Revisione delle scadenze fiscali ma anche bonus e correttivi della riforma trovano posto nei decreti legge: come il Governo ha utilizzato i provvedimenti da adottare in casi di necessità e urgenza in questi anni
Tramite i decreti legge il Governo assume dei “super poteri”: grazie a questo strumento, infatti, è possibile approvare provvedimenti che entrano in vigore in tempi brevi e solo successivamente ottengono il via libera del Parlamento.
In altre parole, il processo standard, che vede il Governo proporre e le Camere approvare, entro 60 giorni, si inverte.
Nel caso dell’Esecutivo guidato da Meloni questa inversione di rotta si è verificata in media tre volte al mese per un totale di 103 decreti legge approvati. I numeri descrivono una consuetudine più che una procedura legata a casi di necessità e urgenza, come richiederebbe la Costituzione.
E il Fisco non fa eccezione: dal calendario delle scadenze ai bonus, passando per le correzioni a misure approvate nell’ambito dei lavori di riforma, sono diverse le novità ad effetto immediato approvate dal 2022 ad oggi.
Scadenze fiscali: il calendario si modifica con i decreti legge
Nell’ultimo monitoraggio condotto dal Dipartimento per il programma di Governo, che risale a fine giugno, i decreti legge a prevalenza fiscale sono solo 9, ma il numero è molto più alto.
Vanno aggiunti, ad esempio, i canonici DL Milleproroghe che pure toccano la materia fiscale. Ma anche i testi che hanno riscritto più volte le date di scadenza della rottamazione quater, a partire dal DL n. 51 del 2023 che portato la data ultima per l’adesione al 30 giugno 2023. Le revisioni del calendario, nella maggior parte dei casi, sono state frutto più di scelte che di necessità ma hanno seguito la via dell’urgenza.
Senza dubbio, per intervenire sulle scadenze fiscali il decreto legge è la strada obbligata da seguire, soprattutto in caso di eventi non prevedibili che portano il Governo a concedere più tempo. Ma se da un lato il calendario fiscale è il personaggio principale dei diversi DL a tema Fisco approvati negli anni, dall’altro non è l’unico protagonista.
Dalle scadenze fiscali ai bonus per mantenere le promesse: le novità passano dai decreti legge
La decretazione d’urgenza, che di urgente ormai ha poco, è stato utilizzata anche per un labor limae sulla riforma fiscale, che dovrebbe seguire iter del tutto diversi, e per mettere in campo novità strategiche per dare un segnale sulle promesse fatte.
È il caso del bonus Natale che, prima, ha trovato spazio nell’iter di conversione del DL Omnibus tramite un emendamento poi è stato affinato con un altro provvedimento urgente. Non essendoci spazio per intervenire sulle tredicesime, come promesso con la legge delega della riforma fiscale, il Governo ha messo in campo un contributo fino a 100 euro per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti con almeno un figlio o una figlia a carico.
Era necessario e urgente? Dipende dai punti di vista. Senza dubbio, non ci sarebbero stati i tempi tecnici per fare passare la novità da un disegno di legge.
Ma in questo modo l’urgenza e la necessità, richieste dall’articolo 77 della Costituzione per poter approvare dei decreti pronti all’uso, assumono la forma di una possibile scorciatoia a disposizione del Governo. Possibilità che erode sempre di più lo spazio per la pianificazione di lungo periodo, anche quando i progetti per loro natura hanno un lungo raggio d’azione.
Anche la novità della riforma fiscale passano dai decreti legge
È il caso delle novità della riforma fiscale. Con questo strumento normativo, ad esempio, è stato modificato e corretto il concordato preventivo biennale. E anche l’ultima novità del ravvedimento per il 2025, che non è un dettaglio e non attiene semplicemente alla tabella di marcia, ha seguito il canale preferenziale di un emendamento al DL n. 84 del 2025.
Sempre con un decreto legge è stato necessario intervenire sul calcolo dell’IRPEF: nel 2024, nell’ambito dei lavori di riforma, è stato previsto un sistema a tre aliquote, ma solo per un anno, che è stato poi confermato in via strutturale dalla Legge di Bilancio 2025. La scrittura a staffetta, però, ha creato un cortocircuito nel calcolo degli acconti da versare, che rimandava ancora alle quattro aliquote: in questo caso, è innegabile, un intervento tempestivo era l’unica soluzione. Ed è arrivato con il DL n. 55 del 2025, che, però, rappresenta la prova tangibile di una scrittura delle norme frammentaria e di una programmazione debole.
D’altronde non mancano le sovrapposizioni tra i progetti di lungo periodo e le azioni immediate. È il caso della riduzione dell’aliquota IVA sulla cessione di opere d’arte: prevista dalla legge delega della riforma fiscale, scritta nel 2023, la novità ha trovato spazio nell’ultimo decreto legge fiscale approvato.
Ma la revisione del sistema tributario non risponde, o non dovrebbe, a bisogni contingenti. E ogni modifica dovrebbe essere concretizzata seguendo principi e procedure condivisi da Governo e Parlamento.
Sempre più decreti legge, sempre meno programmazione
Anche in ambito fiscale i decreti legge sembrano aver perso le caratteristiche previste dalla Costituzione. E il boom del loro utilizzo legato al periodo Covid non si è concluso con la fine dell’emergenza. Anzi, ha segnato un punto di non ritorno: il potere legislativo sempre più spesso viene esercitato in prima battuta dal Governo.
Decreti Legge approvati nei Governi precedenti |
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Fonte: Openpolis
Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato più volte sulla questione. E nella lettera inviata ai presidenti delle Camere e alla presidente del Consiglio all’inizio del loro mandato, in occasione del DL Milleproroghe di fine 2022 scriveva:
“Ho apprezzato l’iniziativa che il Presidente del Consiglio dei ministri ha di recente assunto, in dialogo con i Presidenti delle Camere, sottolineando l’abuso della decretazione d’urgenza e la circostanza che i decreti-legge siano da tempo divenuti lo strumento di gran lunga prevalente attraverso il quale i Governi esercitano l’iniziativa legislativa.
Come ha osservato il Presidente del Consiglio, un’inversione di tendenza potrà aversi con il recupero di un’adeguata capacità di programmazione legislativa da parte del Governo e di una corrispondente attitudine del Parlamento a consentire l’approvazione in tempi ragionevoli dei disegni di legge ordinaria”.
A guardare i decreti legge approvati in ambito fiscale, l’inversione di tendenza auspicata è ancora lontana. E neanche nell’ambito di una riforma che il Governo definisce “epocale” si riesce a portare avanti una adeguata programmazione legislativa.
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