Un piano pluriennale per la casa accessibile da 15 miliardi. A rilanciarlo la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, nel corso della presentazione della conferenza “Città nel futuro 2030-2050” diretta da Francesco Rutelli, che si terrà a Roma dal 7 al 9 ottobre. Ma da dove reperire le risorse necessarie per intervenire sull’emergenza abitativa? Ecco quanto spiegato.
Di un piano pluriennale per la casa accessibile la presidente dell’Ance aveva già parlato lo scorso 24 giugno nel corso dell’assemblea dell’Associazione nazionale dei costruttori. In quell’occasione aveva detto: “Ance ha elaborato, insieme a Confindustria, un piano per la casa accessibile che permette di mobilitare risorse private, assistite da garanzie pubbliche, sfruttando la sinergia tra operatori ed enti territoriali. Ma finora non è stato possibile incanalarla nei giusti binari. Se ci crediamo occorre un coordinamento centrale affinché tante iniziative, che oggi sono in corso, confluiscano in un solo progetto Paese”.
Adesso, come riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, Federica Brancaccio è tornata a sottolineare la necessità di un piano pluriennale per la casa accessibile e la cifra stimata per intervenire in tal senso è di 15 miliardi. Risorse pubbliche, nazionali e comunitarie, da reperire in diversi modi. A tal proposito, la presidente dell’Ance ha spiegato che:
- 1,5 miliardi potrebbero arrivare da una revisione del Pnrr da 15-20 miliardi attraverso la creazione di strumenti finanziari per utilizzare i fondi non spesi, dai Pinqua agli alloggi per gli studenti universitari;
- 2,5 miliardi potrebbero arrivare da una riprogrammazione dei 9 miliardi dei fondi Fesr e Fse del ciclo 2021-2027 (parte di quelli non impegnati al 30 aprile 2025);
- 6 potrebbero arrivare dai 78,3 miliardi del nuovo bilancio Ue 2028-2034 chiamato a sostenere l’inclusione sociale, l’equità intergenerazionale e la lotta alla povertà;
- 3 miliardi potrebbero arrivare dal Fondo sociale per il clima 2026-2032;
- 2 miliardi potrebbero arrivare dai 18,5 miliardi del Fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale 2027-2033.
Come evidenziato dal Sole 24 Ore, Brancaccio ha detto: “Sono molti decenni che questo Paese non ha al centro dell’agenda il tema delle città e dell’emergenza abitativa. Non abbiamo un quadro regolatorio al passo con i tempi e non abbiamo un programma che permetta di rendere gli investimenti compatibili con le esigenze di inclusività e di distribuzione della pressione abitativa”.
In merito poi agli interventi necessari ha sottolineato: “La questione centrale è come valutare quali sono gli interventi degni di agevolazioni normative e fiscali. Immaginiamo un rating di impatto sociale, una griglia di requisiti per garantire la possibilità di mettere sul mercato case a prezzi accessibili e riportare le città a ciò che dovrebbero essere per i cittadini: una fucina di stimolo e di crescita, dove possano vivere giovani, anziani e famiglie e dove l’ascensore sociale funzioni”.
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