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Finanziamento da 500 mln di Bei a Eni per la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria


La Banca europea per gli investimenti (BEI) e Eni hanno firmato un contratto di finanziamento da 500 milioni di euro a 15 anni per sostenere la conversione della raffineria Eni di Livorno, situata in Toscana, in bioraffineria. L’accordo è stato sottoscritto oggi presso la sede Eni a San Donato Milanese dalla Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti, e dall’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi.

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Il progetto di Eni prevede la costruzione nel sito della raffineria di Livorno di nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati, incluso un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche e un impianto Ecofining™ da 500mila tonnellate/anno.

Grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining™, Enilive, società di Eni per la mobilità sostenibile, produce l’HVO (olio vegetale idrogenato), un biocarburante da materie prime rinnovabili[1], come ad esempio gli oli da cottura e residui dell’industria agroalimentare, che può essere sin da ora utilizzato in purezza dalle motorizzazioni validate e viene distribuito attraverso le infrastrutture già esistenti.

Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI, ha dichiarato: “Il finanziamento della BEI rappresenta una leva fondamentale per realizzare un progetto ad alto valore ambientale, tecnologico e strategico, contribuendo a promuovere la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Si tratta di un esempio concreto di come l’innovazione industriale possa accelerare il percorso verso la neutralità climatica, generando al contempo valore sostenibile per i territori.”

Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha dichiarato: “L’accordo con la BEI conferma la concretezza e la qualità dell’impegno di Eni nella transizione verso un’energia sempre più decarbonizzata e sottolinea la validità del nostro approccio volto a investire e utilizzare tutte le iniziative e tecnologie disponibili ed efficaci nell’abbattimento delle emissioni. Un approccio virtuoso che ci porta oggi a lavorare alla terza conversione di una raffineria in bioraffineria in Italia, dopo Venezia e Gela.”

I biocarburanti HVO hanno un ruolo fondamentale perché possono dare un contributo immediato alla riduzione delle emissioni (calcolate lungo l’intera catena del valore) del settore dei trasporti non solo su strada, ma anche per il trasporto aereo, marittimo e ferroviario. La conversione del sito di Livorno è in linea con la strategia di Enilive di aumentare la produzione di biocarburanti a fronte dalla crescente domanda in Europa e in Italia, sia per gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dalla RED III (Renewable Energy Directive), sia per gli obblighi di immissione al consumo di biocarburanti in purezza definiti dalla normativa italiana. A livello globale, le stime prevedono che la domanda di biocarburanti idrogenati aumenterà del 65% nel periodo 2024-2028[2].

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La bioraffineria di Livorno sarà in grado di trattare diversi tipi di cariche biogeniche, prevalentemente scarti e residui di origine vegetale, per produrre HVO diesel, HVO nafta e bio-GPL.

Tra le caratteristiche distintive del progetto, oltre all’adozione di tecnologie avanzate, vi è la possibilità futura di modificare il layout dell’impianto per avere la flessibilità di produrre anche SAF (Sustainable Aviation Fuel), un carburante sostenibile per l’aviazione che rappresenta una delle principali direttrici di decarbonizzazione del trasporto aereo. Questo elemento conferisce flessibilità all’investimento e ne rafforza la coerenza con le priorità ambientali dell’Unione europea, ampliandone l’impatto potenziale.

L’operazione si inserisce nel contesto della transizione energetica a livello nazionale ed europeo, contribuendo in modo significativo alla decarbonizzazione del settore dei trasporti e alla riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, sostiene il raggiungimento degli obiettivi nazionali per la produzione di biocarburanti in purezza, che secondo la normativa vigente prevedono un incremento progressivo dell’utilizzo, da 300.000 tonnellate annue nel 2023 fino a un milione di tonnellate entro il 2030.



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