collega l’Algeria all’Italia porta anch’esso il nome di Enrico Mattei, simbolo tangibile di una lunga e solida cooperazione energetica e politica tra i due Paesi.

In parallelo al vertice politico, l’Hotel Parco dei Principi ospiterà il Business Forum Italia-Algeria, promosso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, insieme ad Agenzia Ice, Confindustria, Anima Confindustria Meccanica Varia e al Forum des Chefs d’Entreprises d’Algérie (Fce). I lavori prenderanno il via dopo gli interventi istituzionali di apertura del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, e del ministro di Stato e degli Affari esteri algerino, Ahmed Attaf. A seguire, l’introduzione dei lavori sarà affidata al presidente dell’Agenzia Ice, Matteo Zoppas, al presidente del Conseil du Renouveau Économique Algérien (Crea), Kamel Moula, e alla vicepresidente di Confindustria con delega all’Export e all’attrazione degli investimenti, Barbara Cimmino. In questa cornice sarà sottoscritta anche un’intesa tecnica per l’istituzione di un centro italo-algerino di formazione professionale nel settore della lavorazione del marmo e delle pietre ornamentali, con l’obiettivo di trasferire competenze specialistiche e valorizzare le risorse locali attraverso un partenariato industriale strutturato.

Spazio poi ai panel settoriali paralleli. Il primo, dedicato a energia ed economia circolare, sarà moderato da Federico Borsari (Ispi-Cepa) e vedrà la partecipazione di figure apicali di aziende italiane e algerine tra cui Antonio Careddu (Saipem), Mario Franchin (Maire), Mourad Louadah (IRIS JC), Piero Ercoli (Snam), M’hidi Djebbar (Sonarem Ettakwine) e Alessandra Pasini (Zhero). Parallelamente, si svolgerà il panel su infrastrutture e trasporti, moderato da Leopoldo Destro di Confindustria. Interverranno Enrico Bagnasco (Sparkle), Mohamed Dounane (Algérie Télécom), Irene Gionfriddo (Italferr), Abdelkrim Rezal (Serport), Pierfrancesco Latini (Acea), Hamid Khemliche (Cosider), Francesco Falco (Webuild) e Michele Giromini (Dario Perioli). Il terzo tavolo sarà dedicato all’agricoltura sostenibile e all’industria avanzata. Moderato da Marco Landolfi (Maeci), vedrà tra i relatori Reda Hechelaf (Sopi), Michele Ziosi (Iveco Group), Ali Maamri (ID Net), Raoui Beji (Stellantis Algeria), Abdelhalim Benmerad (Biopharm) ed Enrico Piccinini (Farmindustria).

In mattinata è previsto poi un primo segmento di incontri B2B tra imprese italiane e algerine, cui seguirà un pranzo di lavoro. Più tardi riprenderanno i lavori in sessione plenaria, moderati dal giornalista Sebastiano Barisoni (Radio24 – Il Sole 24 Ore). La sessione si aprirà con una riflessione sul “partenariato ispirato a Enrico Mattei”, introdotta da Lorenzo Ortona, coordinatore vicario della Struttura di missione per il Piano Mattei, seguita dagli interventi di Guido Brusco (Eni), Ferhat Ounoughi (Sonatrach) e Federico Vecchioni (Bf Spa). A seguire, si terrà il panel sulle opportunità di scambi e investimenti nei due Paesi, aperto da un video promozionale sull’Algeria. Interverranno Omar Rekkache (Aapi), Enrico Bagnasco (Confindustria Assafrica & Mediterraneo) e Cristian Camisa (Confapi). Successivamente inizierà il secondo panel, incentrato sul sostegno finanziario al partenariato economico. Parleranno Dario Scannapieco (Cdp), Salah Labani (Fni), Alessandra Ricci (Sace), Mohand Bourai (Abef, e Pdg di Badr) e Regina Corradini D’Arienzo (Simest). L’assenza strutturale di istituti di credito italiani in Algeria rappresenta un nodo centrale. A oggi, non è attiva alcuna banca italiana nel Paese: l’unico ufficio di rappresentanza, quello del Monte dei Paschi di Siena, è da tempo sospeso. Si tratta di una lacuna significativa, soprattutto alla luce della forte presenza francese attraverso Société Générale e BNP Paribas. Aprire una banca italiana in Algeria – scardinando un consolidato monopolio – rappresenterebbe una svolta strategica per sostenere gli scambi, finanziare le imprese e rafforzare l’autonomia economica del partenariato.

La chiusura della sessione plenaria dovrebbe essere affidata al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e al ministro algerino delle Poste e Telecomunicazioni, Ali Zerrouki. Nella parte finale della giornata si terrà la sessione di alto livello con gli interventi del presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. I due capi di Stato saranno chiamati a tracciare un bilancio politico dell’intera giornata e rilanciare il partenariato strategico tra Italia e Algeria alla luce dei nuovi scenari geopolitici ed economici. Infine, il forum si concluderà con la cerimonia di celebrazione delle intese B2B siglate nel corso della giornata, in una photo opportunity dedicata alla stampa.

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Esclusiva – Italia-Algeria: domani la firma di un accordo da un miliardo di euro per un impianto Dri

Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova” da qualificate fonti algerine, nel corso del Business Forum di domani sarà firmato un importante accordo da circa un miliardo di euro per la realizzazione di un impianto di preridotto di ferro (Dri) in Algeria. Il progetto, cruciale per la decarbonizzazione della filiera siderurgica, è promosso da un consorzio internazionale di produttori di acciaio che comprende, tra gli altri, l’ex Ilva e il gruppo Duferco. L’impianto – ad alto consumo energetico – sorgerà in un’area in cui è possibile sfruttare la disponibilità di gas associato e fonti energetiche a basso costo, ottimizzando l’uso di risorse spesso disperse nella rete. Inizialmente previsto in Libia, il progetto ha trovato nell’Algeria un contesto più stabile e favorevole alla realizzazione. Parallelamente, Duferco Energia dovrebbe sottoscrivere un ulteriore accordo di minore entità, finalizzato allo sviluppo di una piattaforma di data center a Brescia, destinata a ospitare servizi cloud alimentati da fonti rinnovabili. Il progetto – che si avvale dell’energia residua prodotta dall’acciaieria del gruppo – è pensato per rispondere alla crescente domanda di infrastrutture digitali da parte di partner algerini, interessati a soluzioni basate su tecnologie sostenibili.

Oltre al consolidato asse energetico – che vede nell’Algeria un partner strategico e affidabile per l’Italia – si rafforza l’interesse per settori emergenti ad alto potenziale. Tra questi spicca l’agroindustria, con il progetto agricolo integrato da 420 milioni di dollari promosso da BF Spa, che punta a unire produzione, trasformazione e logistica in un’unica filiera coerente e sostenibile. Nell’automotive, Stellantis ha recentemente avviato a Orano uno stabilimento per l’assemblaggio di veicoli a marchio Fiat. L’impianto non solo rafforza la presenza industriale italiana nel Paese, ma prevede anche lo sviluppo progressivo della filiera locale attraverso l’incremento della quota di componentistica prodotta in Algeria, in linea con gli obiettivi di rilocalizzazione e trasferimento tecnologico promossi dal governo algerino. Nel comparto delle energie rinnovabili, l’attenzione si concentra sul potenziale del corridoio energetico meridionale (Southern Corridor), che mira all’esportazione di idrogeno verde dall’Algeria verso l’Europa, contribuendo alla diversificazione delle fonti e alla transizione verso un’economia a basse emissioni.

Nei primi quattro mesi del 2025 l’interscambio commerciale tra Italia e Algeria ha raggiunto quota 4,79 miliardi di euro, in aumento del 6,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. Secondo le dogane algerine, l’Italia si conferma come primo partner commerciale dell’Algeria per valore complessivo dell’interscambio, con 4,788 miliardi di euro tra importazioni ed esportazioni, davanti a Cina (3,285 miliardi), Spagna (2,857 miliardi) e Francia (2,837 miliardi). Con il 26,6 per cento delle esportazioni algerine, l’Italia si conferma – per il quinto anno consecutivo – primo mercato di destinazione dei prodotti di Algeri, in gran parte gas naturale, davanti a Spagna e Francia. Sul versante opposto, Roma si posiziona terzo fornitore con una quota del 6,8 per cento, preceduta da Francia (9,5 per cento) e Spagna (4,8 per cento). Da segnalare il sorpasso spagnolo ai danni della Germania, scesa al quarto posto fra i partner commerciali di Algeri.

Le esportazioni italiane verso l’Algeria nel periodo gennaio-aprile 2025 hanno raggiunto i 986 milioni di euro, registrando una crescita del 7,4 per cento rispetto allo stesso quadrimestre del 2024. Si tratta di un dato significativo che conferma il rafforzamento della presenza industriale italiana in Algeria, trainata soprattutto dai beni strumentali e a tecnologia medio-alta. In termini settoriali, spiccano in primo luogo le macchine di impiego generale, che da sole rappresentano 125 milioni di euro (il 12,7 per cento del totale esportato), seguite da macchine per impieghi speciali con 91 milioni (9,2 per cento), autoveicoli con 60 milioni (6,1 per cento) e prodotti della raffinazione con 96 milioni (9,7 per cento). Complessivamente, queste quattro categorie merceologiche costituiscono il 37,7 per cento delle esportazioni complessive italiane verso l’Algeria.

Altri comparti significativi includono la chimica di base, con 50 milioni di euro esportati, e una serie di voci legate alla filiera impiantistica e alla componentistica per l’industria. Le macchine utensili e per impieghi industriali vari si attestano a circa 42 milioni, mentre materiali da costruzione e attrezzature meccaniche leggere rappresentano poco meno del 3 per cento del totale. L’export italiano si distingue per una buona diversificazione, pur restando ancorato a settori dove l’Italia ha un vantaggio competitivo consolidato. Il contesto favorevole è dato anche dalle politiche algerine che incentivano l’importazione di tecnologie produttive da utilizzare per la rilocalizzazione industriale e la sostituzione dell’import, in linea con gli obiettivi del Piano d’azione nazionale per l’industrializzazione.

Quanto alle importazioni italiane dall’Algeria, queste hanno toccato quota 3,802 miliardi di euro tra gennaio e aprile 2025, segnando un aumento del 6,5 per cento su base annua. L’interscambio, chiaramente fortemente sbilanciato a favore di Algeri, con un disavanzo per l’Italia di circa 2,8 miliardi di euro, è dovuto quasi esclusivamente alla componente energetica. Il gas naturale rappresenta da solo il 79,5 per cento del valore totale importato, con oltre 3 miliardi di euro, seguito dal petrolio greggio con 266 milioni (7 per cento) e dai prodotti raffinati con 62 milioni (1,6 per cento). Le restanti categorie sono pressoché residuali: appena l’1,9 per cento delle importazioni riguarda prodotti chimici e il restante 10 per cento è suddiviso tra minerali, fertilizzanti, semilavorati metallici e prodotti agricoli non lavorati.

Nel quadro più ampio dell’interscambio italiano, l’Algeria rappresenta oggi il 41mo mercato di sbocco per le esportazioni italiane e il 12mo fornitore complessivo, con una quota pari all’1,9 per cento delle importazioni totali. Nel 2022, in piena crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina e dalla ristrutturazione delle rotte di approvvigionamento europee, l’Algeria aveva raggiunto il decimo posto assoluto tra i fornitori dell’Italia, grazie all’impennata dei prezzi del gas naturale e al contestuale rafforzamento delle esportazioni di idrocarburi. Nel 2023, complice l’attenuarsi della tensione sui mercati energetici e il progressivo assestamento dei prezzi, il valore delle importazioni italiane dall’Algeria ha subito una lieve flessione. I dati relativi al primo quadrimestre del 2025 suggeriscono tuttavia una possibile inversione di tendenza. L’incremento del 6,5 per cento su base annua registrato dalle importazioni italiane da Algeri – spinte da una nuova intensificazione delle forniture via gasdotto TransMed – sembra indicare un ritorno a volumi elevati, anche grazie alla maggiore stabilità degli accordi bilaterali e a un quadro geopolitico regionale relativamente più stabile rispetto agli anni precedenti. L’Italia, infatti, continua ad assorbire tra il 33 e il 35 per cento delle esportazioni complessive di gas naturale algerino, confermandosi primo cliente europeo.

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