Nel 2024 i bilanci di Comuni, Province e Città metropolitane hanno mostrato segnali concreti di rafforzamento, spinti soprattutto dalle risorse del Pnrr. Le entrate complessive sono aumentate del 13,7%, con un balzo del 55% per quelle in conto capitale, mentre gli investimenti sono cresciuti del 70,1%, concentrati su scuola, infrastrutture sociali e trasporti.
Nonostante l’incertezza del contesto economico globale, secondo la Relazione sulla gestione finanziaria approvata dalla Corte dei Conti, la finanza degli enti territoriali ha proseguito un percorso di consolidamento, con una ripresa delle riscossioni tributarie e una progressiva riduzione dei trasferimenti statali.
Per il 2025 la Corte prevede un ulteriore miglioramento dei conti pubblici locali, con una riduzione del deficit e un rafforzamento dell’avanzo primario, pur in presenza di un incremento della spesa per interessi.
Entrate in aumento, liquidità in crescita
Secondo la Corte, l’analisi dei flussi di cassa dei Comuni nel quadriennio 2021-2024 mostra un aumento del 14% delle riscossioni e dei pagamenti, e una crescita della liquidità pari al 27,8%. Il maggiore equilibrio gestionale è confermato dalla riduzione della cassa vincolata e dal minore ricorso alle anticipazioni di tesoreria, in calo del 41,5%.
A trainare le entrate totali (+13,7%) sono soprattutto i tributi e le entrate extratributarie, mentre la componente più dinamica resta quella in conto capitale, cresciuta del 55%. Sul fronte delle uscite, le spese in conto capitale segnano un incremento ancora più marcato (+70,1%), in gran parte riconducibile ai progetti Pnrr, che si concentrano nei settori dell’istruzione e delle infrastrutture sociali, destinatari del 70% delle risorse.
Migliora il risultato di amministrazione, ma persistono criticità
Nel 2023 il risultato di amministrazione dei Comuni ha raggiunto i 60 miliardi, in crescita del 4,6%, sostenuto dall’aumento del fondo cassa iniziale e dei residui attivi. Si registra una riduzione del disavanzo della parte disponibile, segnale di una gestione più efficiente, ma gli spazi di spesa autonoma restano limitati.
Restano comunque aree di fragilità: oltre 900 Comuni risultano in disavanzo, e in alcune realtà permangono condizioni strutturali di squilibrio che richiedono interventi mirati per garantirne la sostenibilità finanziaria. I debiti fuori bilancio registrano un lieve aumento, in controtendenza rispetto agli anni precedenti: sono dovuti soprattutto a sentenze esecutive e risultano per lo più già coperti da stanziamenti adeguati.
Particolarmente critica è la situazione dei Comuni in dissesto, in aumento nel 2024: sono 34 le nuove dichiarazioni, su un totale di 227 procedure aperte a fine anno. Le situazioni più gravi si concentrano in Calabria, Campania e Sicilia, con una durata media tra 6 e 8 anni, che non sempre conduce a un effettivo risanamento. Le procedure di riequilibrio finanziario pluriennale, che al 31 dicembre 2024 risultano essere 260, spesso si rivelano intempestive e inefficaci, finendo per sfociare nel dissesto. Da qui l’invito della Corte a rivedere il quadro normativo di riferimento.
Più patrimonio e meno debiti, ma salgono i pagamenti ai fornitori
Il patrimonio immobilizzato dei Comuni cresce di oltre il 4%, con le immobilizzazioni materiali ancora prevalenti, mentre le immobilizzazioni immateriali aumentano del 17%. Il debito complessivo è in calo, anche se il carico resta rilevante a causa della rigidità dei bilanci e delle risorse correnti limitate. Il debito medio pro capite si mantiene stabile, poco sopra i 1.360 euro, con i piccoli Comuni più esposti. In aumento, invece, i debiti verso fornitori, che crescono del 7,3%.
Province e Città metropolitane: segnali di rafforzamento
Anche la finanza di Province e Città metropolitane mostra segnali positivi, nonostante le rigidità strutturali, in parte dovute alla mancata definizione del loro assetto istituzionale. Le Province hanno visto crescere le entrate del 6,4% nel 2023, fino a sfiorare i 9 miliardi di euro, grazie a misure di sostegno per viabilità, scuole e costi energetici. Le spese in conto capitale sono aumentate del 34,9%, spinte dai fondi del Pnrr, destinati soprattutto al settore dei trasporti.
Il patrimonio immobilizzato delle Province è stabile e rappresenta circa il 74% delle attività totali, composto quasi interamente da cespiti materiali. Le variazioni più rilevanti si osservano tra le immobilizzazioni immateriali e finanziarie, legate a interventi di digitalizzazione e manutenzione. L’indebitamento è in calo del 2,6% nel biennio, con i debiti di finanziamento che costituiscono la componente principale. (riproduzione riservata)
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