Il Disegno di Legge 1309/2024, attualmente in discussione al Senato, rappresenta un passaggio strategico per il rilancio delle politiche di rigenerazione urbana in Italia. Il provvedimento, che mira a introdurre un quadro normativo organico e stabile, è destinato ad avere un impatto significativo su imprese, professionisti e amministrazioni locali.
Secondo quanto emerge dal dossier “Le Politiche di Rigenerazione Urbana” redatto dal Servizio Studi della Camera in collaborazione con il Cresme, il ddl si inserisce in un contesto di forte mobilitazione di risorse pubbliche e private. Solo il Pnrr e il Piano Nazionale Complementare destinano oltre 11,5 miliardi di euro a interventi di rigenerazione urbana, con un potenziale effetto leva fino a quattro volte grazie al coinvolgimento del settore privato. Il disegno di legge prevede l’estensione degli incentivi fiscali (bonus edilizi) agli interventi di rigenerazione urbana, semplificazioni procedurali, e l’introduzione di strumenti urbanistici flessibili come i Piani Urbani Integrati. Tuttavia, per garantire l’efficacia delle misure, è fondamentale che i comuni dispongano di tempi congrui per l’adeguamento normativo e tecnico, accompagnati da risorse certe e strumenti finanziari adeguati. Per i ricercatori del Cresme, il ddl 1309/2024 rappresenta un’occasione storica per rilanciare le città italiane in chiave sostenibile, ma occorre evitare che le opportunità si trasformino in disuguaglianze territoriali o in contenziosi amministrativi. Serve una tempistica lunga, che consenta da un lato la programmazione degli interventi e dall’altro il rispetto degli adempimenti normativi e burocratici, a presidio della correttezza formale e sostanziale delle operazioni.
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“In questo senso – afferma Pier Luigi Morgani, presidente Cna Costruzioni Forlì-Cesena – è auspicabile un sistema codificato e condiviso di strumenti e azioni, per promuovere e incentivare la rigenerazione urbana ed edilizia a livello locale, così come indicato nel Protocollo d’intesa per la sperimentazione in materia di rigenerazione urbana sottoscritto da tutti i 30 comuni della Provincia Forlì-Cesena”. Tra i principali vantaggi per imprese e professionisti si segnalano: l’apertura di nuovi mercati legati alla riqualificazione edilizia, energetica e sociale; l’accesso a risorse integrate e programmate; la possibilità di operare in un contesto normativo più chiaro e semplificato. Permangono tuttavia alcune criticità: l’incertezza sui tempi di attuazione da parte degli enti locali; il rischio di disomogeneità nell’accesso alle risorse; la necessità di competenze multidisciplinari elevate per affrontare la complessità degli interventi. “Il successo della riforma – conclude Morgani – dipenderà dalla capacità del legislatore di garantire un quadro normativo stabile, risorse certe e strumenti operativi efficaci, in grado di accompagnare le amministrazioni locali e gli operatori economici in un percorso di trasformazione urbana duraturo, equo e sostenibile.
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