Il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti (FNC), hanno pubblicato uno studio che approfondisce le tematiche relative all’imposizione fiscale correlata all’internazionalizzazione delle imprese, ovvero quelle imprese che intendono localizzare, anche solo in parte, la propria attività all’estero.
Il documento affronta il tema della fiscalità internazionale quale leva strategica nei processi di internazionalizzazione delle imprese italiane, offrendo un’analisi integrata delle principali sfide e opportunità derivanti dal confronto con ordinamenti stranieri, dalla gestione del rischio fiscale e dall’evoluzione del quadro normativo globale.
In apertura si sottolinea come il crescente grado di apertura dei mercati abbia reso il fattore fiscale sempre più determinante nella definizione delle strategie di espansione cross-border.
Le imprese, nel pianificare investimenti all’estero, devono considerare non solo gli aspetti economici e commerciali, ma anche quelli giuridico-tributari, in un contesto caratterizzato da una crescente complessità normativa, armonizzazioni parziali e continue revisioni dei principi internazionali di tassazione.
Uno spazio centrale è dedicato al nuovo contesto OCSE e UE, che introduce un’imposta minima globale sui profitti delle multinazionali (c.d. global minimum tax): tale misura comporta un ripensamento dei modelli di allocazione del valore e delle funzioni all’interno dei gruppi internazionali, incidendo sul posizionamento delle holding, delle società operative e delle strutture di finanziamento.
Ampia attenzione è poi riservata al rischio fiscale, in particolare al rischio di doppia imposizione, alle rettifiche di transfer pricing e alle contestazioni sul concetto di stabile organizzazione: in quest’ambito, si sottolinea il ruolo crescente della tax governance e della pianificazione fiscale preventiva, come strumenti di mitigazione del rischio, anche alla luce dell’evoluzione del sistema di cooperazione tra amministrazioni fiscali (scambio automatico di informazioni, DAC 6, ecc.).
Nel quadro di una maggiore trasparenza e responsabilizzazione, si inserisce anche il tema dell’adesione al cooperative compliance, che vede le imprese impegnate in un dialogo strutturato con l’Amministrazione finanziaria, in cambio di certezza preventiva sul trattamento fiscale delle operazioni.
Il documento si conclude con alcune considerazioni operative sul ruolo della funzione fiscale in azienda, chiamata oggi ad assumere una dimensione sempre più trasversale, in coordinamento con legale, controllo di gestione e risk management, per supportare la crescita sostenibile nei mercati internazionali.
L’auspicio è che l’evoluzione della fiscalità, pur nella sua complessità, possa rappresentare non un freno, ma un fattore abilitante dell’internazionalizzazione delle imprese italiane.
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