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il ‘Pan de Roma’ che rivoluziona il panettone fuori stagione – di Alessandra D’Amato Editor in Chief Startup Magazine – StartUp Magazine


Chi l’ha detto che il panettone si mangia solo a Natale? Fortunatamente, nel mondo “reale” – quello delle start-up adeguatamente farcite e delle idee ben lievitate – le stagioni non dettano legge. Anzi, vengono abilmente sfidate, come dimostra il progetto tutto romano (e decisamente non natalizio) del “Pan de Roma”, firmato Salvo Leanza e Paolo Pannuti.

Sì, avete letto bene: a luglio, a Roma, con 75 gradi all’ombra, c’è chi sforna panettoni. E lo fa con tale passione e competenza da farci domandare se non siano loro, questi due pionieri della pasticceria identitaria, i veri “disruptor” dell’estate italiana.

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Sal.Pa.: Quando la Tradizione fa rima con Innovazione

Salvo Leanza e Paolo Pannuti sono più di una coppia affiatata di pastry entrepreneur. Sono una perfetta sinfonia tra savoir faire trentennale (quello di Leanza) e passione trasformata in impresa (quella di Pannuti). Insieme, con la start-up Sal.Pa., hanno deciso di rimettere mano al più sacro dei dolci italiani – il panettone – trasformandolo da simbolo natalizio a manifesto urbano.

Nasce così il Pan de Roma, un lievitato che racconta la Capitale con ingredienti tipici e un packaging che, se potesse, parlerebbe in romanesco.

Tra le novità? La variante dolce con ricotta, amarene e cioccolato bianco, che omaggia la crostata del Ghetto e le merende della nonna, e quella salata al cacio e pepe, che è quanto di più irriverente (e geniale) si possa immaginare da un panettone. A breve in e-commerce, oggi già in hotel e botteghe gourmet: una vera dichiarazione d’identità commestibile.

Food Start-Up: L’Italia crea, l’estero apprezza (e compra)

Ma Sal.Pa. non è un caso isolato. Le start-up italiane nel settore food stanno vivendo un momento d’oro. Complici la crescente attenzione globale per l’eccellenza gastronomica e la nostra inarrestabile capacità di fare storytelling attraverso il cibo, molte nuove realtà si stanno affermando, soprattutto all’estero, dove “made in Italy” è ancora una promessa di qualità più che un’etichetta.

Nel 2025, l’export del food artigianale italiano è cresciuto del 12,7%, trainato da nicchie intelligenti: dolci da ricorrenza destagionalizzati, conserve bio, format delivery regionali e prodotti ready-to-eat che raccontano storie vere, territori reali e persone con il grembiule, non solo con la cravatta.

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Il nuovo trend? Cucina emozionale, scalabile e instagrammabile. Tre aggettivi che Sal.Pa. incarna alla perfezione. Ed è proprio questa la formula vincente delle start-up food che funzionano: radici profonde, visione internazionale, e una confezione che sia almeno degna di un feed curato.

Da Milano a Miami: La lunga vita dei grandi lievitati

Parlando con investitori e osservatori del settore, una cosa è chiara: il mercato ha fame di italianità vera, non solo reinterpretata ma reinventata. Ed è per questo che prodotti come il Pan de Roma hanno un enorme potenziale di scalabilità.

Pensateci: un dolce-salato romano, elegante, artigianale, da esportare in hotel di lusso, food boutique o concept store da New York a Tokyo. Altro che souvenir: questo è branding da forno.

E il bello è che dietro non c’è una multinazionale, ma una micro-impresa con due soci e un’idea precisa: cambiare le regole del gioco lievitando piano, ma in alto.

In un’epoca in cui l’innovazione viene spesso scambiata per digitalizzazione a tutti i costi, il settore food ci ricorda che anche la lentezza può essere una forma di progresso, soprattutto se parliamo di fermentazioni naturali.

Le start-up italiane che hanno capito questo stanno crescendo, e bene. Lo fanno con idee sensate, storytelling coerente e prodotti che non si dimenticano. Come il Pan de Vino, altra creatura Sal.Pa., con uvetta ubriaca di vino locale: puro genius loci in formato lievitato.

Per dirla alla Pino Daniele…”E allora sì!”.

Viva il panettone d’estate. Viva Roma. Viva le start-up che non hanno paura di impastare la tradizione con un pizzico di follia e tanto buon senso.
Con la penna in una mano… sognando di avere una fetta di cacio-e-pepe-nétton in quella libera!

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Alessandra D’Amato

Editor in Chief Startup Magazine



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