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Acea accelera su infrastrutture e innovazione: utile +32% nel semestre


Crescono investimenti e redditività, si punta sul rafforzamento della rete elettrica romana. Palermo (foto): “Cessione di Acea Energia leva strategica”. Avvio imminente per il termovalorizzatore.

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Ritorno alla vocazione infrastrutturale

Acea cambia pelle e torna alle origini: meno multiutility, più colosso delle infrastrutture. Il primo semestre del 2025 chiude con risultati solidi, un utile netto consolidato a 226,6 milioni di euro (+32%), un Ebitda in crescita dell’11,6% e investimenti saliti del 18%, sfiorando i 670 milioni. La svolta industriale è netta: si taglia il ramo commerciale dell’energia per concentrare risorse e strategie su reti, impianti, innovazione tecnologica. “Una mossa che ci posiziona come operatore infrastrutturale puro”, rivendica l’amministratore delegato Fabrizio Palermo.

Cessione Acea Energia: scelta strategica, non ritirata

A segnare il nuovo corso è la programmata cessione di Acea Energia, la business unit attiva nella vendita di elettricità e gas. Il closing è atteso entro giugno 2026, ma il senso è già chiaro: dismettere la parte più esposta al mercato e ai margini risicati per rafforzare l’identità del gruppo come player delle infrastrutture regolamentate. “Reinvestiremo i proventi in settori a forte connotazione infrastrutturale”, ha annunciato Palermo, citando in particolare “gli interventi sulla rete di distribuzione elettrica di Roma”.

Una strategia coerente con le linee guida del piano industriale 2024-2028, che già prevedeva una riallocazione dei capitali e una razionalizzazione del portafoglio attività. La vendita sarebbe oggetto di interesse da parte di gruppi sia italiani sia internazionali, con un possibile valore superiore al miliardo.

Investimenti in rialzo, tecnologia e reti nel mirino

Acea promette di accelerare: gli investimenti dell’intero 2025 sono stimati attorno a 1,6 miliardi, secondo la nuova guidance. Il rapporto debito netto/Ebitda, al netto della cessione Acea Energia, si collocherà tra 3,4x e 3,5x, mantenendo una struttura finanziaria solida.

Le priorità? Reti idriche ed elettriche, ma anche digitalizzazione e nuove tecnologie applicate alla gestione operativa. “L’innovazione sarà integrata nelle attività quotidiane e nella realizzazione delle grandi opere”, ha dichiarato Palermo. Tra queste, spicca l’atteso termovalorizzatore di Roma, che dovrebbe finalmente vedere l’apertura del cantiere “a brevissimo”.

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Nuova sede a Firenze, vecchie sfide a Roma

Il consiglio di amministrazione che ha approvato i conti si è riunito nella nuova sede direzionale di Firenze: un segnale di rinnovamento, ma anche di decentramento. Tuttavia, Roma resta il cuore pulsante della trasformazione, soprattutto sul piano elettrico e ambientale. La capitale ha oggi una rete sotto stress, tra blackout estivi e allacci obsoleti. “Interverremo in modo mirato sulla messa in sicurezza”, ha garantito il management.

Mercato premiato, ma occhi puntati sulla transizione

Il titolo Acea ha chiuso la giornata del 24 luglio in forte rialzo a Piazza Affari, con un +2,43% che porta il valore dell’azione a 19,79 euro. Ma la scommessa resta ambiziosa: dismettere un asset profittevole come Acea Energia per puntare tutto su settori a lungo ciclo e a capitale intensivo.

Una scommessa che altri operatori italiani stanno valutando con maggiore cautela. Acea, al contrario, accelera. E lo fa in un momento cruciale: entro settembre è atteso anche il closing della cessione della rete ad alta tensione a Terna, altro tassello della semplificazione societaria.

Il rischio idrico e il nodo delle perdite

Restano però delle ombre. Il settore idrico continua a essere zavorrato da perdite elevate, soprattutto a Roma e nel Lazio, dove Acea Ato 2 gestisce la rete. Oltre il 43% dell’acqua immessa non arriva agli utenti finali: un record negativo che pone interrogativi sull’efficienza delle infrastrutture. La società ha annunciato nuovi investimenti in sensoristica e manutenzione predittiva, ma i risultati si faranno attendere.

Una trasformazione necessaria, ma da governare

La svolta infrastrutturale di Acea non è solo una strategia industriale: è una risposta sistemica alle fragilità del Paese, dalle reti elettriche congestionate alla gestione dei rifiuti, passando per l’emergenza idrica. Se sarà davvero efficace, dipenderà dalla capacità di implementazione, dalla continuità politica locale e nazionale e dalla qualità della governance. Palermo, finora, ha mostrato determinazione. Ora il mercato — e soprattutto i cittadini — attendono i risultati sul campo.



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