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Dazi, ultime notizie in diretta | Usa e Ue verso l’accordo su tariffe al 15%, il nodo dell’acciaio. Trump: le abbassiamo se Bruxelles apre alle nostre imprese


Il punto: Ue-Usa verso accordo su dazi al 15%

(Francesca Basso) ​Il punto di caduta dell’accordo sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti potrebbe essere una tariffa del 15% applicata alle esportazioni Ue, un’aliquota simile a quella definita nell’intesa tra Tokyo e Washington. La cautela però è d’obbligo perché l’ultima parola spetta al presidente Usa Trump, che già in passato ha fatto virate repentine. 
Secondo quanto emerso ieri dalla riunione degli ambasciatori presso la Ue,  le capitali sarebbero orientate ad accettare un dazio al 15% sulle esportazioni Ue perché comunque inferiore al 30% minacciato da Trump dal primo agosto, che l’Unione considera insostenibile. Inizialmente i Paesi Ue avevano bollato come insoddisfacente l’accordo tra Gran Bretagna e Stati Uniti che prevede un’aliquota al 10%. Poi l’Unione ha dovuto rivedere le proprie aspettative.

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 Il 15% è certamente superiore all’attuale 10% dei dazi «reciproci» applicati da aprile sulle esportazioni Ue, ma è anche inferiore al 25% imposto su auto e componenti «made in Ue» e al 50% che grava su acciaio e alluminio. L’aliquota del 15% includerebbe la cosiddetta clausola della «Nazione più favorita» (Mfn), usata da Ue e Usa come strumento di anti-discriminazione nel commercio e che ha portato finora a tariffe medie reciproche del 4,8%. 

Bruxelles starebbe anche negoziando alcune esenzioni e Washington avrebbe aperto a zero dazi da entrambe le parti su alcuni prodotti, tra cui aerei, alcolici, dispositivi medici e medicinali generici più una serie specifica di attrezzature di produzione di cui gli Usa hanno bisogno. Secondo fonti diplomatiche europee l’aliquota al 15% sarebbe applicata anche alle auto e a una quota di acciaio e alluminio al di sopra della quale resterebbe il 50%. La Commissione starebbe inoltre negoziando un tetto massimo a eventuali futuri dazi settoriali su prodotti farmaceutici e semiconduttori. 

Data la situazione di incertezza, l’Ue prosegue nella preparazione delle contromisure in caso di mancato accordo. La Commissione ha riunito in un unico elenco da 93 miliardi di euro le due liste da 21 miliardi e 72 miliardi di prodotti Usa da colpire dal 7 agosto con un dazio al 30% se Trump facesse scattare le tariffe al 30%. Ma Bruxelles sta lavorando anche sui servizi. Dalla riunione di ieri è emerso che esiste una maggioranza qualificata — 15 Paesi rappresentanti il 65% della popolazione europea — a favore dell’uso dello strumento anti-coercizione (Aci), il cosiddetto «bazooka», in caso di mancata intesa. L’Aci è in vigore dal dicembre 2023 ma non è mai stato usato. Ha una funzione di deterrenza nei confronti di un Paese terzo e contempla un’ampia gamma di contromisure, tra cui restrizioni nell’Ue al commercio di servizi finanziari e digitali (sarebbero colpite le Big Tech), all’accesso agli investimenti diretti esteri (ad esempio il divieto di acquisire imprese o partecipare al capitale) e agli appalti pubblici, arrivando a toccare i diritti di proprietà intellettuale.



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