Ristrutturazione conclusa, avvio della fase “zero” del rilancio
Benetton Group ha ufficialmente dichiarato conclusa la fase di ristrutturazione e ha definito il “momento zero” della ripartenza. L’annuncio è giunto in un incontro tra i vertici aziendali e i sindacati, durante il quale è stato confermato che le perdite 2024 sono già diminuite del 57% rispetto all’anno precedente. La Posizione Finanziaria Netta si è ridotta da circa 460 a 411 milioni di euro.
Un piano in cinque pilastri
Il piano guidato dal CEO Claudio Sforza poggia su cinque direttrici fondamentali: rilancio del brand e potenziamento dell’e‑commerce; riduzione del costo dei prodotti mantenendo alta qualità; razionalizzazione della rete commerciale; efficientamento organizzativo; contenimento dei costi generali.
Tagli strategici: negozi, produzione e sede unica
Nel corso del 2024 sono stati chiusi circa 495‑500 negozi non redditizi, riducendo la rete da circa 3.500 a 3.000 punti vendita, di cui oltre 600 in Italia. L’obiettivo è stabilizzare tale rete nel 2025, con un turnover naturale del 3‑5%.
Contemporaneamente, gli stabilimenti produttivi in Croazia sono stati chiusi, mentre quelli in Serbia e Tunisia stanno passando a produzioni per conto terzi. La percentuale di produzione esternalizzata è destinata a crescere fino al 100% già dalla collezione autunno/inverno 2025, in linea con i competitor fast‑fashion.
Tutte le funzioni aziendali italiane sono state accentrate a Castrette di Villorba (TV) per favorire sinergie e contenimento dei costi, abbandonando gradualmente la storica sede di Villa Minelli a Ponzano Veneto.
Numeri chiave del 2024: perdite dimezzate, fatturato sostanzialmente stabile
- Perdite 2024: poco meno di 100 milioni di euro (‑57,5% rispetto a 235 milioni nel 2023)
- Ricavi: 916,9 milioni di euro, in calo del –16,5% circa rispetto a 1,098 miliardi nel 2023
- PFN: ridotta di circa 50 milioni, da 460 a 411 milioni di euro
Il 2025 come primo anno di rilancio gestionale
“Benché gli effetti contabili residui rimangano ancora, la parte gestionale del gruppo appare già in equilibrio”, ha dichiarato Claudio Sforza. Il 2025 sarà il primo anno in cui l’azienda potrà guardare alla crescita ordinaria, mentre il pareggio contabile è previsto nel 2026, un anno prima delle previsioni iniziali.
Sforza ha escluso l’uso integrale della dotazione di 260 milioni stanziata da Edizione: finora ne sarebbero stati impiegati circa 90, e potrebbero aggiungersi altri 30‑50 milioni, in modo prudente e mirato.
Digitalizzazione: l’e-commerce al centro della rinascita
L’incidenza delle vendite online è attualmente al 13%, ma il gruppo punta a portarla al 20‑25% attraverso la creazione di una divisione eBusiness collegata direttamente all’amministratore delegato.
“La riorganizzazione non prevederà tagli di organico, bensì valorizzerà il capitale umano interno”, ha affermato Rudy Roffaré della Femca‑Cisl, che ha anche accolto con favore l’apertura sul rinnovo del contratto integrativo previsto da settembre, ora scaduto dal 2023.
Prospettive: un cambio di paradigma
Il piano Sforza, sostenuto da Edizione, ha già dimostrato evidenti progressi, riuscendo a tagliare le perdite e migliorare la posizione finanziaria in meno di un anno. La fase due si gioca sulla capacità di trasformare le misure di ristrutturazione in crescita sostenibile, puntando su digitalizzazione, qualità percepita e snellimento della struttura.
La creazione di entità autonome – prima tra tutte l’e‑commerce – mostra il tentativo di brave decentralizzazione interna, senza dissaldare la centralità del gruppo ma stimolando agilità e responsabilità manageriale.
La sfida ora è convincente: trasformare il fragile equilibrio gestionale del 2025 in una crescita strutturale, con un pareggio reale entro il 2026. Se ci riusciranno, Benetton potrà uscire dal tunnel e tornare a presidiare il mercato globale con maggiore competitività e solidità.
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