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Rivedere le regole di mercato


I Ceo europei delle Tlc riuniti in Connect Europe lanciano all’Ue un appello per “una revisione a tutto campo delle attuali regole delle telecomunicazioni, attuando pienamente le raccomandazioni di Mario Draghi ed Enrico Letta per il settore delle Tlc e mantenendo il loro livello di ambizione per la riforma del mercato“. Ciò è indispensabile per adottare un vero “approccio pro-innovazione e pro-investimento affinché l’Ue diventi competitiva sullo scenario tecnologico”.

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Esordisce così la lettera di Connect Europe alla Commissione europea firmata da un gruppo di amministratori delegati di aziende europee delle Tlc, tra cui Pietro Labriola di Tim e Massimo Sarmi di FiberCop.

Oggi, l’ecosistema della connettività rappresenta il 4,7% del Pil europeo e “Come membri di Connect Europe, rappresentiamo il 70% degli investimenti del settore e impegniamo oltre 50 miliardi di euro all’anno nel dispiegamento delle reti e nell’innovazione dei servizi. Dobbiamo fare di più“, scrivono i Ceo. Perciò è indispensabile che la Commissione plasmi il prossimo Digital Networks Act in modo da portare risposte concrete a queste sfide.

L’appello dei Ceo di Connect Europe: “Più investimenti per le Tlc”

Sono fondamentali ulteriori investimenti – si legge nella lettera -, come indicato anche nella recente Dichiarazione del Vertice Nato, che ha chiesto di assegnare “fino all’1,5% del Pil all’anno per proteggere le nostre infrastrutture critiche, difendere le nostre reti, garantire la nostra preparazione e resilienza civile, innescare l’innovazione e rafforzare la nostra industria della difesa”.

“Chiediamo di agire ora – prosegue l’appello alla Commissione europea – e plasmare un futuro digitale europeo competitivo, resiliente e inclusivo, al fine di raggiungere la leadership dell’Ue nei diversi ambiti della tecnologia. Ciò richiede un miglioramento significativo del contesto di investimento per le infrastrutture critiche come reti gigabit, Ftth, 5G standalone, cloud sovrano e edge-cloud e cavi sottomarini”.

Consolidamento e mercato unico delle Tlc

I Ceo chiedono anche di dare priorità alle strutture di mercato favorevoli agli investimenti e un maggiore sostegno all’innovazione dell’Ue nell’Ai, nella crittografia quantistica e nel 6G, agendo con il massimo senso di urgenza.

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“Dobbiamo superare le regole frammentate, onerose e obsolete di oggi, in modo da rafforzare l’infrastruttura digitale europea e raggiungere un vero e proprio mercato unico delle telecomunicazioni”, si legge nella lettera di Connect Europe. “Ciò vale ugualmente per la revisione in corso delle regole sulle fusioni nell’Ue, che dovrebbero mirare a una politica della concorrenza modernizzata che sostenga la competitività europea. Meno operatori ma più forti competeranno con maggiore incisività in termini di investimenti e innovazione rispetto a tanti operatori più deboli”.

Le richieste delle telco alla Commissione europea

Quadro pro-investimento e deregolamentazione. La fibra è un obiettivo strategico e le attuali regole ex-ante progettate per le vecchie reti non riflettono più la realtà del mercato e ostacolano gli investimenti. Le telco chiedono un passaggio generale dal controllo ex-ante a quello ex-post nell’accesso all’ingrosso, dove il diritto della concorrenza e il Gigabit Infrastructure Act sarebbero le regole standard.

Scala. Occorre una revisione coraggiosa delle regole per le fusioni: dalla costruzione di un cloud sovrano all’aumento degli investimenti in intelligenza artificiale, non possiamo aspettarci che le aziende nei mercati frammentati d’Europa siano in grado di competere efficacemente con una manciata di potenti giganti della tecnologia che operano sulla base di modelli di business globali. La scala guidata dal mercato è una questione esistenziale per la competitività dell’Europa e per il suo mercato unico.

Armonizzazione dello spettro. Politiche nazionali divergenti, commissioni elevate e brevi termini di licenza ostacolano gli investimenti nelle reti 5G e 6G. È urgente avere regole sullo spettro prevedibili e armonizzate e durate più lunghe per le licenze per migliorare l’ambiente di investimento per il lancio della rete mobile.

Tlc-Big tech: concorrere ad armi pari

Level playing field. Le asimmetrie normative con gli attori tecnologici globali devono essere affrontate, in quanto aumentano la nostra debolezza competitiva nei mercati digitali globali. Dovremmo attuare la raccomandazione di Draghi di introdurre un sistema di arbitrato obbligatorio per garantire accordi commerciali equi per i servizi di trasporto dati. Il principio dovrebbe essere “stessi servizi stesse regole”.

Semplificazione. Oggi, il percorso del cliente delle Tlc nell’Ue è influenzato da oltre 34 norme diverse e sovrapposte, che pesano sulla customer experience dell’utente delle telco rispetto a quello delle big tech. Perciò i Ceo chiedono di semplificare profondamente le norme e armonizzarle su scala Ue.

Governance migliorata. Oggi il numero di regolatori attivi nelle reti digitali in tutti gli Stati membri supera i 270. Anche qui occorre garantire una reale armonizzazione a livello dell’Unione, in linea con l’ambizione di creare un mercato unico delle telecomunicazioni.

Digital networks act, la “ricetta” di Connect Europe per rilanciare l’Europa

Già nella risposta alla Call for Evidence lanciata dalla Commissione europea sul Digital networks act (DNA), Connect Europe ha esortato le istituzioni europee a cogliere l’opportunità cruciale del nuovo pacchetto normativo con una deregolamentazione ambiziosa, una semplificazione coraggiosa, un’armonizzazione profonda e un vero contesto favorevole alla concorrenza. Sono questi gli elementi essenziali per riconquistare la leadership a livello globale nel settore delle Tlc.

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L’associazione, che raccoglie i principali operatori europei della connettività, sottolinea la necessità che il Dna sia una proposta coraggiosa che attui rapidamente le raccomandazioni contenute nei report di alto livello di Mario Draghi ed Enrico Letta. “L’attuale quadro normativo, progettato decenni fa per reti obsolete e dinamiche di mercato superate, oggi rappresenta un freno per l’Europa – si sostiene nella risposta alla call of evidence -. Lo dimostrano chiaramente i dati più recenti della Commissione europea, che indicano come l’obiettivo della fibra ottica totale sarà raggiunto solo nel 2051, mentre l’Europa è in ritardo rispetto a tutti gli altri attori globali nello sviluppo del 5G standalone. Questo danneggia non solo gli utenti, ma la competitività delle nostre economie”.

Unione europea dei dati, sì delle telco

Nei giorni scorsi Gsma e Connect Europe hanno espresso soddisfazione per la proposta della Commissione europea di creare un’unione europea dei dati (Data Union strategy).

La strategia per l’unione europea dei dati aiuterebbe, infatti, scrivono le associazioni delle telco nel documento “Gsma – Connect Europe views on the European data union strategy”, a semplificare il quadro normativo, che oggi presenta complessità e ridondanze nonché asimmetrie con altri attori del mercato (un chiaro riferimento agli over the top) e a rendere disponibili più dati dal settore delle telco per l’intelligenza artificiale.

Gsma e Connect Europe hanno sottolineato che è priorità per il settore delle telecomunicazioni affrontare le sovrapposizioni tra le norme specifiche del settore Tlc e il quadro normativo orizzontale.

In particolare, semplificare il quadro delle regole sulle privacy dei dati per gli operatori di telecomunicazioni allevierebbe “l’onere inutile che limita l’innovazione del nostro settore e colmerebbe l’asimmetria normativa con le aziende che non sono soggette alle stesse regole. Ciò raggiungerebbe anche un altro obiettivo chiave della strategia, che sta rendendo disponibili più dati del nostro settore per l’Ai”.



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