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saldo positivo ma frenato da inflazione e credito


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  24 luglio 2025 10:29

 Il primo semestre del 2025 si chiude con un saldo positivo per l’artigianato calabrese, ma i numeri, se letti con attenzione, restituiscono l’immagine di un comparto che resiste con tenacia alle difficoltà senza tuttavia trovare pieno slancio.

 È quanto emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Calabria, che analizza dinamiche occupazionali, demografiche e produttive delle micro e piccole imprese regionali.

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Nei primi sei mesi dell’anno, la Calabria ha registrato un saldo positivo di +98 imprese artigiane, con 1.282 nuove iscrizioni e 1.184 cessazioni. Un dato che segna un lieve miglioramento rispetto al +67 del primo semestre 2024, ma che rimane inferiore rispetto al +125 del 2023 e lontano dal record post-pandemico di +251 registrato nel 2022. In termini relativi, il tasso di crescita si attesta allo 0,51%, posizionando la Calabria al quinto posto tra le regioni italiane per saldo artigiano in rapporto al numero di imprese esistenti.

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Nonostante il segno più, il trend mostra un rallentamento rispetto alla crescita degli anni precedenti. Questo andamento suggerisce una resilienza diffusa, ma anche una crescente difficoltà nel sostenere nuove attività, specialmente in contesti locali dove il contesto economico e sociale continua a porre ostacoli strutturali.

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Il settore delle costruzioni continua a trainare la crescita: +155 imprese nel semestre, beneficiando ancora, seppur in modo attenuato, dell’effetto Superbonus e degli incentivi edilizi. Seguono le attività di riparazione veicoli e installazione di impianti con +39, e il comparto del benessere (parrucchieri, estetisti) con +28. Positivi anche i dati sull’artigianato alimentare e sulle lavorazioni metalmeccaniche.

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Di contro, segnano il passo i servizi alle imprese (-31), la manifattura tessile-abbigliamento (-9), le attività grafiche e di stampa (-3) e quelle connesse all’informazione e comunicazione (-3), a dimostrazione di come le difficoltà inflattive e l’instabilità dei consumi stiano frenando l’innovazione e la digitalizzazione del comparto artigiano.

Analizzando la dinamica delle iscrizioni, si osserva una flessione: da 1.303 nuove aperture nel primo semestre 2024 si scende a 1.282 nel 2025. Le cessazioni restano invece quasi invariate: 1.184 contro 1.236 dell’anno precedente. Questo significa che la crescita è dovuta più a una lieve contrazione delle chiusure che a un aumento delle nuove attività. Un segnale, questo, che lascia intravedere prudenza diffusa e difficoltà di accesso al mercato per le imprese nascenti.

Il report sottolinea il peso crescente dei costi di finanziamento e dell’inflazione sui conti delle imprese. L’accesso al credito bancario rimane critico per molte micro e piccole realtà, in particolare per quelle non strutturate. Il costo del denaro e la rigidità dell’offerta creditizia stanno limitando la possibilità di investire in tecnologia, formazione e innovazione, proprio in un momento in cui la transizione digitale e green richiederebbe maggiore slancio.

“Il dato positivo sul saldo delle imprese artigiane dimostra che il tessuto imprenditoriale calabrese è ancora vivo e determinato – afferma Salvatore Ascioti, presidente di Confartigianato Imprese Calabria – ma non possiamo accontentarci di una crescita modesta e faticosa. Il rallentamento degli ultimi anni impone una riflessione seria su come sostenere realmente chi fa impresa nei nostri territori. Servono strumenti di accesso al credito più agili, incentivi mirati e soprattutto una burocrazia più snella. Gli artigiani calabresi sono abituati a rimboccarsi le maniche e lavorare con passione, ma da soli non possono reggere l’urto dei rincari e delle incertezze. E’ importante – conclude il presidente Ascioti – definire una strategia regionale di lungo respiro che punti su formazione, digitalizzazione e filiere produttive locali. Dobbiamo scommettere sulla qualità e sulla capacità delle nostre imprese di fare sistema”.

In conclusione, un’attenta disamina dei dati dell’Osservatorio Mpi ci permette di sottolineare quanto l’artigianato calabrese continui a rappresentare un presidio fondamentale di occupazione, competenze e identità economica. Ma la vitalità del settore è messa alla prova da condizioni di contesto ancora sfavorevoli: politica e istituzioni dovrebbero riconoscere il ruolo delle micro e piccole imprese, e creare le condizioni per una vera ripartenza, fondata su credito accessibile, investimenti strutturali e politiche pubbliche coerenti.



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