In un Paese dove l’occupazione giovanile fatica a decollare e il lavoro autonomo è spesso una necessità più che una scelta, emerge una nuova strategia di rilancio: l’Autoimpiego Centro-Nord, prevista dall’articolo 17 del decreto-legge 60/2024 e parte del programma nazionale “Giovani, Donne e Lavoro 2021–2027”. Un incentivo concreto per chi, tra 18 e 35 anni, vuole cercare di costruire un futuro lavorativo con le proprie mani. L’obiettivo principale, infatti, è quello di supportare l’avvio di attività autonome, imprenditoriali o professionali, offrendo un contributo a fondo perduto che può arrivare fino a 120.000 euro per ogni giovane. Si tratta di un’iniziativa pensata per chi ha un’idea e desidera realizzarla in territori dove, sebbene ci siano opportunità, servono strumenti agili e mirati per iniziare.
Autoimpiego Centro-Nord: i requisiti
Con un budget complessivo di 800 milioni di euro, il decreto si inserisce nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), fungendo da leva per promuovere l’inclusione attiva e la creazione di opportunità di lavoro autonomo. Tuttavia, il fulcro di questo intervento non è solo economico, ma anche culturale. Infatti, prevede un ecosistema integrato che supporta i giovani imprenditori in ogni fase: dalla formazione al tutoraggio, dai contributi a fondo perduto all’accesso ai servizi. Non si tratta più solo di “finanziamenti”, ma di azioni sistemiche coordinate da Invitalia ed ENM, con la possibile partecipazione del Terzo Settore. Il governo decide di assegnare alla microimprenditorialità un ruolo chiave nell’inclusione sociale, nella rigenerazione locale e nella partecipazione civica, soprattutto nei contesti periferici e svantaggiati.
Ambito | Regioni del Nord e del Centro: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, etc. |
Beneficiari | Giovani tra i 18 e 35 anni in condizioni di svantaggio |
Voucher con contributo a fondo perduto 100% | Da 30.000 euro a 40.000 euro per gli investimenti innovativi |
Programmi di investimento con fondo perduto | Fino al 65% per investimento minore o uguale a 120.000 euro Fino al 60% per investimento tra 120.000 euro e 200.000 euro |
I contributi a fondo perduto disponibili
Per le regioni del Centro e del Nord, come Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, la Misura ACN offre un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher che può arrivare fino a 30.000 euro. Se ci sono investimenti in innovazione digitale o sostenibilità ambientale, questo importo può salire fino a 40.000 euro.
In alternativa, è possibile ottenere contributi che coprono fino al 65% del valore del progetto, a patto che l’investimento non superi i 120.000 euro, oppure fino al 60% per investimenti fino a 200.000 euro. Tuttavia, sono escluse le spese per immobili, consulenze fiscali e legali, e l’acquisto di terreni. Questa modalità è pensata per essere sobria e più selettiva, con l’obiettivo di valorizzare la maturità imprenditoriale in contesti economici già più avanzati, dove ci sono maggiori opportunità occupazionali, ma dove l’innovazione richiede strumenti agili.
La misura Autoimpiego Centro-Nord è pensata per sostenere un ampio ventaglio di iniziative. Nella tabella i requisiti di ammissibilità alle agevolazioni.
Tipologie di attività ammesse | a) Lavoro autonomo con apertura di partita IVA; b) impresa individuale iscritta al Registro delle Imprese. c) Impresa in forma societaria, iscritta al Registro delle Imprese nelle seguenti forme: – società in nome collettivo (SNC); – società in accomandita semplice (SAS); – società a responsabilità limitata (SRL); – società cooperativa. d) Attività libero-professionali, anche in forma di società tra professionisti (STP) |
Requisiti soggettivi | Il richiedente deve possedere almeno uno dei requisiti previsti dall’articolo 5, comma 1 del decreto, alla data di avvio dell’attività; |
Soci non beneficiari | Ammessa la presenza di soci non rientranti tra i beneficiari, purché controllo e amministrazione siano detenuti da soggetti beneficiari alla data di iscrizione al Registro delle Imprese e per almeno 3 anni successivi; |
Esclusione per attività preesistenti | Non ammessi titolari o soci di imprese cessate nei 6 mesi precedenti con codice ATECO identico fino alla terza cifra rispetto a quello della nuova iniziativa oggetto della domanda |
Autoimpiego Centro-Nord: come presentare la domanda
L’accesso agli incentivi avviene esclusivamente online, attraverso la piattaforma online di Invitalia. La domanda può essere presentata da giovani tra i 18 e i 35 anni, persone fisiche o giuridiche, che intendano avviare una nuova attività di autoimpiego, impresa individuale, società o libera professione.
La procedura richiede:
- l’accesso con SPID, CIE o CNS
- la firma digitale del titolare o legale rappresentante
- è necessario allegare i documenti obbligatori, tra cui la dichiarazione sostitutiva (DSAN) e una descrizione del progetto (o business plan, se si richiedono fondi strutturati).
Le domande sono valutate in ordine cronologico di arrivo, entro 60 giorni dalla presentazione. Non sono ammesse integrazioni successive. I percorsi di formazione promossi dall’ENM (Ente Nazionale per il Microcredito) non sono obbligatori, ma conferiscono punteggi premiali.
Il decreto prevede che la data di apertura dello sportello e la modulistica definitiva siano fissate con un provvedimento attuativo del ministero del Lavoro, atteso nei prossimi mesi.
Un nuovo patto generazionale per il lavoro
Autoimpiego Centro-Nord e Resto al Sud 2.0 sono due misure “gemelle” previste dallo stesso decreto-legge (n. 60/2024), ma pensate per rispondere a esigenze diverse nei vari territori. La prima si rivolge ai giovani del Centro e Nord Italia, mentre la seconda è dedicata ai coetanei del Mezzogiorno. Insieme, queste iniziative rappresentano un’azione coordinata per rilanciare l’occupazione giovanile, inserita nel contesto più ampio del PNRR e del Programma “Giovani, Donne e Lavoro 2021–2027”.
I dati parlano chiaro: 356,4 milioni di euro sono destinati al Sud, mentre 219,6 milioni al Centro-Nord. A unire queste due misure, oltre al quadro normativo e agli obiettivi generali, c’è un approccio integrato: Invitalia e l’Ente Nazionale per il Microcredito supportano i beneficiari non solo nella fase di avvio, ma anche nello sviluppo di competenze manageriali, digitali e strategiche. L’idea centrale è quella di costruire un nuovo patto generazionale per il lavoro, promuovendo l’inclusione attraverso la microimprenditorialità, le start-up, le libere professioni e le cooperative giovanili. Entrambe le iniziative mirano a trasformare le fragilità in risorse, puntando sulle nuove economie (dal digitale al green) e stimolando la rigenerazione sociale ed economica dei territori, in un’ottica di prossimità e innovazione.
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