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“Controlli sprint e lotta contro le frodi nel fisco del futuro”


Accessi brevi per cogliere le anomalie prima di arrivare a un accertamento e aumentare la compliance; collaborazione preventiva fra fisco e contribuente per concentrarsi sulla lotta alle frodi; con strumenti come la cooperative compliance e il concordato preventivo che consentono di evitare il conflitto con il contribuente per mettere sotto tiro frodi carosello, partite Iva “apri e chiudi” e illeciti sulle agevolazioni edilizie. È il programma per il fisco del futuro, illustrato dal direttore dell’Agenzia delle entrate, Vincenzo Carbone, in un’intervista a “Il Sole 24 Ore”. “Adesso – ha spiegato -, anche grazie all’innovazione tecnologica, dobbiamo spingerci oltre e diventare un vero e proprio hub a supporto del sistema Paese. Il fisco non deve essere più percepito come un ostacolo, ma piuttosto un volano di semplificazione e attrattività per gli investimenti e l’economia”. “Certo – ha aggiunto –, questo richiederà nei prossimi anni un crescente impegno, ma sono convinto che un contributo importante arriverà anche dagli 11 mila giovani che abbiamo assunto negli ultimi tre anni, cui se ne aggiungeranno a breve altri 3 mila”. Carbone ha osservato inoltre che “il nostro lavoro ha un senso se riusciamo a dare un supporto concreto ai cittadini e alle imprese. Quindi dobbiamo essere proattivi e propositivi, senza aver paura di mettere in discussione prassi consolidate. Insomma, un’Agenzia sempre più orientata a trovare soluzioni ai problemi che i contribuenti le sottopongono. Anche per non arrivare al contenzioso, che è una sconfitta per tutti”.

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Il direttore dell’Agenzia delle entrare ha smentito che le piccole e medie imprese siano il principale bersaglio: “Il numero degli accertamenti va rapportato alla categoria di riferimento, altrimenti si restituisce un’immagine fuorviante. Lo scorso anno, ad esempio, gli accertamenti nei confronti dei soggetti con un volume d’affari superiore a 100 milioni sono stati 1.700. In termini assoluti possono apparire pochissimi, ma se si considera che questi contribuenti sono meno di 5mila, parliamo di un’incidenza del 35 per cento”. La compliance è diventata cruciale: “I vantaggi sono molteplici. Da una parte, come Agenzia recuperiamo risorse senza ricorrere al tradizionale avviso di accertamento e ottimizziamo la capacità operativa, che può essere utilizzata per contrastare fenomeni più complessi e insidiosi come frodi carosello, partite Iva ‘apri e chiudi’, indebite compensazioni, illeciti legati ai bonus edilizi. Al tempo stesso, chi in buona fede ha commesso un errore può rimediare in tempo utile”, ha precisato. Sul concordato, “considerato che ci sono 2,9 milioni di soggetti Isa, il concordato preventivo può favorire una maggiore affidabilità e trasparenza. Certo, l’istituto va affinato nel tempo, ma può aiutare a far emergere contribuenti che oggi dichiarano redditi inferiori alla loro reale capacità contributiva”.

L’Agenzia punta molto sulla Cooperative compliance: “Il confronto preventivo – ha evidenziato Carbone – è la chiave di volta del nuovo fisco. La Cooperative è nata per le grandi realtà, ma la riforma ne ha ampliato significativamente il perimetro applicativo. Per questo motivo abbiamo intrapreso un roadshow, che ci ha permesso di incontrare quasi mille aziende direttamente nei territori in cui operano e che si concluderà a settembre con le tappe di Torino e Milano. L’idea di fondo è di uscire dai nostri uffici e creare un filo diretto con le imprese per spiegare loro i vantaggi dell’istituto. Oggi già 143 imprese, fiore all’occhiello della nostra economia, hanno scelto di avere un rapporto franco e trasparente con l’Agenzia. In tal modo ne ricavano certezza giuridica, possono concentrarsi esclusivamente sul business e godere di ricadute reputazionali positive nei confronti degli interlocutori. Allo stesso tempo – ha concluso -, grazie alla costante attività di monitoraggio dell’Agenzia, sono garantite più di 13 miliardi di entrate l’anno, certe e strutturali. Una soluzione win win, che contribuisce a rendere più attrattivo investire nel nostro Paese”.

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