Un nuovo appuntamento per la rubrica dell’Anci ‘Parola al delegato’ che raccoglie le interviste ai delegati sulle principali questioni che riguardano i comuni italiani. A parlare dei temi legati all’ambiente e al territorio è Giuseppe Sacco, delegato per la materia e sindaco di Roccasecca, un riconoscimento che premia l’impegno portato avanti in questi anni soprattutto a tutela della salute e contro l’abusivismo ambientale dei cittadini e del comprensorio. Sacco è il rappresentante del comune più piccolo presente nell’ufficio di Presidenza dell’associazione.
La transizione ambientale è già a pieno titolo nell’agenda dei sindaci che hanno la responsabilità di assicurare un futuro ai territori e quindi al pianeta. Cosa si può fare ancora?
Si può fare tanto e si deve fare tanto. Questa transizione è una sfida trasversale di un modo di vivere e governare le nostre città. Dobbiamo partire dai modelli e dai progetti che stiamo mettendo a punto con questa collaborazione tra i comuni, per dare vita ad un nuovo paradigma culturale che coinvolga le comunità e le imprese. La transizione significa innovazione e partecipazione di tutti i soggetti che operano sul territorio. Solo in questo modo si riuscirà a vincere una sfida centrale e complessa, che permetterà non solo di salvaguardare i nostri bilanci, a contempo garantirà un intervento concreto sulla sanità pubblica delle nostre comunità. Ricordo, inoltre, che gli obiettivi della transizione climatica vanno oltre la scadenza dei progetti Pnrr e richiedono investimenti importanti tenendo conto degli obiettivi dei 17 Goals dell’ONU previsti dall’Agenda 2030. Dobbiamo sperimentare diverse soluzioni, partendo dell’efficientamento degli edifici pubblici per produrre energia pulita, oppure dalla modernizzazione del trasporto pubblico locale, con la progressiva elettrificazione del parco mezzi, solo per fare alcuni esempi.
Mi faccia un esempio, a suo giudizio, di quello che sta funzionando come esperienza.
Intanto sta lentamente diventando patrimonio comune una cultura di attenzione ad una diversa e più puntuale azione di tutela e rispetto dell’ambiente. Da questa esperienza nascono progetti che forse, solo dieci anni fa, era utopia solo immaginarli. Faccio l’esempio del mio territorio. Proprio nel mio comune, a Roccasecca, è stato attivato il primo ufficio per la transizione ecologica della provincia di Frosinone che sta sperimentando la piantumazione e la coltivazione di canapa industriale proprio nei terreni dove prima c’era la discarica provinciale di rifiuti, con un duplice obiettivo: favorire la bonifica dei terreni de dall’altro produrre biomassa e bioplastica, dunque tutelare l’ambiente e creare energia pulita. Mentre si agiva su questa direttrice, tra l’altro, Roccasecca si candidava anche al titolo di capitale italiana della cultura 2025, arrivando tra le 10 finaliste. A dimostrazione che la transizione ecologica è una leva per valorizzare e promuovere il territorio nel suo insieme. E’ un moltiplicatore di opportunità e di possibilità. Noi lo abbiamo sperimentato, attraverso quella che è stata una vera e propria rivoluzione culturale. Mi riferisco alla discarica provinciale dei rifiuti, che per oltre 20 anni è stata localizzata proprio sul nostro territorio. Con impegno, passione, coinvolgendo un intero territorio in tutte le sue articolazioni, senza mai demordere anche quando le difficoltà e gli ostacoli sembrano insormontabili, siamo riusciti a sconfiggerla. Questa esperienza è stata citata nel Piano della transizione ecologica Ministero competente. Un’esperienza della quale sono orgoglioso. E’ transizione anche questa, una transizione culturale prima che ecologica.
Sul tema dell’individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, alla luce delle recenti sentenze che modificano o annullano parzialmente il Decreto ministeriale “Aree interne”, quali sono, a suo avviso, le principali criticità emerse dal punto di vista degli enti locali?
Nei giorni scorsi, di comune accordi con il Presidente Manfredi e le Anci regionali, abbiamo chiesto ai ministri Zangrillo e Pichetto la convocazione urgente del tavolo di monitoraggio del Testo Unico per le autorizzazioni rinnovabili per attivare le misure compensative territoriali necessarie perché occorrono criteri più stringenti per la classificazione delle aree, valorizzando uniformemente tra le Regioni anche alcune idoneità ex lege, come le aree dismesse industriali da bonificare o fortemente edificate. Serve poi maggiore qualità progettuale e più responsabilità da parte degli operatori. Al contempo dobbiamo rafforzare le amministrazioni locali con risorse che ci consentano di strutturare le funzioni di management dell’energia. I comuni più piccoli, poi, sono oggi quelli con i territori più esposti all’enorme mole di richiesta di installazione di impianti FER. Tuttavia l’attuale regime autorizzatorio, basato sul silenzio assenso, non consente una valutazione adeguata delle proposte progettuali con i tempi così ristretti. E’ quindi una norma da rivedere, così come è necessario semplificare ulteriormente le installazioni in aree urbane e sul costruito, rivedendo vincoli oggi inutili e circoscrivendo fortemente in aree agricole e su suolo libero.
Quale il contributo che può portare Anci a questo tavolo?
È prioritario il coinvolgimento degli enti locali da parte della Regioni nel processo di definizione delle aree idonee. In tal senso si chiede il coinvolgimento dei Comuni, per il tramite di Anci, anche da parte del MASE nella revisione del Decreto ministeriale e dei criteri per la definizione. In questa che è la sede più opportuna, Anci intende avanzare proposte concrete per rafforzare il coinvolgimento degli enti locali, semplificare le installazioni sul costruito, mantenendo la tutela delle aree a suolo libero, e dotare i Comuni degli strumenti e delle risorse necessarie per una transizione energetica equa ed efficace.
Infine, cambiamenti climatici, transizione ambientale e ruolo e responsabilità sia politica che amministrativa dei sindaci. Sono temi a cui lei tiene molto e che tiene collegati. Come?
Stiamo affrontando un momento storico caratterizzato da problemi economici, contrasti sociali, aumento delle disuguaglianze. E queste difficoltà, spesso, si scaricano a livello locale e investono gli enti di prossimità. Perciò occorre ripensare l’architettura della governance territoriale partendo dai Comuni per fare in modo che ci sia una nuova fase di crescita e di cambiamento che tutti chiedono. Questi enti non possono solo subire, vanno resi protagonisti, a partire dalla valorizzazione e dalla tutela della figura del sindaco. A mio avviso ci sono enormi distorsioni nelle norme che determinano il ruolo e la responsabilità che riveste il sindaco e che necessitano di riforme profonde e strutturali dell’intero Testo unico degli enti locali per fermare lo scaricabarile istituzionali o l’incappare in reati assurdi come quello dell’abuso d’ufficio. L’attuale apparato normativo è complesso quindi è necessario rivederne l’assetto partendo dall’articolo 50 del decreto legislativo 267/2000, norma che è fonte di una generale e trasversale responsabilità, per cui il primo cittadino può essere chiamato a rispondere penalmente anche di eventi fuori dal suo controllo, come alluvioni, frane, terremoti, crolli, disordini causati da sbandati, rapinatori e altro. A mio avviso il comma 1 andrebbe riscritto, richiamando il principio di separazione tra funzioni d’indirizzo politico-amministrativo e gestione amministrativa, specificando in modo chiaro che il sindaco esercita le funzioni d’indirizzo politico-amministrativo, definisce gli obiettivi e i programmi da attuare, adottando esclusivamente gli atti rientranti nello svolgimento di tali funzioni, ed è chiamato a verificare la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti.
E’ da pochi mesi il delegato all’ambiente e il territorio. Quali saranno gli obiettivi da raggiungere del suo mandato?
Mi onora la delega che mi è stata assegnata, si tratta di un ruolo prestigioso in un organismo nel quale Roccasecca rappresenta il comune più piccolo. Questo vuol dire che è stata riconosciuta la bontà del nostro lavoro, in particolare rispetto a una materia come quella dell’ambiente e della difesa dei cittadini: soprattutto di questo aspetto sono particolarmente orgoglioso. Darò, come sempre, il mio contributo in termini di idee, di proposte e di lavoro quotidiano sul campo. Insieme ai colleghi sindaci ed amministratori nominati anche nella commissione di riferimento e con il bagaglio di esperienza maturato in questi anni, ci metteremo a lavoro per promuovere riforme e azioni finalizzate alla tutela dell’ambiente e dei territori e sulle nuove sfide che la transizione ecologica che mette davanti. Sono convinto che proprio i Comuni possono essere la chiave di volta per costruire un sistema dal basso che valorizzi il binomio “ambiente e territorio” con tutte le conseguenze in termini di benessere sociale, ambientale ed economico che ne può derivare.
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