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15 Comuni uniti contro le pale eoliche sul Craguenza


I 15 comuni che costituiscono la Comunità di montagna del Natisone e Torre si schierano all’unanimità e con compattezza a fianco dei sindaci di Pulfero, Torreano, San Pietro al Natisone e Moimacco nel dire no al progetto di parco eolico sul monte Craguenza. Martedì 22 luglio, nella sala consiliare del municipio di Faedis, l’assemblea dei sindaci della Comunità di montagna ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che esprime “viva contrarietà alla realizzazione dell’opera denominata “Pulfar” in quanto la salvaguardia dei territori, della popolazione, dei siti naturalistici, oltre che della flora e della fauna locali, ne verrebbe irrimediabilmente compromessa”. Non solo. Su proposta del presidente Antonio Comugnaro, in applicazione del principio di sussidiarietà e su indicazione dei sindaci dei territori più direttamente colpiti, l’Assemblea ha individuato il sindaco di Torreano, Francesco Pascolini, come delegato per seguire la vicenda anche in nome e per conto della Comunità di montagna. In questo modo i sindaci, che fin dalla pubblicazione del progetto sono al lavoro per costruire un dossier con “inoppugnabili dati tecnici” per scongiurarne la realizzazione, potranno agire con alle spalle anche il sostegno e la forza che viene dagli altri 12 Comuni.

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I sindaci: «Il territorio non è in svendita»

Il presidente Antonio Comugnaro ha assicurato che è pronto a riconvocare l’Assemblea con la massima urgenza nel momento in cui emergesse la necessità di assumere ulteriori iniziative. Comugnaro, in un intervento che verrà allegato all’Ordine del giorno, ha spiegato che «sarebbe un grave errore strategico ritenere che questa progettualità riguardi solo i comuni direttamente coinvolti. Si tratta, infatti, di un attacco al cuore di quel modello di sviluppo che, come istituzioni territoriali, Comuni e Comunità di montagna insieme, ci siamo dati per costruire un futuro diverso che inverta il trend secolare di spopolamento e di arretramento economico delle Prealpi Giulie. Una strategia, basata sulla valorizzazione delle ricchezze naturalistiche, paesaggistiche, storiche, artistiche culturali enogastronomiche della nostra terra che trova nel turismo lento, non di massa e rispettoso dell’ambiente e della vita dei nostri paesi, il catalizzatore che permette di trasformare questi beni pubblici materiali e immateriali che ci appartengono in ricchezza economica e sociale per la nostra montagna e per la nostra gente. Un progetto di sviluppo ormai profondamento radicato non solo nei programmi delle istituzioni ma anche nella consapevolezza delle imprese e delle famiglie del nostro territorio».

«Come amministratori – ha concluso Comugnaro – abbiamo il dovere di cercare di porre un argine in modo solidale a questa metodologia di fare utili astronomici a scapito di territori fragili che hanno già pagato il loro tributo nei decenni scorsi alle scelte politiche che hanno privilegiato lo sviluppo economico di altre aree come anche agli equilibri politici internazionali dettati dalla Guerra Fredda».

Il sindaco Francesco Pascolini ha spiegato la linea che si sta seguendo: «È prevista la costruzione di 4 mega pale eoliche alte 200 metri sulla cresta della montagna, un impianto di accumulo nella zona industriale di Cividale, 14 km di elettrodotti interrati e la costruzione di nuove strade di accesso a servizio del cantiere. C’è tempo solo fino al 6 agosto per presentare le osservazioni contrarie al progetto per evitare che inizi la procedura di valutazione di impatto ambientale. Si lavora sugli aspetti del rumore, della tutela della fauna e della flora, si studia la possibilità di istituire un biotopo della Craguenza, si studiano possibili danni alla grotta di Antro, in quanto i piloni dovranno essere impiantati fino a una profondità di 30 metri dal suolo col rischio di danneggiare il complesso ipogeo che si sviluppa proprio sotto quella montagna. Abbiamo coinvolto dei tecnici esperti in campo amministrativo e ambientale e dei docenti dell’Università di Udine per trovare dei punti deboli del progetto, che è ben scritto, deve aver avuto un costo ragguardevole e dietro al quale si celano sicuramente dei tecnici locali. Abbiamo chiesto inoltre un incontro urgente con gli assessori regionali all’Ambiente, Scoccimarro, alle Infrastrutture e Territorio, Amirante, e alle risorse forestali Zannier, come anche all’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente). L’orientamento della Regione sarà decisivo per le sorti del progetto che, essendo incluso nel Pnrr, gode di procedure molto rapide e snelle. Ci aspetta una dura battaglia».

Il sindaco di Tarcento, Mauro Steccati, e di Lusevera, Mauro Pinosa, hanno evidenziato come le procedure scavalchino completamente e sminuiscano del tutto le istituzioni locali e i sindaci, a cui però poi i cittadini chiedono spiegazioni e giustificazioni. Su loro proposta l’ordine del giorno contiene anche un forte giudizio politico su questo aspetto di indebolimento delle comunità locali.

Il sindaco di Stregna, Luca Postregna, ha inoltre posto l’accento sull’urgenza di rivedere tutti gli strumenti di programmazione urbanistica comunale per introdurre tutele e vincoli che allontanino definitivamente dalle zone montane progetti del genere. Infine il sindaco di Pulfero, Camillo Melissa, ha sottolineato l’arroganza dei proponenti, che oltre al danno, prevedono anche la beffa: a fronte di un fatturato annuo stimato dell’impianto eolico di almeno 6,6 milioni di euro, il progetto preveda un risarcimento al Comune di Pulfero di appena 143 mila euro annui: «Pensano di snaturare e distruggere il nostro territorio elargendo una misera elemosina. Non siamo in vendita e tantomeno in svendita».

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