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Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche, Matteo Ricci, chiarisce la sua posizione dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nel contesto della cosiddetta inchiesta “Affidopoli”.


L’ex sindaco di Pesaro ed ex presidente di ALI, Autonomie Locali Italiane, figura di spicco del centrosinistra marchigiano, ha reso noto di essere destinatario di un avviso di garanzia nell’ambito dell’indagine “Affidopoli”, che riguarda presunti affidamenti irregolari effettuati dal Comune di Pesaro durante il suo mandato. A comunicarlo è stato lo stesso Ricci, che in un video diffuso sui social ha espresso stupore e delusione, ribadendo al contempo la propria convinzione di non aver commesso alcun illecito.

L’indagine e il contesto

L’inchiesta, avviata circa un anno fa dalla procura, si concentra su una serie di affidamenti diretti effettuati dal Comune di Pesaro durante l’ultima amministrazione Ricci, per un ammontare complessivo superiore ai 500mila euro.

I fondi, secondo gli inquirenti, sarebbero stati assegnati a due specifiche associazioni senza passare attraverso gare pubbliche o procedure comparative, come invece previsto in linea generale per l’utilizzo di risorse pubbliche.

Gli interventi finanziati comprendevano iniziative culturali e simboliche, tra cui la realizzazione di un murale in onore della senatrice a vita Liliana Segre, volto a promuovere la memoria della Shoah, e l’installazione di una grande scultura a forma di casco, dedicata al pilota Valentino Rossi, destinata a celebrare il legame del territorio con il campione motociclistico.

A Ricci, tuttavia, non viene attribuito alcun arricchimento personale: le contestazioni mosse dalla procura riguardano esclusivamente un presunto vantaggio in termini di consenso politico. In altre parole, l’ex sindaco – secondo l’ipotesi accusatoria – avrebbe potuto trarre giovamento in termini di immagine e popolarità dalle opere realizzate e dagli eventi finanziati, rafforzando la sua posizione pubblica in vista di future competizioni elettorali. 

Inchiesta “Affidopoli”, Matteo Ricci si difende sui social dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia

Una tesi che Ricci ha già definito “curiosa” e “infondata”, negando qualsiasi tipo di strategia orientata a ottenere visibilità attraverso l’utilizzo delle risorse comunali.

Nel suo intervento, Ricci ha chiarito di non aver mai gestito personalmente gli affidamenti pubblici, delegando tali responsabilità ai dirigenti competenti: «In quindici anni da amministratore, ho sempre riposto piena fiducia nei miei collaboratori. Non ho mai seguito direttamente le procedure di assegnazione», ha affermato, aggiungendo di non avere mai ricevuto alcuna segnalazione su presunte anomalie.

L’ex primo cittadino ha anche sottolineato di non aver avuto rapporti diretti con le associazioni coinvolte: «Non le conoscevo, né ho mai interagito con loro». La contestazione avanzata dai pm, che fanno riferimento a un’ipotetica “utilità politica”, viene definita da Ricci “piuttosto singolare” e completamente priva di fondamento. «Non ho mai pensato di ottenere consenso attraverso questi atti. Se qualcuno ha commesso errori, e lo si dovesse accertare, io per primo sarei parte lesa».

Non è mancata una riflessione sul tempismo dell’avviso, recapitato a poche ore dall’ufficializzazione del voto regionale. «Un anno di indagini, e proprio il giorno dopo l’annuncio delle elezioni mi arriva questa comunicazione. È difficile non notare la coincidenza. Mi amareggia e mi lascia interdetto», ha dichiarato Ricci, visibilmente provato.

Nonostante la situazione, l’ex sindaco si è detto sereno e determinato ad affrontare la vicenda con trasparenza. «Non ho nulla da nascondere. Continuerò a metterci la faccia, come ho sempre fatto. La politica per me è impegno civile, dedizione e confronto, non certo opportunismo».

Qui di seguito il video completo rilasciato sui social da Matteo Ricci.

Il sostegno politico del Partito Democratico

Non si è fatta attendere la reazione del Partito Democratico, che ha espresso compatta solidarietà a Matteo Ricci. Tra i primi a intervenire pubblicamente c’è stato l’europarlamentare ed ex presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che durante un’intervista televisiva al programma In Onda su La7 ha elogiato la rettitudine dell’ex sindaco di Pesaro, definendolo «una persona perbene, trasparente e profondamente legata al territorio che ha amministrato con successo». Bonaccini ha sottolineato come Ricci abbia sempre ottenuto ampio consenso popolare, interpretando il ruolo di amministratore con efficacia e correttezza, e si è detto certo che saprà dimostrare la propria totale estraneità ai fatti contestati.

Sul piano giudiziario, l’indagine è ancora nella fase iniziale e non sono emerse, al momento, imputazioni formali. Saranno dunque le verifiche degli inquirenti a chiarire se e in quale misura ci siano state irregolarità. Nel frattempo, Ricci ha confermato l’intenzione di proseguire il proprio percorso politico senza rallentamenti, affrontando la vicenda con determinazione e spirito di collaborazione. Ha ribadito di voler incontrare al più presto i magistrati per chiarire ogni aspetto, con la massima trasparenza e nella convinzione che la verità emergerà in tempi rapidi.



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