Controlli rapidi, accessi brevi e «maggiore dialogo» con il contribuente. È questa la direttrice del nuovo corso tracciato da Vincenzo Carbone, direttore dell’Agenzia delle Entrate. In un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, Carbone ha illustrato il piano per un Fisco più moderno, orientato alla collaborazione e alla prevenzione. L’obiettivo è chiaro: aumentare la compliance, riducendo la conflittualità e intervenendo con prontezza sulle anomalie per evitare il ricorso all’accertamento.
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Agenzia delle Entrate “hub” dei servizi
Il nuovo corso si fonda su un modello operativo incentrato sulla prossimità al contribuente e sull’efficienza. L’Agenzia — che gestisce oltre 730 miliardi di versamenti l’anno — punta a diventare un vero e proprio hub di servizi fiscali per cittadini e imprese. Ogni giorno vengono forniti 80mila servizi, per tre quarti online, ma resta centrale anche la rete capillare degli uffici territoriali. Carbone, che ha costruito la propria carriera all’interno dell’amministrazione, promuove un’idea di fisco non punitivo, bensì funzionale allo sviluppo e alla competitività del Paese.
Controlli selettivi, non punitivi
Il direttore smentisce la narrazione secondo cui le piccole e medie imprese sarebbero nel mirino dell’Agenzia. I controlli, spiega, sono calibrati in base al rischio effettivo: nel 2024, ad esempio, oltre il 35% dei grandi contribuenti è stato oggetto di accertamento. Parallelamente, l’Agenzia sta intensificando le attività di prevenzione: nei primi sei mesi del 2025 sono stati effettuati più di 22mila accessi brevi, quattro volte quelli registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Questi interventi mirano a chiarire tempestivamente le posizioni fiscali, evitando sanzioni e contenziosi.
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Compliance e concordato preventivo
Nel nuovo impianto operativo, la compliance riveste un ruolo centrale. Nel 2024 sono state inviate tre milioni di lettere di compliance che hanno prodotto un recupero spontaneo di 4,5 miliardi di euro. L’approccio proattivo consente di riservare le risorse investigative ai fenomeni più gravi, come le frodi Iva, le partite Iva “apri e chiudi”, le indebite compensazioni e gli illeciti legati ai bonus edilizi. La compliance, secondo Carbone, non solo facilita la regolarizzazione volontaria, ma rafforza il rapporto fiduciario tra Fisco e contribuente.
Due strumenti emergono come pilastri della nuova architettura fiscale: il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance. Il primo, cui hanno aderito 585mila partite Iva, punta a una maggiore affidabilità e trasparenza. Il secondo — esteso anche alle imprese prive di tax control framework — consente un confronto preventivo continuo, assicurando certezza giuridica e reputazionale. Attualmente sono 143 le imprese aderenti, per un gettito garantito di 13 miliardi l’anno.
Un presidio integrato contro le frodi
Nel contrasto alle frodi, l’Agenzia agisce su più fronti. Attraverso Eurofisc, condivide in tempo reale le informazioni con le amministrazioni fiscali europee: negli ultimi cinque anni sono state individuate circa 600 “cartiere” per un volume di fatture false pari a 4 miliardi. Sul fronte interno, è stata potenziata la sospensione preventiva degli F24 sospetti e il blocco automatico dei crediti Iva anomali. Solo nei primi sei mesi del 2025 sono stati bloccati circa 2.400 tentativi di indebita compensazione, con un beneficio per l’erario di oltre 4,5 miliardi.
La vigilanza sui bonus edilizi
Particolare attenzione è rivolta anche ai bonus edilizi. Dal 2021 sono state effettuate oltre 92mila istruttorie preventive, che hanno evitato l’utilizzo indebito di crediti per oltre 7,5 miliardi. Il controllo ex ante sulle comunicazioni di cessione dei crediti si è dimostrato efficace nel prevenire frodi, rafforzando la credibilità dell’intero sistema di agevolazioni fiscali.
L’Agenzia si appresta poi ad accogliere ulteriori 3mila assunzioni, dopo gli 11mila giovani già integrati negli ultimi tre anni. Sul piano organizzativo, è stato attivato un nucleo di monitoraggio interno per garantire omogeneità interpretativa tra gli uffici regionali. Sono inoltre allo studio soluzioni per ampliare l’orario degli sportelli, migliorare l’accesso ai servizi e rafforzare la collaborazione con gli ordini professionali.
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